Cocktail e crudo di pesce. Il mio assaggio di mare in un cocktail bar al Lido di Venezia

Pubblicato il 31 maggio 2023

Cocktail e crudo di pesce. Il mio assaggio di mare in un cocktail bar al Lido di Venezia

Spesso quando pensiamo al cocktail tendiamo ad associarlo alla discoteca, al dopocena o anche all’aperitivo. Un alcolico da bere che sia qualcosa di più dei “soliti” birra e vino. In realtà, il cocktail ha una tradizione di tutto rispetto, e in particolare negli ultimi anni, con tutto lo sviluppo della mixology come una vera e propria scienza alchemica, è diventato anche qualcosa di davvero raffinato. Tanto che si lega alle stagionalità degli stessi ingredienti, ad accostamenti anche inaspettati, ma che anche esce dall’idea di drink che si beve da solo: ecco quindi a voi la mia esperienza al Blue Drop, una goccia di mare blu dove i cocktail diventano protagonisti assoluti con del raffinatissimo pesce crudo.


È quindi con grande piacere che mi reco nel locale del Lido, perché già conosco Francesco, uno dei soci titolari, che anche se non è un bartender di cocktail è un grandissimo appassionato, e sono subito accolto da Nicola e Oleg, i due bartender, con cui concordo il tipo di degustazione che andrò a fare. Ma voglio lasciargli carta bianca, togliere ogni vincolo.

Nell’attesa della prima portata, osservo la grande laboriosità e serietà con cui preparano i drink (sì per me, ma anche per tutti i clienti), in quella che è un’atmosfera rilassata, resa un po’ frizzante da qualche pezzo di musica elettronica, circondato da dettagli azzurri, neri, blu, che richiamano tutti i colori del mare, anche se la giornata è un po’ uggiosa.


E l’”entré”, se così vogliamo dire, di questa lunga degustazione è una di quelle che spaccano. Un nuovissimo Between the Shadows, perchè è pensato per accompagnare il pesce crudo quando il cielo imbrunisce, con mescal, liquore di fico, amaro Santoni, passion fruit fresco, succo di lime, sciroppo di zenzero e albume. I ragazzi non lo sanno, ma io ho un vero punto debole nel sour, e il sapore quasi affumicato, forte, deciso cozza alla perfezione con la morbidezza della schiuma sulla parte superiore del drink. E poi l’abbinamento: scampi crudi, adagiati su un lettino di ghiaccio, con la delicatezza del crostaceo che si (s)bilancia perfettamente alla bevanda, senza contare la bellissima presentazione.


Con la portata successiva torniamo invece più sul classico: il drink è un French 75, con gin, limone, zucchero e champagne. E poi, uno dei punti forti di Blue Drop, le ostriche. Di tipologia Krystale, di provenienza normanna, sono scelte accuratamente sia per la dimensione “cicciotta”, che le rende adatte per essere mangiate all’aperitivo (quindi anche una sola o due) e per il sapore che non è né troppo invadente né troppo leggero. E il bello di questa abbinata, oltre al sapore in sé, è che una volta che ho finito con l’ostrica, ogni sorso del French 75 va a ritirare fuori il suo sapore di mare. Nel frattempo, faccio quasi caso che quel pezzetto di scorza di limone che decora il bicchiere ricorda la forma di un gabbiano. Sarà il mare...


In questi momenti ho imparato che il bello può arrivare sempre, che c’è sempre qualcosa che ti può stupire anche quando meno te lo aspetti, ma sinceramente non mi credevo in una “portata” finale come quella pensata da Nicola, Oleg e Francesco. Un vassoio con tutta una serie di assaggi e relativo accompagnamento. Ma andiamo con ordine.

Un Franciacorta abbinato di nuovo dai fantastici e delicatissimi scampi di prima è una gradita pausa più quieta rispetto alla tempesta di sapori che mi sta per travolgere. L’asticella già si scuote con un Unperfect Martini dalle note estremo orientali, miscelato con liquore allo shiso, quello che impropriamente viene chiamato “basilico giapponese”, angostura e gin Kinobi. E non so se essere più curioso verso questo o verso i tartufi di mare, perché è la prima volta che li assaggio. La soddisfazione è ovviamente duplice, con un equilibrio di sapori che viaggiano tra il delicato e il salato.


Ma ora, le bombe finali, di certo non per chi ha il palato troppo delicato e per chi ama farsi un po’ travolgere. Un piccolo Bloody Mary e un’ostrica con due gocce di tabasco. Il Bloody è sì classico ma perfetto, e dopo aver buttato giù l’ostrica ecco il bruciore del tabasco, che arriva tutto alla fine. E poi, un’ostrica al whiskey, un Laphroaig invecchiato dieci anni. Nicola mi consiglia di assaggiare il whiskey per primo, per poi passare all’acqua dell’ostrica, quindi ancora un sorso di whiskey per poi mandare giù il mollusco e infine versare il drink rimanente nel guscio vuoto e berlo. Il modo migliore per sentire il gusto che cambia, in evoluzione, tra mare e torbatura.


In evoluzione. Proprio come la filosofia di Blue Drop, che non rinuncia mai a sperimentare e a esplorare nuove isole di gusto, ma con un fondamentale punto di riferimento: il mare. Infinito.

Blue Drop
Gran Viale Santa Maria Elisabetta, 2/D - Lido di Venezia (VE)
Tel: 3662474071

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  • RECENSIONE
  • COCKTAIL BAR

scritto da:

Damiano Fantuz

Amo la musica alternativa e trovo che negli anni Ottanta tutto fosse più bello. E amo Venezia e le sue osterie. Forse quello che mi piacerebbe di più sarebbe frequentare quelle stesse osterie, ma negli anni Ottanta

IN QUESTO ARTICOLO
  • Blue Drop

    Granviale Santa Maria Elisabetta 2/D, Venezia (VE)

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