Un locale che aperto da un anno e mezzo, non smette di stupire e che anzi, non ha nessuna voglia di arrestarsi, tanto che si è già rifatto il look – e che look. Una conduzione giovanissima, una offerta particolare e ricercata, un prezzo estremamente competitivo poi, sono i grandi biglietti da visita di Handa Mushi – Cicchetteria Asiatica, che sita al Portello gode di una posizione strategica e al contempo bellissima, soprattutto con la bella stagione.
 
Il locale che non ti aspetti, dove te lo aspetti
 
Ogni padovano – e poco importa che lo sia di nascita o che qui ci sia trapiantato – lo sa, la zona universitaria è sacra. Ecco perché ogni locale che ha l’onore e l’onere di aprire in zona Portello, deve fare i conti con una grandissima responsabilità: riuscire a soddisfare i tantissimi giovani che si riversano giorno e notte nel quartiere. In cambio però, c’è da dire che la posizione di Handa Mushi – che comunque sa fare e gestire la posizione egregiamente – risulta strategica anche per chi oramai, universitario non lo è più (o non lo è mai stato), ma desidera godersi una bella zona, un buon cibo, una bella compagnia e perché no, anche un servizio informale e simpatico, ma preparatissimo.
 
Nuovo look, nuovo menù, stessa travolgente allegria


Handa Mushi non è “solo” un ottimo ristorante di cucina asiatica che racchiude molteplici specialità provenienti dal sud est asiatico e dal Giappone, qui poi rivisitate con consapevolezza e un pizzico di fantasia, è anche la “casa” di un gruppo di amici che in questo progetto ha investito tempo, sogni e passione.

Ecco perché il menù, che cambia mensilmente, è sempre un punto di partenza e mai di arrivo, un lavoro che parte dalla cucina ma che racchiude l’esperienza e le proposte di tutto il team che mese dopo mese, compie così con studio e fatica, sempre un piccolo passo in avanti.
Ed ecco perché, il look non poteva esser da meno: 32 posti interni e quasi una sessantina di esterni, accerchiati da arte pura che smette di esser complemento d’arredo, divenendo essenza stessa del locale e dei giovani che lo animano.
 
In cucina, spazio a studio e fantasia


La ricerca delle ricette della tradizione è il momento più particolare ma anche più interessante che, compiuto dal titolare, viene poi sottoposto allo sguardo attento dello chef che – con l’aiuto del team tutto – cerca sempre il modo di mettere una impronte alla ricetta, rivisitando qualche accostamento, cambiando l’estetica o perché no, anche un solo ingrediente in grado di stravolgere tutto mantenendo però la bontà e la tradizione di un luogo.
 
Il risultato?


Si inizia con uno dei piatti meno “rimescolati”: il pad thai, spaghetti di riso con verdure, arachidi, lime e gamberi; passano però per piatti più “complessi” e dalla lunga preparazione come il wu-tang ribs, costicine (con ben 3 cotture) servite con una riduzione di pepe szeduen. E poi qualche chicca per veri coraggiosi: dan dan noodles per gli amanti del piccante, o qualche grande classico, con il shoyo ramen, con porchetta, uovo e spinacino. 
 
Non mancano poi preparazioni vegane…
 
Grande attenzione alle esigenze di tutti perché questo è un locale letteralmente per tutti. Non a caso grande presenza di piatti senza carne, come il mama is tofu (riso con tofu mesato e verdure) renzu rice (con riso, curry di lenticchie e latte di cocco, pomodoro e cotoletta di tofu) o il ramen in brodo vegano, spinacino, tofu e finghi in soia.
 
…ma anche le opzioni per un aperitivo rinforzato (o un antipasto)
 


Qui sicuramente vince a mani basse il bao bibo, un bao ripieno con tempura di gamberi, mayo, miele, wasabi, teriaki e pistacchio; ma un grande classico è anche l’handa maki, un roll di riso ripieno di gamberi, philadelphia, mayo, salsa teriaki e foglie di tomo. Voglia di provare più cose? Ottima l’opzione sfizio-ter, che permette di provare 3 spring roll, 3 samosa e 3 wontom con ben 3 salse differenti (miso e burro di arachidi, vellutata di edamame o crema di tofu).
 
E cosa ci si abbina?
 
La birra qui ci sta per niente male, soprattutto perché è del vicino birrificio artigianale Lucky Brew che mette in lattina delle vere e proprie chicche di gusto, prima fra tutti? La “staropramen” o la “japa”, una apa incredibile. Grande presenza di vini del territorio, in particolare quelli del nostro territorio ma non solo e per i più gagliardi, o per un aperitivo (o un dopo cena) interessante anche la presenza di cocktail. Un esempio? Il “bramble” con mirto, gin, succo di limone e tonica; o il “soffri bastard*” con cognac, gin e giner beer.

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