Al ventiduenne Pietro De Lucia va il premio 2night per la Padre Peppe Competition di Ad Horeca

Come di consueto la Cocktail Competition firmata Ad Horeca si è svolta a dicembre e i suoi vincitori sono stati proclamati. Oltre al podio conquistato da Francesco Lisco, Mirko Mazzarelli e Vito Sciacovelli, il premio 2night è andato al bartender esordiente Pietro De Lucia. Il giovane ventiduenne terlizzese ha dimostrato di saper coniugare la ricerca del cocktail perfetto con i confortevoli profumi di casa e anche del Natale. Ci ha raccontato com’è nato il cocktail che ha conquistato la giuria.

Come e quando hai scelto di partecipare alla Padre Peppe Competition?


Mi sono formato in Ad Horeca seguendo diversi corsi dedicati al bartending e quando ho letto di questa competizione ho voluto mettermi in gioco. Non speravo in una vittoria, era la mia prima avventura in questo campo.
Il tema del contest è stato il seguente: creare un signature drink rivisitando un classico del mondo cocktail. A me è stato assegnato un Mai Thai drink, quindi mi sono messo subito a lavoro. Ho preso in considerazione tutti gli ingredienti classici della preparazione e ho iniziato a rivoluzionare il tutto, inserendo anche il Padre Peppe. È stata un’impresa perché è un liquore particolare da utilizzare, soprattutto in una prepaprazione dal gusto esotico.
Ho utilizzato la tecnica della miscelazione Tiki, allora ho creato un rum Falernum mettendo in macerazione per 24 ore bucce di lime, chiodi di garofano, zenzero fresco, farina di noci, rum e il giorno dopo ne è venuto fuori il liquore. Nel Mai Thai originale è prevista un’orzata di mandorle, quindi ho usato la crema di noci di Padre Peppe per ricreare la stessa consistenza dell’orzata. Infine, miscelando il tutto, si ottiene un drink da completare con delle gocce di Padre Peppe. Così è nato il mio Cosmico, perché proprio questo tocco finale ricrea movimenti di galassie e scie stellari. Oggi questo cocktail è in carta da Dante.

Il cocktail prevedeva un food pairing. Come hai scoperto la concordanza tra il drink e il cibo?


Abbiamo assaggiato il drink finito al locale (da Dante) e ci siamo subito accorti che il gusto riprendeva un tipico dolce natalizio terlizzese, il sosomello. Quindi ho pensato che questo dolce sarebbe stato perfetto per lo scopo. L’ha preparato mia zia ed è finito sul podio.

Che esperienza hai nel mondo del bartending?


Ho iniziato da Dante due anni fa e con l’aiuto del bartender Salvatore Minafra ho imparato i primi segreti del mestiere, ma non mi sono fermato. L’esperienza mi ha portato anche all’estero, in Irlanda. Qui ho lavorato nella ristorazione iniziando a capire che questo sarebbe stato il mio futuro, quindi sono tornato qui e abbiamo messo le idee in chiaro, studiando e mettendomi alla prova. Avrei valuto lavorare da Dante e così è stato.

Qual era la tua idea di cocktail quando hai iniziato e com’è cambiata oggi?


Mi piace seguire il cliente, ma anche guidarlo verso nuove scoperte quando non ha il coraggio di spingersi oltre un semplice gin tonic. Tutto questo non arriva in modo repentino, si cerca di capirne i gusti e quindi di non discostare il gusto della preparazione da ciò che vuole. La mia idea di cocktail è quella che conquista il cliente curioso. Ma, a conti fatti, c’è ancora tanto da scoprire in fatto di gusti e ispirazioni, per il cliente e per me.

Cosa ti ispira oggi? Cosa vorresti preparare e non hai ancora fatto?


Mi piacerebbe studiare dei cocktail Champagne e mettermi alla prova con questi. Ho voglia di crescere, di studiare e di scoprire fin dove posso spingermi con la miscelazione. L’obiettivo è arrivare a saper gestire un bar magari tutto mio.

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