A distanza di un anno siamo tornati a trovare Daniele e Christian Carta, i titolari di Boho che lo hanno pensato, voluto, costruito e fatto crescere a loro immagine e somiglianza, rendendolo un pò il racconto della loro vita vissuta tra Johannesburg e Padova, dove hanno scelto di mettere radici. 

Daniele ci ha raccontato come mangiare non sia mai solo un atto necessario al corpo e come guardare le cose da distante, aiuti a vederle meglio, riconoscerle e scoprirle più simili a noi di quanto si creda. Qui la nostra chiacchierata che racconta di una cucina che non si vuole (e non si deve) porre dei limiti. 

Daniele, a un anno di distanza, come stai? Come state? Ma soprattutto, come sta Boho ? 


Stiamo tutti molto bene, grazie. Sono stati anni veramente frenetici questi (il locale è aperto da Dicembre 2019) e ci sembra al contempo ieri e una vita fa che questo locale lo stavamo pensando, sognando, creando. Oggi posso dirmi molto soddisfatto perché noto che il cliente ha non solo compreso quella che è la nostra identità, il racconto genuino e reale che vogliamo restituire di questo posto, ma ha anche imparato a apprezzarlo; non a caso abbiamo un sacco di clienti abituali di tutte le età che tornano a trovarci, anche da fuori Padova. 

Una cucina molto particolare la vostra, che si discosta non di poco da ciò che offre abitualmente la città: punto di forza o piccolo svantaggio secondo te? 


Se posso ti rispondo “entrambe le cose” ma te la devo giustificare. Fin da subito, fin da quando abbiamo aperto, abbiamo alzato l’asticella della cucina non solo in termini di qualità della materia prima e del suo utilizzo, ma anche negli abbinamenti. Diciamo che ci siamo nati con questa voglia di mettere tutta la nostra creatività, il nostro vissuto, la nostra storia ma anche un filo di pazzia eh, nei piatti che proponiamo da Boho Padova. Sapevamo quindi che ciò avrebbe potuto come dire "spaventare" (e questo è sicuramente uno svantaggio certo) ma siamo convinti che sia comunque la strada giusta, anzi, che dico giusta: l’unica strada da percorrere. Alla fine infatti quello che ripaga sempre è l’autenticità e noi qui ne siamo pieni, questo il cliente lo sa, lo capisce e infatti una volta che ci assaggia torna sempre. 

Una menù che è il frutto della vostra personale esperienza sudafricana e che risente anche dell’influenza panamense dello Chef ma che sa sempre ricordarsi di essere a Padova, in Veneto!


Esatto sì, la nostra cucina - ma anche il nostro arredamento, colore, design e impostazione - è il frutto di tutto quello che siamo, che tocchiamo, che abbiamo provato, vissuto e conosciuto. Ci piace mescolare e ci piace non porci alcun limite in cucina. Certo, è un lavoro a più mani e seppur sia un percorso che condividiamo con tutto lo staff qualcuno che prende le decisioni poi c’è, ma ci piace credere che non nascere ristoratori sia stata la “fortuna” più grande: non abbiamo preconcetti su questo lavoro e se il filo dell’autenticità viene rispettato beh, allora proposte e modalità le possiamo ogni giorno stravolgere. È il caso del nuovo menù che a breve presenteremo, un menù stagionale e pienamente “nostro” con alcuni piatti simbolo come la tartare di Chianina con crema di nocciole, cavolo nero, ginepro e sale Maldon o lo struzzo su crema di aglio nero e tanti altri nuovi piatti che però ancora non ti svelo! 

Va bene, allora non ti chiedo altro ma dimmi qualcosa sui vini!


I vini restano un nostro grande cavallo di battaglia, siamo sicuramente fortissimi grazie alla nostra ampia selezione di vini sudafricani (che siamo fieri ci vengano richiesti dal cliente con moltissima frequenza) ma ci piace anche rimanere “local” con Valpolicella Superiore, un Amarone Riserva (Rocca Sveva) o - spostandosi in Toscana - un Rosso Montalcino di Cantina Sant’Antimo.

Boho Padova, 
Vicolo Pontecorvo, 1 - Padova 
Tel. 3459291193

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