A.A.A. fino al 24 novembre, come da DPCM, Guyot è aperto la sera per asporto e domicilio con un temporary menu a base di panini gourmet.

Montesquie ci perdonerà se ci siamo presi la briga di aggiornare una sua celebre citazione ma non potevo trattenermi, non oggi almeno.

Appena usciti dal Guyot Enobistrot è venuto a trovarci lui, il filosofo e pensatore francese Montesquie (“Monty” per gli amici) e ci ha sussurrato nell’orecchio la sopracitata frase, un aforisma in grado di definire la sensazione bellissima che abbiamo provato cenando in quel locale, il Guyot Enobistrot.

Ma andiamo con ordine: il Guyot nasce in un annata che verrà ricordata per essere un filino nefasta. Ovvero il 2020. Ma questo è il solo aspetto spiacevole che troverete nell’articolo che state leggendo. Perché i giudizi positivi unanimi, tanto tra il pubblico quanto tra gli addetti ai lavori, che sta raccogliendo il Guyot sono il sinonimo di un grande lavoro svolto e di una idea vincente.

Il vino nel cuore di Molfetta


L’idea vincente è quella di accontentare il cliente esigente, che ama bere e mangiare bene senza subire trattamenti eccessivamente pomposi. Insomma, il Guyot si pone l’obbligo di coccolare quella fascia di persone che vuol rilassarsi, sorridere, e imparare cose nuove sorseggiando un grande vino, assaggiando piatti accattivanti, belli da guardare ma soprattutto buoni da gustare.

L'idea è venuta ai due giovani titolari, ragazzi agguerritissimi, solari e molto competenti. Entrambi si chiamano Antonio. Il primo, Caldara, ha 32 anni, il secondo, Marinelli 25. Quasi coetanei, quasi fratelli, i due Antonio, sono due facce della stessa medaglia, certo conservano personalità e storie molto diverse che vanno però a mettersi al servizio del loro unico sogno, un sogno chiamato Guyot.

Sembra si conoscano da una vita, ma non è così. L’armonia è scattata perché hanno gli stessi obbiettivi, lo stesso amore per questo lavoro e la stessa volontà di spaccare il mondo.

Antonio Caldara è il ‘’manager’’, l’angelo custode della cantina e dei clienti. Figlio di una lunga stirpe di commercianti, ha i rapporti umani nel DNA. Il secondo, Marinelli, invece è lo chef con alle spalle una lunga gavetta internazionale nonostante la giovane età. Una storia d’amicizia, innanzitutto, e di condivisione di ideali, tra i quali spicca quello della qualità. Una storia d'amore per il vino e i favolosi prodotti pugliesi che gli si possono abbinare.


Dopo anni passati ad accrescere il loro bagaglio di esperienze lavorative e umane, hanno deciso di incrociare le loro strade per creare qualcosa di loro. La location è in una delle piazze-gioiello del centro storico di Molfetta, Piazza Municipio.

Guyot è sinonimo di relax, vini, tradizione pugliese, grandi marchi tanto nel food come nel wine. 20 posti interni e 20 esterni, immersi nel profumo di storia e di bellezza. Il locale è arredato in modo elegante ma non invadente, lascia alla grande parete dei vini, in cui troneggiano cento e passa etichette, il compito di parlare ai clienti. Lo stesso fa il menu, creato da chef Marinelli, il “cuoco dei due mondi”. Dopo lunghi viaggi all’estero, soprattutto a Malta, è tornato, richiamato dalla sua terra, la Puglia, e dal progetto dell’altro Antonio.

Non di solo mare vive Molfetta



Molfetta, conosciuta per il tradizionalissimo menu di mare, qui si svincola dai luoghi comuni.
Il Menu è attaccato fortemente alla stagionalità e a “madre Puglia”, contemplando allo stesso tempo il meglio che il resto del mondo ha da offrire: un esempio? Ai classici taglieri, colmi di quelle eccellenze che le nostre masserie hanno da offrire, si sovrappone il manzo giapponese, uno dei migliori del mondo, o la manzetta prussiana, squisita. L’abilità e l’estro di chef Marinelli fanno il resto, abbiamo apprezzato particolarmente la tartare di fassona piemontese e il filetto di maialino da latte con lardo alle erbe e crema di gorgonzola.

Il piatto must

La spianata, indiscutibilmente. Trattasi di una focaccia bianca homemade, condita a crudo da una vasta gamma di ingredienti, tutti di altissima qualità. La spianata in breve tempo è diventata il biglietto da visita del Guyot.

Vini e birre

Il Guyot è bere bene. Dicevamo, cento etichette, moltissimo territorio ma, cosi come per la cucina, non mancano i nomi top nazionali e internazionali. Spazio anche per una birra artigianale, la Viola, dai sapori molto eleganti.

Le persone che passano da qui…

Sono sicure di bere e mangiare bene, di vivere una bella esperienza. Il cliente, all’uscita, non sarà lo stesso di prima: avrà imparato qualcosa nel frattempo, sul mondo del vino o del cibo. Tornerà a casa con un bagaglio di esperienze e di nozioni più ampio di quello che aveva poco prima di varcare la soglia del Guyot.

La sfida


Rivisitare la tradizione a Molfetta poteva sembrare una sfida azzardata, una sfida che i due Antonio e il loro team hanno vinto. Molfetta meritava un posto così, fuori dai canoni classici della cucina trita e ritrita di mare, un posto immerso nella bellezza. Un po’ come diceva Monty, infatti, sempre lui, l’amico nostro: “la nostra vita è migliore quando la passiamo circondati dalla bellezza”.

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