A pochi passi da Piazza Erbe, nel cuore di Verona, c’è un luogo intimo e accogliente che profuma di sapori veri, definiti, buoni. E poi un plateatico ricco di storia, uno scorcio di cui non ci si può non innamorare, fuori dalle vie principali della città. Osteria Sgarzarie è un punto di riferimento non solo per i veronesi ma anche per i clienti che da tutta Italia non rinunciano alla tradizione e apprezzano l’attenzione per le materie prime e le cotture semplici.

La corte


L’osteria affaccia su Corte Sgarzerie, uno straordinario complesso di strutture archeologiche che consente di percorrere la storia di Verona dall’età romana al Medioevo. In questo luogo, infatti, si tenevano gran parte delle lavorazioni e dei controlli sulla lana e i tessuti, attività fondamentali per l’economia della città in epoca medievale.

Il dehors del ristorante è accolto dalla loggia del Mangano al centro della piazza, una struttura sopraelevata circondata da un colonnato. La loggia crea un suggestivo spazio coperto valorizzato perfettamente dal verde delle piante e dai tavoli apparecchiati in modo semplice ma raffinato. Qui la storia si può respirare, vedere e gustare nello stesso tempo.

Da Corte Sgarzerie si accede, inoltre, a uno dei siti archeologici sotterranei di Verona: il Capitolium romano. Questo tempio cittadino risalente alla seconda metà del I secolo a.C dedicato a Giove, Minerva e Giunone,  si può visitare previa prenotazione su www.archeonauteonlus.com.

L’osteria oggi


La nascita dell’Osteria Sgarzarie si perde nella notte dei tempi. Tutti i veronesi, infatti, la ricordano come storica tavola calda perché propone la sua cucina fortemente legata al territorio da almeno 50 anni. Negli ultimi 10 l’osteria è gestita da Greta, attuale titolare, che, con sapienza e rispetto per la lunga tradizione, ha saputo valorizzare i punti di forza del ristorante.

Il forte legame con le eccellenze e i sapori della città, insieme alla costante ricerca di sapori e abbinamenti nuovi, hanno mantenuto l'osteria punto di riferimento del panorama culinario locale, non solo per i veronesi ma anche per affezionati che ritornano qui da tutta la penisola in ogni stagione.

Ma non è solo merito della storia e della cucina. Il locale conquista tutti anche grazie all’atmosfera rilassata, l’ambiente vivo e giovanile, inserito tra i locali del centro ma comunque fuori dal caos della città.

L'organizzazione


Accanto a Greta, titolare e direttrice del ristorante, all’Osteria Sgarzarie lavora un team di professionisti, per garantire la perfetta riuscita di ogni servizio.

Greta si occupa a 360 gradi del locale, sia nell’accoglienza dei clienti sia dal punto di vista organizzativo, e progetta i menù stagionali con lo chef Kledi che gioca con i sapori aggiungendo quella nota di estro alla proposta.

La gestione della sala è affidata all’esperienza di Alex ed Elvis che si prendono cura dei loro clienti con dedizione, disponibilità e discrezione. Il servizio qui, infatti, è rilassato, curato e riservato.

La cucina dell’osteria è aperta dalle 12:30 e non spegne i fuochi fino a tarda serata. I coperti all’interno del locale sono sono 45, mentre la corte esterna ospita 70 posti a sedere. Il locale rispetta le normative per la sicurezza contro il Coronavirus ed è dotato di un dispositivo di purificazione dell’aria continuo non nocivo per la salute dell’uomo.

La cucina


Oggi, come una volta, Osteria Sgarzarie propone una cucina veronese semplice che valorizza ingredienti di eccellenza del territorio come il Monte Veronese, il Radicchio Rosso di Verona, il cavallo, la Scottona e i tartufi della Lessinia.

In carta non mancano grandi primi italiani, come i bigoli al ragù di lepre e i ravioli al nero di seppia, le carni, come il petto d’anatra e le costolette di agnello, e i pesci, come il baccalà alla vicentina, il salmone e il pescato del giorno al forno.

Nel menù, che varia quattro volte l’anno, Greta e Keldi mantengono sempre i classici e aggiungono qualche sperimentazione, con preparazioni che pongono particolare attenzione ai piccoli produttori. Dalla Pluma di maialino iberico alla Picanha al forno, la materia prima rimane comunque protagonista ed esaltata nella sua natura. In autunno in carta compaiono i funghi porcini e i finferli, serviti con la polenta, nel risotto e in insalata abbinati al parmigiano 24 mesi.

La carta dei vini ha un’impronta prevalentemente locale, con etichette anche del resto d’Italia.

  • RECENSIONE
  • TRATTORIA
IN QUESTO ARTICOLO
×