“Conoscere i luoghi vicini o lontani non vale la pena, non è che teoria; saper dove meglio si spini la birra, è pratica, è vera geografia.”
Goethe, grande scrittore e viaggiatore tedesco, ci è venuto a trovare in sogno (si, facciamo dei sogni particolari, che ce volete fa’). Ad ogni modo, sulla scia di questa sua indicazione, ci siamo recati sulla Murgia, nella città di Altamura, in un locale che avrebbe sicuramente fatto al caso suo.

Proprietari de i Birrattieri sono due ragazzi, due uomini, molto legati fra loro. Si tratta di un duo padre-figlio di tutto rispetto. Felice e suo figlio Michele ci hanno dato il benvenuto in un clima di spensieratezza totale. L’atmosfera del locale, curata ma non ridondante, pulita, luccicante ma non pomposa ci ha messo subito a nostro agio, cosi come i loro sorrisi, tanto potenti da vedersi ben oltre le mascherine.

I Birrattieri nasce ad Altamura in un'annata decisamente particolare. Il locale ha aperto le sue porte il 25 ottobre 2020, giusto in tempo per le nuove chiusure anti-Covid. Ma questo è il solo aspetto spiacevole che troverete nell’articolo che avete sotto il naso. Infatti, il pubblico, accorso qui nei pochi - effettivi - giorni d’apertura, è la prova della riuscita del progetto. Tanto che perfino le consegne a domicilio riscontrano attualmente grande successo. Cosa vuol dire tutto questo? Che il grande lavoro, il format e la qualità sono più forti di tutto, anche del Covid.

Una famiglia meravigliosa, un’idea meravigliosa!

L’idea è quella di non essere il “solito” pub ma di fungere da ‘’birroteca’’. Per riuscirci, padre e figlio hanno deciso di imparare dai migliori, di affidarsi a un franchising consolidato del settore ristorativo, un marchio che fa della birra (e del food) una bandiera. La loro filosofia è in grado di abbracciare tanto il cliente occasionale quanto il bevitore esigente.

Padre e figlio svolgono l’antico ruolo dell’oste, sia in sala che da dietro il bancone. Mamma Isabella invece si occupa della cucina assieme ad altri collaboratori. Più che padre e figlio, Felice e Michele sembrano coetanei, amici di scuola. La gentilezza, la simpatia e voglia di lavorar bene ce l’hanno entrambi, anzi deve essere una questione di famiglia, dal momento che anche Isabella è una vera forza della natura. Certo, ognuno di loro ha una personalità e una storia diversa, ma tutti e tre vanno a mettersi al servizio del loro unico grande sogno, un sogno chiamato Birrattieri.

Dopo anni passati a progettare e ad accrescere il loro bagaglio di nozioni, padre e figlio hanno aperto nella zona nuova di Altamura, creando così ciò che sarà il futuro della loro famiglia, e dando contemporaneamente una carezza a tutti gli amanti della qualità. La location è da urlo, moderna, spaziosissima. Più di cento coperti, a pieno regime, entrerebbero molto agevolmente, tra interni e spazi esterni. Il diktat però sarà quello di accontentare ogni cliente come se fosse l’unico. Non ci saranno turnazioni di tavoli, il commensale dovrà sentirsi “a casa sua” e se ne potrà andare quando solo lui lo vorrà.

Sveliamo la Carta…

I Birrattieri dispongono (per ora) di 24 tipologie di birre di 5 aziende diverse, selezionate accuratamente, di provenienza soprattutto settentrionale. Certo, c’è anche qualche nostra bella realtà, come la Birranova di Triggianello, ma si tratta di eccezioni. Insomma, ci sono birre buone e belle, da bere e da vedere, dal packaging accattivante, da collezionare, da acquistare. Tra le altre vi citiamo, en passant, Soralama la birra artigianale con acqua di montagna. L’acqua fa tutto (o quasi) in una birra, dunque vien da sé che un’acqua pura come quella delle Alpi Piemontesi andrà a fare un grandissimo prodotto. Ve ne sono anche senza glutine, per accontentare tutti; così come per il cibo, i Birrattieri sono predisposti ad accogliere tutti i tipi di sensibilità alimentari.

Non solo Birra

Ci sono squisiti hamburger vegetariani, ad esempio. Noi però ci siamo lasciati tentare dalla carne, è il caso di dirlo, e siamo letteralmente impazziti nell’assaggio del ‘’Buontempone’’ un miracolo di bontà dedicato al cinghiale! Al burger di 180gr del pregiato cugino del maiale (anch’esso d’importazione piemontese), si affianca un erborinato piccante, il guanciale croccante, una battuta di olive, cipolle barettane, salsa worchester, pomodoro e insalata. Ma anche il più classico ‘’mendicante’’ non vi deluderà: doppio hamburger di bovino, caciocavallo nero, pancetta artigianale, insalata fresca. Beata abbondanza!

Il piatto must

Ci siamo fatti raccomandare un paio di piatti che il cliente non può perdere. Il padre ci ha parlato dello stinco di maiale cotto al vapore (si chiama, giuriamo, maledetto porco), mentre il figlio ha nominato un galletto leggendario. Attenzione, non abbaimo scritto polletto ma galletto. La differenza? Nel sapore. Eccezionali anche le generosissime patate al forno di contorno.
Innaffiare l tutto con una birra alla spina ci ha provocato allucinazioni mistiche di giubilo.


La “Casa” di Birra

I Birrattieri è una casa dunque, la casa di una famiglia, ma anche la casa di tutte quelle persone che vorranno bere e mangiare bene o vorranno semplicemente passare una bella serata in compagnia di amici. La gente è curiosa, la gente si lascia sedurre solo se la rispetti e la tratti bene, mi dicono all’unisono padre e figlio. Mi congratulo con loro anche per il marketing dinamico e per la comunicazione del loro locale che punta forte sulla pubblicità.

Le persone che passano da qui…

Anche il format – bizzarro per le nostre latitudini – della pausa pranzo super rapida ha funzionato quando messo in pratica. Un pub aperto da metà mattina? Perchè no, se una causa di forza maggiore lo impone. Peccato che i “commensali tipo” della pausa pranzo qui in Puglia non siano esattamente come le loro controparti milanesi. Da noi non vogliono stuzzicare, vogliono mangiare bene, ok, ma anche tanto. Come se si trattasse di un pranzo della domenica, in effetti, Felice mi ha parlato di questo gruppo di manager che, dopo un pranzo da i Birrattieri, è tornato a lavoro gattonando, in stato precomatoso. In effetti, da noi, dopo l’abbuffata di pranzo, viene spontaneo lasciarsi andare alla celeberrima ‘’papagna’’.

Beh, mio caro Goethe, avevi proprio ragione: conoscere i luoghi vicini e lontani non è che teoria, ma solo venendo dai Birrattieri è possibile diventare professori ad honorem di geografia!

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