Quando il mal d'Africa di dà una visione avveniristica

Una storia, un racconto, un viaggio sono straordinari quando si allontanano dai binari della prevedibilità e nuotano in mare aperto. 
Segnando un percorso che muta di continuo. E si allarga verso il futuro come un abbraccio. 
Il viaggio che facciamo in queste righe è sospeso tra mare e cielo. 
E a far da bilanciere, il cuore.  
Simbolo, marchio, sunto e strada maestra di Bahia, uno degli stabilimenti balneari più esclusivi della Puglia, meltin’pot di avanguardie e visioni ma anche radici salde nel sentimento.
 
Siamo a Porto Cesareo, tra sabbia fine e dune che resistono al tempo. Nota pura e selvaggia che richiama l’autenticità e l a libertà di un altro sud, pregno di fascino e mistero: l’Africa.


La mia Africa 

Corde, paglia e tanto tanto bianco. Al resto ci ha pensato Madre Natura.
Un po’ come un piatto prelibato in cui ogni ingrediente è complementare, necessario, purché si tratti di materia prima d’eccellenza.
Africa dunque, “la mia Africa”, sottolinea Luca Mangialardo, padre di questo angolo di paradiso “luogo magico che visito ogni anno da 24 anni, culla dell'umanità. Il mal d’Africa esiste, me lo porto dentro, dalla prima volta che sono stato laggiù, per un reportage in occasione della tesi di laurea di mia moglie Stefania. Da allora non ne abbiamo più fatto a meno. È nata una passione per quei luoghi che ci porta come Bahia a pensare di poter essere un granello di bellezza anche lì”.
Bahia infatti ha tolto dalla strada tanti bambini e ragazzi africani, realizzando un progetto di istruzione e inclusione straordinario e creando scambio vivo e vero tra due sud differenti, ma pur sempre sud.  “Come azienda versiamo la retta scolastica per un bel po' di bambini durante tutto l’anno, ed è quello il cuore che batte, filosofia e strada maestra di ogni anno di vita di Baia, dal ’97 quando tutto è iniziato, a oggi”.

Solidarietà e un cuore...che batte

Non solo. Insieme ad altri imprenditori italiani, Luca supporta una squadra di calcio, il Real Malindi, oggi seconda in classifica, composta da ragazzi che vi hanno accesso solo se frequentano la scuola con profitto, e che sono stati tolti alle devianze delle aree più disagiate e delle periferie a rischio.
“Se vanno a scuola e si impegnano possono anche giocare a calcio e noi siamo orgogliosi di questo piccolo grande miracolo d’amore”.
Un pezzo di quella terra sconfinata e ammaliante pulsa anche a Porto Cesareo, si diceva.
Il lido ha di fatto una struttura differente per modello rispetto agli altri stabilimenti balneari. Dal primo anno – siamo a fine anni ’90 -  ombrelloni in paglia rispetto ai tradizionali perché “la paglia non fa passare i raggi ultravioletti, la canna assorbe la salsedine, l'umidità della notte e la rilascia durante il giorno quindi il fresco è veramente fresco”.
E dell'Africa c’è lo spirito libero, la tensione affettiva.
In questo luogo si è sempre proposto un modello di balneazione differente, anticipatore di mode e necessità della clientela, fuori dagli schemi e dalla prevedibilità, in termini di arredi e ambientazione, servizi offerti e fattore umano.
“I nostri ragazzi  - oltre 70 persone - non sono dei dipendenti, ma sono i nostri ragazzi, Tutti loro si impegnano nel portare avanti un concetto di benessere e di accoglienza che faccia sentire la cura a ogni cliente. C’è competenza, professionalità ma anche garbo, sorriso, voglia di far stare bene l’altro e, nel tempo, abbiamo costruito una vera e propria famiglia allargata che resta unita tutto l’anno. Che si incontra, brinda alla vita, si siede a tavola. Questo clima arriva, i clienti lo percepiscono palpabile ed è questo il vero lusso: qualità del fattore umano”. 

Ombrelloni, suites e servizi di alto livello

Dopo il Covid lo switch su spazi e distanze. In spiaggia non si sta come sardine ma comodi, rilassati, sia che si tratti di suites che di ombrelloni. Ci sono contenitori per borse e abiti, tavolini con sedie e lettini, un microcosmo di servizi fronte mare. Basta pigiare un pulsantino ed ecco arrivare il personale, pronto a prendere comande sul palmare e soddisfare le richieste della clientela “per la maggior parte internazionale”.
Pulizia maniacale, servizio di baywatching scrupoloso, parcheggio ampio e custodito, zona bar e restaurant tra le più instagrammate in assoluto. Vuoi per la discesa scenografica verso l’oro della sabbia fine e il colpo d’occhio di un mare adamantino, vuoi per il bancone bar enorme che lascia a bocca aperta, vuoi per quelle onde di stoffa che si muovono a ogni fil di vento quasi a tempo di musica, che creano un cielo immaginario in cui il cielo filtra per davvero, vuoi anche perché i dj che si alternano a fare selezione di qualità, soft a ora pranzo e sprint verso il tramonto, aggregano e fanno trend.
Bahia è stata digitalizzata completamente anni orsono. Dalla prenotazione al servizio in loco è tutto veloce, smart, chiaro. Sempre in virtù di quella vision futurista e futuribile che ha mosso ogni scelta.
E insieme ad essa, il cuore, il senso di appartenenza, quelle radici pervicaci.
Perché l’amore move il mondo e l’altre stelle.
E infatti, accanto a Luca, ci sono mamma Romelia e papà Aldo, c’è la moglie Stefania, la loro piccola Rosa e ancora zia Vera, e la sorella di Luca, Stefania.
“Lei me la sono tirata dentro dopo il primo anno. All’epoca era all’università poi l’ho trascinata in quest’avventura e oggi siamo alla pari, solo che io sono il sognatore e lei è la mente economica e razionale”. E ancora, il marito di Stefania, Martino, il loro piccolo Andrea, la zia Vera e Leo, il barboncino. Una bella storia, una straordinaria avventura di famiglia.


Cibo a prova di sinapsi e spirits dal mondo

Il cliente di Bahia non chiede solo servizi e spazi ma anche qualità del prodotto che finisce a tavola o nel bicchiere. A farla da padrona, la tradizione salentina con piatti anche molto antichi, pur presentati in chiave moderna come l’acqua e sale delle nonne, con tocchetti di pane, olive celline, caroselli, pomodori e cipolla cruda, capperi. Primi di pasta fresca col pescato del giorno, fritture di pesce con verdurine pastellate, healty food ma anche goduriosi hamburger che risvegliano i più golosi istinti, e ancora ostriche preziose e plateaux royales, insalate fresche, burrate voluttuose e, per gli amanti del genere, sushi preparato a vista con varianti cotte e crude.
Anche bere non può essere scelta casuale. Si beve bene e di qualità. Bollicine nazionali ed estere, selezione di vini di altissimo livello e una ricerca sul fronte tequila, gin e rhum da far girare la testa agli appassionati del genere come ai neofiti.
“Non dobbiamo mai dimenticare da dove veniamo. In Italia quel modello di balneazione legata agli anni d'oro della riviera romagnola da due lettini e ombrellone è superato da tempo. L’accoglienza è materia in costante evoluzione e crescita, viviamo un’epoca in cui quel flusso turistico che si registra in Puglia, e dico Puglia non Salento, racconta di vacanze forse più brevi in termini di durata ma di qualità decisamente migliore e noi dobbiamo essere pronti. A ciò si aggiunga che abbiamo per dna la vocazione ad accogliere e questo è un valore aggiunto impagabile”.

Il sogno di un ragazzo fuori dagli schemi

Bahia nasce nel ’97 da un dito puntato su un mappamondo. Nasce così. Perché Bahia del Sol – il primo nome del lido -, è la punta estrema del Brasile “ma è con un dito e ad occhi chiusi che ho puntato sul mappamondo. Di quel Luca oggi è rimasto tutto, con l’aggiunta della consapevolezza che gli anni passano e che bisogna continuare sempre a sognare”.
E infatti in cantiere ci sono altri progetti pronti a spiccare il volo nelle prossime stagioni ci accingiamo a sviluppare un ulteriore modello di balneazione che si unisca ai servizi e agli spazi. Un respiro molto più internazionale…”di cui possiamo dire solo una cosa, che di fatto però rappresenta la chiave di volta di tutto: il protagonista sarà il paesaggio”.
 
Bahia - Via Torre Lapillo, 97/99 - Porto Cesareo (LE). T: 3669885815
 

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  • Bahia

    Via Torre Lapillo 97-99, Porto Cesareo (LE)

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