Si mangia carne alla brace ma non è una braceria. Perché in questa nuova apertura di Marcon riconoscerai tutte le tessere del mosaico che compongono un ristorante: tovagliato in tessuto perfettamente stirato, un servizio completo dal benvenuto al rabbocco del vino e il lusso di farsi pulire il pesce al tavolo. Sì, il pesce, perché Quattro Forchette non si limita ad arroventare dell'ottima carne irlandese e italiana: va oltre, con il pescato del giorno scelto personalmente due botteghe più in là.

Un ristorante con brace annessa sorretto dall'esperienza internazionale del gestore e cuoco William, messa al servizio di una dimensione intima, raccolta e profondamente umana come quella dei piccoli paesi dell'entroterra veneziano. A questo punto l'antifona è chiara: Quattro Forchette è un ristorante di provincia ma non è provinciale. Qui c'è tutto il buono delle taverne d'Italia interpretato con il piglio esperto di chi in cucina è cresciuto, senza confini.

Un nome semplice, ma significativo

Perché Quattro Forchette? Forchette come sinonimo del mangiare bene. Quattro come il numero ricorrente nella storia famigliare e professione di William e della moglie Veronica. Fidanzati e sposati il 4, con un figlio nato il 4 e i figli di Veronica nati l'8 e il 16, multipli di 4. Il ristorante si trova in Piazza IV Novembre ed ha inaugurato il 4 di febbraio. Sembra che il destino abbia guidato ogni passo di William e Veronica fino a qui. Una bella storia di cuore, che nasconde tanto sacrificio e una buona dose di determinazione. 

Una cucina pulita, ma con esperienza

William, gestore assieme alla moglie Veronica, ha portato la sua expertise di "mastro" della brace a Marcon. L'idea è quella di proporre una cucina semplice e diretta con pochi piatti, di carne e di pesce, cucinati su brace viva, alimentata con legno di faggio "perché dà un aroma tutto speciale alla carne"
I segreti per realizzare un progetto ambizioso come questo - non è facile emergere puntando tutto sulla semplicità e genuinità - sono un’onesta passione per la cucina, la scelta di materie prime di ottima qualità e tanto fatto in casa. Ad esempio, i dolci sono homemade dall'inizio alla fine, marmellata compresa. 

Un ambiente rustico, ma senza cliché

Pareti candide, archi con pietre facciavista a dividere le sale e soffitto con travi in legno. Gli ingredienti per scaldare l'atmosfera ci sono tutti, compresa la brace viva, cuore della cucina a vista. Un dettaglio moderno che si aggiunge ad altri elementi di decor decisamente contemporanei come le luci a lampadina che pendono dal soffitto e la libreria che ospita i vini, inserita in una piccola nicchia con tavoli e sgabelli più alti, perfetta per l'aperitivo. Ma è solo a tavola, rilassati e accuditi dallo staff del ristorante, che i dettagli saltano piacevolmente all'occhio uno dopo l'altro.

Carne e pesce d'immediata bontà, ma ricercati

La carne di Quattro Forchette è scelta per rendere al meglio con una cottura poco elaborata - ma più complessa da gestire di quanto si creda  - come quella alla brace. Ciò significa che ogni taglio deve possedere tutte le caratteristiche propizie, individuate da William nella carne di manzo irlandese dopo averne fatto esperienza diretta proprio in Irlanda, e in quella di maiale, questa volta nostrana. Ed ecco un plus per gli amanti di costata e fiorentina: la carne viene tagliata dalla lombata intera e pesata al momento.


La scelta del pesce ricade soprattutto sul pescato del giorno, gamberoni e calamari che William sceglie personalmente dal pescivendolo di paese. A finire sul piatto è solamente il pesce che ha superato il test perché, come ci viene confidato:"Se le cozze sono troppo piccole e non mi soddisfano non le prendo". La brace è il clou dell'esperienza - immancabile la grigliata mista di pesce - ma fanno la loro comparsa anche cotture più delicate come quelle al forno e al sale.

La carne alla brace è da provare, ma non finisce qui

Se dovessimo stilare una classifica dei piatti da ordinare assolutamente da Quattro Forchette inizieremmo con i secondi di carne alla brace, come costata di manzo e fiorentina. Con un'avvertenza: proprio come avviene per le esperienze ristorative degna di nota, ogni proposta fa parte di un disegno più grande e contribuisce alla buona riuscita della cena. Per capire a pieno le ispirazioni culinarie di William inizia dalla tartare di carne oppure di tonno, continua con i tagliolini al nero con pesto, datterini e calamari, prosegui con il filetto di manzo al pepe verde (cotto alla brace!) e concludi con il semifreddo all'amaretto e scaglie di cioccolato fatto in casa. Ultimo consiglio: chiedi di sbirciare in cantina. Le etichette sono selezionate da tutta Italia per accompagnare il cibo ed esaltarne gli aromi senza appesantire troppo il palato e il conto finale.

Il pranzo a prezzo fisso, ma non è una "sòla"

Il pranzo fuori è sempre un bel casino. Le cose cambiano quando la proposta a prezzo fisso permette di scegliere un primo, un secondo e un contorno ai quali aggiungere un calice di vino (o un mezzo litro d'acqua) e un caffè spendendo 13 € oppure 9 € se si omette uno dei due piatti principali. Ancora, c’è l’insalatona a 8 €. Vale tutti i giorni escluso il sabato. 

L'aperitivo è un rito sacro, meglio se è un apericena

Cosa ci fa un apericena a 20 km di distanza da Venezia, l'isola di ombra e cicchetti? Porta una tavolata imbandita di cibo alla quale servirsi senza limiti ogni venerdì e sabato. Funziona così: si paga un prezzo fisso di 10 € a testa per un calice di vino o uno spritz e l'accesso al banchetto luculliano che viene direttamente dalla cucina del ristorante: pasta, cous cous, pizza, verdure pastellate, ma anche secondi di carne e di pesce.


Durante la settimana si ordinano vino, spritz, taglieri misti di salumi e formaggi, e cicchetti preparati al momento per garantire freschezza - quanto è brutto addentare del pane poco croccante? - e soddisfare le voglie espresse. Il "ripassino" in microonde non è contemplato. Chapeau.

P.s: in primavera-estate l’aperitivo si trasferisce nell’accogliente dehors coperto, appartato dal traffico e pervaso da un’irresistibile atmosfera di vacanza. Marcon ci piace, ma la sensazione di evasione ancora di più. Dacci torto!
 

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