In pieno centro, al primo piano di un palazzo dalle grandi vetrate che affacciano sul verde cittadino dei giardini pubblici - la “villa comunale” di Lecce - questo ristorante accoglie con arredi e atmosfera di grande eleganza. 
Un’eleganza che richiama l’essenzialità orientale senza stereotipi, sui toni del verde scuro, con ampi spazi tra i tavoli, la cucina a vista e luci perfette per un tete à tete come per una tavolata.


La confidenza con l’Oriente si avverte anche in questo: non c’è l’esigenza qui di mettere bambù o litografie di geishe per dire che si è in un ristorante asiatico, e questa riluttanza a replicare cliché italiani di una cucina straniera si ritrova in ogni piatto, non pensato né realizzato per soddisfare un’idea standardizzata del Sol Levante ma per consentire di sperimentare quanto di più vicino a un vero viaggio attraverso il cibo.


Non solo Giappone ma Thailandia, Vietnam, Laos, Cambogia, Cina. Territori in cui lo chef e titolare, Ivan Scrimitore, ha trascorso anni, in tempi non sospetti. Anni ’90, quando il sushi era ancora assai lontano dal diventare ordinario sulle nostre tavole e il piatto più vicino al gusto esotico era il riso alla cantonese (su cui bisognerebbe aprire un capitolo a parte). In quel decennio, e oltre, Ivan sperimentava invece l’Estremo Oriente autentico, con cui oggi riesce a giocare con la dimestichezza di chi ne conosce ogni nota e tecnica, di regione in regione, di cantone in cantone.
Ingredienti di alta qualità, pesce in primis, fanno da base a preparazioni dall’equilibrio sorprendente. E anche laddove sia impossibile da trovare un ortaggio fresco che la ricetta prevede, la sapienza dello chef è così approfondita da saperlo sostituire alla perfezione con materie prime del territorio (il che fornisce anche qualche interessante spunto nell’utilizzo inedito delle nostre verdure).



Per la nostra cena di coppia abbiamo aperto le danze con un Pinot Grigio dell’Alto Adige e una combo di nigiri e uramaki:
Nigiri con ricciola Hamachi dal Giappone (gusto delicato e consistenza tenace della carne, superba); salmone Ora King; tonno Blufin (gusto e colore indimenticabili); cappasanta artica.
Uramaki con scampo e lime (effetto wow, una vera esplosione di gusto al palato) e uramaki con gambero viola e mandorle.
Vera chicca, la scelta di sostituire la salsa di soia con olio extra vergine d’oliva del territorio. Varietà “ogliarola”, intensa e ricca. Un accostamento così centrato da chiedersi perché non averci pensato prima e decidere di non rinunciarci più.


Arriva quindi una delle imperdibili specialità della casa:
Chutoro (ventresca di tonno) leggermente scottato con sale Maldon, olio e crema al tartufo. Un mix di sapori che lascia increduli, in cui il grasso del chutoro si sposa con olio e tartufo regalando una sensazione di totale appagamento. Inaspettato e vincente.


Infine, Tom ka kung con curry rosso e latte di cocco. Bisogna provarlo, le parole non sono sufficienti a descriverne pienezza e impeccabile gioco d’equilibri. A partire dal curry, interamente realizzato dallo chef con cura certosina (e ricetta segreta, naturalmente) nel dosaggio delle spezie.
Il succo di limone finale dona una piacevole nota di freschezza a questa zuppa calda in cui ogni elemento – dai gamberi alle verdure – è frutto di una cottura diversa, creando infine un tripudio di sapori che lo rende il piatto comfort per eccellenza. Scalda corpo e spirito. Se vi sentite giù di corda, da ora sapete come e dove risollevarvi.

Fugu - Via Cesare Battisti, 1 - Lecce. T: 3893408108

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