Dopo quattordici anni il Pin Up Beerstrò si sposta, dando nuova luce all’ex Café de Paris in Piazza Dalmazia, proprio al numero 7R. Luca e Michela, coppia nel lavoro e nella vita, cercavano da anni una location più idonea a contenere il sempre gremito pubblico; il piccolo Pin Up Beerstrò, sempre in piazza Dalmazia a Firenze ma al nc 1R, si è spostato di qualche metro, offrendo ampi spazi all'interno e altrettanti tavoli all’aperto sulla piazza alberata: adesso si chiama Beerstro7. Una storia d’amore per il proprio lavoro, fatto di tanti sacrifici ma anche di soddisfazioni e passione. Un format rimasto invariato, giovane e dinamico, arricchito da una cucina, oltre che dall’intrattenimento serale. E poi tante idee che prenderanno forma con il tempo. Non aspettatevi hipster dietro al banco bar; chi fa il Beerstro7 sono outsider che non si nascondono dietro grandi barbe e occhialoni scuri. Lo staff è composto da sei persone, unite da una fratellanza non comune. Luca è il titolare, affiancato da Michela, la quale si occupa anche della parte logistica, oltre che della sala. In cucina troviamo Paolo, cuoco appassionato; Marco è il responsabile di sala, Fabio si trova dietro al  banco bar e Simone offre aiuto in cucina. Un team speciale che si muove  all’unisono.

Chiariamo subito che vi siete spostati solo di qualche metro. La scelta di prendere i locali dell’ex Cafè de Paris è stata sicuramente audace. Che cosa è cambiato?

Luca: erano anni che cercavamo un fondo più grande, nel nostro piccolo bar tenevamo quasi tutto quello che vedi sugli scaffali di oggi ma la gente, sempre numerosa, non riusciva più a muoversi, così come noi dietro al banco, del resto. Abbiamo dato al Cafè de Paris una nuova vita, che meritava. Ci siamo spostati di pochi metri, un’occasione che non potevamo perdere, sia per la zona e la clientela (alle quale ormai siamo affezionati), sia per lo spazio più grande e la cucina, che ci permette di proporre piatti in accompagnamento ai nostri drinks, vini e birre. Tutto rigorosamente artigianale o di piccole produzioni. Certo, abbiamo e stiamo facendo molti sacrifici, ma era il nostro sogno: un ambiente più grande e ospitale con una cucina che propone piatti di livello. Non è cambiato niente, siamo gli stessi e non abbiamo nessuna intenzione di cambiare, solo che facciamo quello che ci è sempre piaciuto fare, in un posto più grande.

Luca, un grande passo che ha esaudito il tuo sogno. Qual è il tuo ruolo adesso a Beerstro7?

Sono un factotum, ho il ruolo di imprenditore e di oste, consiglio il cliente e amo il rapporto con il pubblico. Siamo gli outsider che tutti vorrebbero andare a trovare, in un mondo distorto proponiamo genuinità senza fronzoli, convinti che il nostro modo di essere è lo stesso che portiamo sul lavoro. Non è più epoca di finzioni, vogliamo portare una ventata di naturalezza in tutto ciò che facciamo e in tutto ciò che proponiamo in carta. 

Paolo, ci descrivi la tua cucina?

La mia è una cucina fusion, radicata sulla freschezza delle materie prime. Il mio intento è fare piatti che si possano ricordare, fatti con amore e volti a emozionare. Mi ispiro a ricette del passato, modellandole con ingredienti più attuali per risaltarne i sapori. Ogni piatto deve essere ricordato, la mia passione è la cucina e credo sia giusto trasmetterla ai clienti. Rispetto ogni ingrediente dei piatti originali, aggiungendo la mia versione, quella che credo giusta per dare un tocco nuovo alla pietanza.
E poi la mia è una cucina circolare e divertente, come sognavo di fare.

Cucina circolare? Spiegaci cos’è

Paolo: Sfrutto tutte le parti dell’alimento, trasformando gli scarti in nuove preparazioni, come nei brodi e nelle riduzioni. Niente si deve buttare, la definirei una cucina sostenibile che riduce al massimo gli sprechi e che si interfaccia anche con il bar.

Paolo, puoi fare un esempio di un tuo piatto?

Faccio un raviolo con carciofo alla Giudia che dopo essere lavorato viene immerso nel brodo per farlo somigliare a un fiore di loto. Sfrutto ogni parte del carciofo, dalla sua acqua delle foglie per farne il brodo, al gambo. Naturalmente, anche il ripieno del raviolo è a base di carciofo. 

Paolo, sei lo chef di Beerstro7 e puoi finalmente esprimere la tua cucina in libertà . Raccontaci la tua esperienza e un piatto che mi consigli per un aperitivo

Ho girato tutta l’Italia e ho fatto la mia esperienza in molti locali. Qui mi sento come a casa, siamo tra amici (quelli veri) e posso dire che i miei piatti esprimono ciò che ho sempre voluto fare. Un incontro di ricette antiche, rinfrescate con tecniche e cotture che esaltino ogni materia prima. Ti consiglio il Lampre Yaki, polpettine in stile giapponese ripiene di lampredotto e fritte, servite con una salsa bernese a base di acciughe, capperi croccanti, foglie di prezzemolo essiccate e peperoncino tagliato finemente. Appetitosissime.

Luca, che drink abbineresti a questo piatto?

Io non accompagnerei mai un piatto con un cocktail, consiglierei piuttosto una birra, anche acida per sgrassare - in caso di piatti opulenti - o un buon calice di vino. 

A proposito di vini, quali vini proponete da Beerstro7?

Luca: Abbiamo ampliato la cantina, ad oggi abbiamo circa cinquanta etichette tra bollicine, bianchi, rossi e rosati. Tutti vini selezionati e fuori dal circuito commerciale. inoltre disponiamo delle migliori tecnologie per servirli e conservarli al meglio, tra cui Coravin e Enomatic per sbicchierare tutte le bottiglie disonibili, non solo quelle più importanti. Ognuno si deve sentire come a casa, con la possibilità di assaggiare tutto quello che vede esposto. 

Michela, quali sono le proposte del bar?

Abbiamo molte birre sia in bottiglia che alla spina, per tutti i gusti. Siamo nati per proporre birre artigianali, come sottolinea anche il nome del nostro locale. Le birre sono dieci alla spina e variano, a rotazione, tra stili similari: IPA, Session IPA, West Coast, Blanche, Weisse, Stout, Porter, con una particolare attenzione alle Sour. Trovi sempre una birra alla spina diversa, così che il cliente non si annoia mai. Oltre alle birre ci sono 150 tipologie di whisky diversi, oltre un'ampia scelta tra 60 gin e amari, tutti artigianali. Anche il caffè è un Caffè Specialty e ci sono anche i liquori home made, persino al gusto Fiesta; sì, proprio quello della merendina. 
E poi tantissime varianti di  cocktail internazionali rivisitati con in infusione frutta fresca, spezie, verdure stagionali, oltre a tutti i classici ovviamente. Ce ne sono per tutti i gusti.

Perchè dovreste essere scelti per trascorrere una serata, tra i tanti locali che offre il panorama fiorentino? 

Luca: intrattenimento, innanzitutto. Noi vogliamo far passare una bella serata. Abbiamo un ricco programma di eventi culturali e concerti. Crediamo in un locale interattivo, con la finalità di coinvolgere tutti i nostri clienti: musica dal vivo, stand up comedy, degustazioni a tema, giochi, dj set e tanto altro! 
Fabio: Perché al Beerstro7 ogni serata è diversa e divertente e, soprattutto, abbiamo prodotti esclusivamente artigianali. La fermata della tranvia è qui davanti e puoi arrivare e tornare a casa in tranquillità, anche dopo aver bevuto.
Michela: consideriamo e accogliamo tutti al fine di metterli a proprio agio, crediamo nell’unicità dell’individuo e, pertanto, facciamo di tutto per farlo sentire tra amici, come se fosse a casa. Il cliente è il protagonista assoluto e noi dedichiamo tempo e professionalità a tutti nella stessa maniera. Il Beerstro7 deve diventare un punto di ritrovo dove possono nascere anche nuove amicizie e nuovi amori, esattamente come era prima il nostro piccolo bar. 

Beerstro7
Piazza Dalmazia, 7r - Firenze
Telefono: 0556143429

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