Quest'anno si festeggia il 44esimo compleanno, dal 1976 è il punto fermo di piazza Leonardo da Vinci

La tradizione è una cosa seria. Quella dell’Harp è una foto di famiglia: il pub storico di piazza Leonardo da Vinci apre per la prima volta il 10 giugno 1976. Quest’anno il 44esimo compleanno è coinciso che la riapertura del locale post-Covid. Maledetto lockdown che ha fermato il tempo. Ne servirà ancora un po’ per tornare esattamente a com’era prima. Qualcuno è convinto che, invece, non succederà mai. Sarà una nuova normalità ma sarà bella lo stesso. Insomma, mentre il mondo cambia, l’Harp resta sempre lo stesso. Una sicurezza incrollabile, merito anche di Riccardo, Angelo e Francesco che continuano la tradizione, restando un punto di riferimento in Città Studi. 

Il pub storico del Politecnico 

Quando penso all’Harp mi viene subito in mente il Politecnico. E mica perché ci ho studiato, eh no, io sono stato in Cattolica. Ma piuttosto perché fa parte della piazza, se passi una sabato sera capisci che è una sorta di unicum con gli studenti che giocano a pallone nel parco o quelli che all’università ci andranno l’anno prossimo perché quest’estate stanno festeggiando la fine della maturità. 

Colazione e pranzo

La giornata inizia con la colazione, prima di andare a lezione. Eh sì, perché le lezioni riprenderanno all’università. A pranzo ci sono tre piatti freddi, con la stagione estiva vietato appesantirsi a metà giornata. Il pub ospita fino a 130 coperti, su due piani, con il suo classico stile irlandese. La stanza al piano inferiore è perfetta per gli studenti che devono ripassare prima di un esame, o semplicemente preparare un progetto insieme con una connessione wi-fi sempre attiva.

Il tempio del whisky

“Abbiamo raggiunto 200 etichette ‘vere’ di whisky quest’anno”, mi confida trionfalmente Riccardo. E non si tratta di referenze qualsiasi. All’Harp c’è la possibilità di assaggiare una verticale di Bowmore anni ’70-‘8’-’90 che faticheresti a sorseggiare anche sull’isola di Islay, nella mia amata Scozia. Le degustazioni riprenderanno in autunno e saranno interattive: si può scegliere un percorso sulla lista, si inquadra il qr code con lo smartphone e inizierà una video masterclass, preparata da Whisky Facile. Riccardo sta pensando anche a come ricominciare con quelle dal vivo: “Stiamo ragionando su due turni, dalle 16 alle 18 e dalle 18 alle 20, così riusciamo a rispettare le distanze di sicurezza”. 

Birra e cocktail d’autore

Non può mancare certo la birra se nel nome porti già Guinness. Le spine spillano quattro birre diverse, dalla Guinness alla lager tedesca, con una scelta che si declina in 30 etichette diverse in bottiglia. La quarta pinta sarà dedicata ad una IPA o APA de “La Birrofila”. Praticamente impossibile non sorseggiare la propria birra preferita. Per gli amanti del bere miscelato, la drinklist è completamente “homemade”, con collaborazioni e contaminazioni con altri bartender e locali milanesi. Parola d’ordine sperimentare.

Aperitivo d’asporto o nel dehors

Quando arriva l’orario dell’happy hour ma fuori c’è il sole, perché non bere qualcosa sfruttando il verde del parco del Politecnico? All’Harp Pub l’aperitivo diventa da asporto, il primo a Milano, da bere in libertà, confezionato con una selezione di stuzzicherie preparate al momento. Il drink viene accompagnato con un “box” brandizzato, da assaggiare mettendosi comodi sull’erba della piazza Leonardo da Vinci. Cosa bere? My Little Pony che si si ispira ai giocattoli anni ’90 che cambiavano colore sotto l’acqua. Per ricreare il mood basta aggiungere la boccetta “effetto wow” al succo di limone e il drink, miscelato con grappa di pere, sciroppo di Butterfly Pea Tea e sciroppo di lavanda, diventa rosa. Uno spettacolo che si può ammirare - e poi anche bere - in uno dei tavolini del dehors “vista parco”. 

Foto di copertina di Chiara Rigato per Harp Pub Guinness

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