Se è vero che dai diamanti nascono i fiori, il Moya, il “centro”, il bocciolo nella cultura giapponese può esserne un esempio. Il ristorante nipponico fusion, a cavallo tra parco Due Giugno e una delle vie più trafficate di Bari, fiorisce nuovamente dopo un periodo davvero duro. Ebbene sì, il lockdown e gli effetti negativi sono arrivati prima per i ristoranti asiatici che, senza colpa, hanno dovuto combattere contro il pregiudizio. Ma le difficoltà fortificano: loro hanno chiuso gli occhi, stretto i denti e ricominciato da capo, germogliando come un bellissimo fiore di loto.

Mai rinunce


Non si scende a compromessi per il Moya soprattutto se si parla di alimenti quali il pesce crudo. Yong lo documenta non appena ha il tempo di districarsi tra le innumerevoli mansioni che, da buon proprietario, compie: lui è un assiduo frequentatore del mercato del pesce locale e, quando sono tornata a trovarlo prima del lockdown mi ha ricordato quanto fosse bello lavorare nel mondo della ristorazione. C’è sempre una luce che brilla dietro gli occhi stanchi dei proprietari che marciano in prima fila con lo staff del locale: è racchiuso in tutto questo il Moya “il centro" della passione che muove le ore, i giorni e i mesi di tutto lo staff, anche quelli tinti di bianco e nero.

Così bello da raddoppiare


La doppia cifra del 2020 li avrà ispirati ad aprire un secondo ristorante, questa volta lontano dalle radici baresi di Yong. Ecco inaugurato il Moya numero due, dimostrazione vincente dell’ottimo operato fino ad ora svolto da tutti. E poi, non dimentichiamoci di augurare loro buon compleanno, perchè il Moya di via della Costituente ha compiuto già due anni durante questa turbolenta estate!

Un sushi "spettacolare"


Sul gusto non ci sono dubbi, al Moya si fa sul serio. Ciò che, però, fa possedere una marcia in più rispetto al resto, è la conoscenza del proprio bacino d’utenza. Chi ha il doppio palato asiatico-italiano conosce esattamente il polso della situazione gastronomica, riuscendo a trovare la perfetta armonia tra riso e pesce, preparato seguendo le migliori ricetti tradizionali. Il risultato è eccezionale (comprese le quantità degne di un pranzo domenicale pugliese qualsiasi).

Anche l’occhio… ha fame!


L’occhio vuole sempre la sua parte e spesso un dettaglio estetico può fare un’enorme differenza. Ecco quindi sbocciare, un po' ovunque in questo ristorante, delle composizioni floreali abbellite da lunghe foglie in un tripudio di colori meravigliosi. I protagonisti comunque restano Uramaki, Nigiri, Tartare di pesce e Hosomaki; un colpo di scena da dover immortalare con il proprio cellulare: robe del genere non si vedono in tutti gli All You Can Eat!

Il meraviglioso dehor


Un piccolo angolo di Eden, il Moya, che ha alle spalle uno storico collegamento con la movida degli anni 80, ha deciso di espandersi ancora di più all’esterno, arredando finemente una ventina di tavoli. Un intero dehors dedicato alla totale immersione nel relax e nell’aria aperta. Un piccolo rivolo d’acqua scorre delicato tra i tavoli, separando alcune sedute: un distanziamento sociale così chic non l’ho mai visto. Vi è anche un delizioso acquario dove ci si può perdere nell’ipnotico movimento di pesci sinuosi e colorati.

E ripensare a tutto ciò che è passato sembra quasi un peccato, ma è la dimostrazione che dopo le brutte storie c’è sempre qualcosa di buono da meritarsi. Qualcosa di buono deve capitare… e capita sempre alle persone che più se lo meritano!

Moya, ad maiora!


 

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