Volare in mongolfiera tra i canyon di Laterza: il nostro reportage di un'alba indimenticabile

Pubblicato il 2 novembre 2023

Volare in mongolfiera tra i canyon di Laterza: il nostro reportage di un'alba indimenticabile

Sono alla soglia dei 30 anni, afferro la borsa semiaperta abbandonata puntualmente sul tavolo dell’ingresso, traboccante di cianfrusaglie che inghiottiscono chiavi di casa e portafogli. Vado di fretta, mentre la coda dell’occhio finge di non vedere il marasma di peluche dei miei nipoti, tramortiti e lasciati a pancia in giù sul divano a righe blu. L’altro occhio non ha bisogno di guardare, si fa pensante e ricorda quanto oltre vent’anni fa quelle sedute scomodamente belle fossero il rifugio di una piccola me che di prima mattina fingeva di avere il mal di pancia per marinare la scuola e godersi l’Albero Azzurro. La vedo ancora quella bimba paffuta così attratta dai colori accesi che bombardava di domande i genitori, costringendo loro a fare pronostici sul suo improbabile futuro di avvocatessa, attrice, astronauta, restauratrice, paracadutista e suonatrice di zampogne nel periodo natalizio, sogno durato troppo a lungo e dovuto all’incredibile passione per i kilt scozzesi. “Mamma ma secondo te com’è il mondo per Dodò e le rondini? Va veloce?”, chiedevo a mia madre quando vedevo qualunque cosa aprire le ali e tagliare le nuvole. “Credo corrano un po’ come facciamo noi sulla strada, ma ho la netta sensazione che la vista sia notevolmente più bella e non siano schiavi dell’orario di lavoro”. E io lì, che corrucciavo la fronte, mentre mi immaginavo passerotti e aquile libere di fare lunghe colazioni nei cieli, senza l’incubo del tempo che divora le pause e strappa a morsi il nostro diritto alla lentezza.


Una sensazione di totalizzante sospensione dalla realtà che non avrei mai immaginato di poter vivere da quasi 30enne, alle sei di mattina con la faccia stropicciata dal sonno e l’adrenalina a fior di pelle. Inizia così il mio volo a bordo di un fiabesco pallone aerostatico tra le gravine di Laterza in occasione del Canyon Ballon Festival, terminato l’8 ottobre scorso e organizzato da Landing on South Italy - Mongolfiere al Sud Italia. Un viaggio che comincia all’alba nell’Agriturismo Nigro fra le campagne tarantine, con il canto del gallo che fa da colonna sonora evidenziando la distanza geografica ed emozionale dalla vita urbana. Le mongolfiere vengono srotolate sul campo e gonfiate a suon di fiammate dagli addetti ai lavori, mentre io e i miei compagni d’avventura ci facciamo coraggio e ci interroghiamo su come entrare in quelle ceste in vimini che abbiamo visto solo sui libri dei Fratelli Grimm.


Una manciata di minuti dopo il dubbio è dissipato e veniamo divisi in gruppetti, scortati e aiutati dal pilota a salire su ciascun pallone: una gambetta qui e una lì, tanto basta per ritrovarsi in 7 a bordo di questo favoloso mezzo e ritornare bambini. Un’ora di volo silenzioso a 300 metri d’altezza, interrotto solo dal rumore della fiamma scaldata dal conducente, immersi nel panorama di torrenti e burroni carsici di Laterza, come fossimo in sella a piume vaganti che con una calma anacronistica disegnano traiettorie nell’aria. Durante il percorso tutto sembra andare a rilento, persino le idee solitamente più sfuggenti si riescono a toccare, i tratti delle gravine frastagliate e aspre si fanno sempre più morbidi, in armonia con i colli. I nostri punti luce sono le altre mongolfiere dagli spicchi arlecchini, che librano a distanze perfette, per poi atterrare ognuna in un luogo diverso, perché molto probabilmente animate da libero arbitrio.


La discesa termina, mettiamo piede di fianco a un uliveto in direzione Ginosa, a decine e decine di chilometri dal punto di partenza. Una volta a terra, con il cuore spettinato e avvilito all’idea che quell’incantesimo sia già finito, una bolla di sapone scoppiata sul più bello, chiediamo ad Aldo Massimiliano Colonna, il nostro traghettatore dei cieli calabrese, quando si è avvicinato a questo mondo; un modo per prendere tempo e non farci prendere dall’ansia mentre aspettiamo che gli operatori riescano a capire dove siamo finiti. Pendiamo dalle labbra di Aldo che ci spiega come si è innamorato del volo nel 2005 mentre era dall’altra parte del mondo, in Australia, quando ha visto per la prima volta questi bellissimi palloni in aria.


“Noi voliamo principalmente in Basilicata e Calabria, ma ci siamo estesi anche in Puglia, dove facciamo molti tour. Il volo mi ha sempre attratto, ho iniziato a coltivare la passione fino al punto di farla diventare un lavoro”. Nel suo sguardo si intravede ancora l'incendio che sfuma l’azzurro. “Siamo la prima realtà certificata in Italia per quanto riguarda i voli in mongolfiera, siamo strutturati come una compagnia aerea a tutti gli effetti”, sottolinea. Aldo è del parere che ogni volo sia un’esperienza a sé, perché “qui è il vento che comanda” e da questo dipende l’atterraggio più o meno morbido. Il pilota slega le cime e i nodi per permetterci di scendere dal cesto, e poi passa con la mente e la voce in rassegna i paesaggi dei loro percorsi, dai canyon pugliesi di Laterza e Gravina, alla Sila con il Parco Nazionale e i boschi, dove giura che talvolta salendo più in quota “si riesce a vedere anche il mare”.


Arriva una jeep a riprenderci, segno che la nostra condizione di felici dispersi dalla quotidianità è naufragata del tutto. C’è Francesco Ruggieri alla guida, l'accountable manager di Mongolfiere al Sud Italia, mente e anima di questo progetto. Francesco, dal tipico pragmatismo lucano, ci spiega il successo del Canyon Ballon Festival 2023, che ha sbancato con overbooking per tutte le date, motivo per cui la manifestazione tornerà di certo a settembre-ottobre 2024. “È un’offerta in più per la Puglia, amplia gli orizzonti per un turismo esperienziale in una regione in cui c’è tantissimo, dal mare all’escursionismo. Noi di Mongolfiere al Sud siamo gli unici a realizzare questo sogno tra Puglia, Basilicata e Calabria”. Poi ci ricorda come durante il volo appena terminato ci fosse con noi una coppia di turisti americani, a riprova del fatto che siano tantissime le persone provenienti da ogni parte del mondo a voler intraprendere un’esperienza del genere di ben 4 ore, comprendente il volo dai 40 ai 60 minuti, il recupero dei passeggeri nel luogo in cui atterrano e poi la colazione in masseria, con tanto di attestato di volo finale per ciascun ospite.


Il manager ci rivela che l’idea del volo tra i canyon pugliesi e lucani è nata prendendo spunto da altre realtà internazionali. “Vivere i nostri paesaggi in mongolfiera è completamente diverso che goderseli da terra. L’esperienza sul pallone è molto più suggestiva di un volo in aereo, ti rilassa notevolmente e soprattutto c’è un silenzio che ti fa apprezzare molto di più le bellezze che stai osservando, è un momento tuo che ti ritagli a bordo”. Ci guardiamo e non possiamo dargli torto, in mongolfiera si è in pochissimi, tanto da far diventare quegli attimi delle parentesi di intimità, dedicate interamente a se stessi. “Noi dovremmo prendere una mongolfiera un po’ più grande perché le richieste sono tantissime, ma in realtà la vera necessità sono i piloti – ammette -. Infatti stiamo aprendo anche una scuola di volo per formare i giovani. Oggi ad esempio una ragazza ha pilotato una mongolfiera. Ci sono tantissime pilote donne che fanno questo mestiere sia per piacere che per lavoro”. Si tratta di una dimensione professionale che vola in alto, ma ha i piedi ben piantati per terra, è contingente e rispetta pienamente le parità di genere.


Anche il viaggio in auto purtroppo è giunto al termine. Siamo di nuovo a Laterza, Francesco chiude i finestrini e noi passeggeri, ormai diventati bimbetti amici che si scambiano i numeri e non vedono l’ora di risalire sulla giostra, ci dirigiamo verso i cornetti alla crema piazzati nella sala colazioni dell’agriturismo. Qualcuno di noi, tornato prima degli altri alla realtà, chiede a Francesco se ha desiderato fin da piccolo fare ciò, lui risponde che avrebbe voluto giocare a basket da grande:“Ho cambiato un po’ il sogno e ho fatto volare i palloni. Un lavoro che mi diverte, ma faccio con grande serietà e nel rispetto di tutti i protocolli di sicurezza”. E così si torna a casa. Io prendo il computer, corro in redazione e immortalo quel sentimento. La moviola torna indietro. “Mamma ma secondo te com’è il mondo per Dodò e le rondini? Va veloce?”, chiedevo a mia madre quando vedevo qualunque cosa aprire le ali e tagliare le nuvole. “Credo corrano un po’ come facciamo noi sulla strada, ma ho la netta sensazione che la vista sia notevolmente più bella e non siano schiavi dell’orario di lavoro”. E, forse, tanto basta per essere felici.

Per info 

I voli si svolgono su Matera, sulla Sila, sulla Terra delle Gravine, sui Calanchi Lucani, sulla Piana di Sibari e su Gravina in Puglia.
Il volo va prenotato in anticipo e potrebbe essere disdetto, per motivi meteorologici, anche poco prima della partenza; ma è ovviamente possibile riprogrammarlo.
Le tariffe vanno dai 150 ai 209 euro a persona per voli di gruppo.

https://mongolfieresuditalia.com/.

  • ANDARE PER BORGHI
  • TURISMO

scritto da:

Giuliana Vendola

Murgiana classe ’94. Laureata in Scienze Filosofiche, bioetica, etica ed antropologia, scrivo per Il Quotidiano Italiano. Presto sempre attenzione ai miei luoghi, ai loro odori e sapori, al loro irrompente domandare. Quando ero bambina mia madre mi propose un corso di nuoto, io le mostrai le mie sgangherate poesie. Lei capì che ci avrebbe pensato la scrittura ad aumentare la mia capacità polmonare.

POTREBBE INTERESSARTI:

​Il 18 maggio torna lo Slow Food Day: 100 eventi a cui partecipare in tutta Italia

Laboratori, mercati, visite in azienda e momenti conviviali: al centro l'educazione alimentare e gli orti di comunità.

LEGGI.
×