Le 10 trattorie di Roma più famose per una cena d’altri tempi

Pubblicato il 28 febbraio 2017

Le 10 trattorie di Roma più famose per una cena d’altri tempi

Un viaggio nella cultura e nella tradizione gastronomica romana. Dei veri e propri “musei a tavola” dove riscoprire i piatti e le atmosfere di una volta

Roma è la città più bella del mondo non solo per i suoi monumenti e per la sua plurimillenaria storia. Roma è la città più bella del mondo per le sue mille facce, per i suoi aneddoti, per i suoi segreti tramandati da secoli e secoli intorno alle sue strade e alle sue piazze, e poi perché come si mangia a Roma – fatecelo dire – non si mangia da nessuna altra parte. La storia di Roma, infatti, non la si impara soltanto visitando monumenti, ma anche e soprattutto a tavola. La cucina romana è uno specchio di quella che è stata la società romana per secoli. Anche se in questi ultimi anni il mondo della ristorazione romana è radicalmente cambiato ed esistono anche osterie di concenzione moderna ma con piatti tradizionali romani , in questo articolo noi vogliamo occuparci dello “zoccolo duro” della vecchia ristorazione, quella delle trattorie storiche di Roma, quelle di quartiere, con menù popolare a prezzo fisso e i piatti del giorno, quelle dove la cucina romana viene curata e raccontata come se ci trovassimo in un “museo a tavola”, dove il monumento è il piatto, da dove parte tutta la Storia, quella che non troviamo sui libri. Ecco allora le 10 migliori trattorie  di Roma, quelle che riteniamo storiche dove ritrovare i sapori della Roma di una volta.

La nonna di tutti i romani

Racconta Carlo Verdone che durante le riprese dei suoi vecchi film era inutile ordinare il catering, perché –“…tanto doveva cucinare Lei per tutta la troupe chili e chili di fettuccine al ragù”. Lei è la mitica Lella Fabrizi, in arte Sora Lella, la nonna per acclamazione popolare di tutti i romani. Anche se lei oggi non c’è più a gestire la storica Trattoria Sora Lella sull’Isola Tiberina ci sono i figli e i nipoti che ripropongono fedelmente le ricette originali della nonna, come il mitico pollo coi peperoni, o le fettuccine al ragù di animelle.

La cacio e pepe del Poeta

Una delle trattorie del Centro Storico di Roma che vale la pena conoscere. A due passi da Montecitorio c’è un ristorante tra i più antichi di Roma che quest’anno festeggia proprio il centenario dall’apertura. Il Falchetto propone ancora i sapori e le ricette della Roma che fu. A gestirlo oggi ci sono Donato e Gerry, padre e figlio, che, anche se hanno dato un tocco di modernità all’arredamento del locale, hanno comunque voluto rispettare e mantenere la sua storia. La cacio e pepe del Falchetto è famosa da decenni ed era la preferita del poeta Trilussa, all’epoca cliente fisso.

50 anni di amore e passione

Ad aprile saranno esattamente 50 le candeline che la famiglia Salvi soffierà per festeggiare un traguardo storico, quello del cinquantesimo anniversario dall’apertura della loro Taverna Cestia a Piramide. I Salvi sono originari di Amatrice e da lì arrivano tutti i tesori più preziosi della loro cucina. Oggi a guidare i “lavori” c’è il giovane Valerio, spinto, come suo papà e suo nonno prima, da una grande passione alla quale si affianca quella per il vino, grazie alla quale ha impreziosito la cantina di questo ristorante per la cucina tipica romana. Infatti è quasi inutile ricordare che qui si mangia una delle amatriciane più buone della Capitale, fedele all’antica ricetta originale.

Dove nacque la leggenda del Quinto Quarto

Considerato ormai storicamente il luogo di origine di molti piatti leggendari a base di “quinto quarto”, ossia carne e frattaglie tipici della cucina tradizionale romana. La trattoria tipica Checchino dal 1887 si trova, come 150 anni fa alle pendici del Monte dei Cocci a Testaccio proprio di fronte ai cancelli di quello che una volta era il Mattatoio Comunale e che oggi ospita una facoltà universitaria, una scuola di musica e un museo di arte contemporanea. Qui si narra vennero cucinate le prime code alla vaccinara e i primi piatti fatti con i “resti” della lavorazione della carne, come le polpette di bollito e il manzo alla picchiapò.

Il Re di Testaccio

A Roma era conosciuto come il Re di Testaccio, sovrano assoluto della Cacio e Pepe, Felice Trivelloni era famoso tra le trattorie di Roma per la sua cucina romana già negli anni ’40. La ricetta originale della sua cacio e pepe è ancora oggi più segreta dell’algoritmo di Google ed è ancora al top della Capitale. A gestire la Trattoria Da Felice oggi ci sono i suoi parenti che continuano a coltivare l’eredità lasciata dal nonno con amore e passione. 

Quella vecchia osteria fuori porta...

E' dal 1958 che  Il Quagliaro sfama lavoratori, viandanti e tavolate di amici giovani e meno giovani. In questa storica trattoria romana nel quartiere popolare periferico del Quarticciolo, appena entrato ti accoglie uno splendido e antico bancone da mescita, mentre alle pareti campeggiano foto e ricordi di tutti i personaggi famosi che in passato hanno fatto visita al locale. Tovaglie rigorosamente di carta e menù con poche scelte, ma molto appetitose. Tra gli antipasti le uova di quaglia, puntarelle e alici. Tra i primi amatriciana, gricia e rigatoni col sugo di coda (porzioni enormi). Per secondo la specialità della casa: quaglia alla cacciatora servita con funghi, olive e ciriola abbrustolita: da leccarsi i baffi.

Pochi fronzoli, tanta sostanza 

Rimanendo in zona Roma Sud, ma questa volta spostati verso la Casilina – Tor Pignattara, non si può non fare visita, specie a pranzo, da Francesco “Er Laziale”. In realtà la trattoria si chiama “Osteria con cucina Francesco Angelini”, ma nel quartiere (e in tutta Roma) lo chiamano tutti “Er laziale”. Pochi tavoli, poca scelta nel menù, ma tanta, tanta sostanza. Qui si servono tra i migliori rigatoni alla Gricia della città e i suoi prezzi la fanno sicuramente una delle trattorie più economiche di Roma. 

Nel cuore del Ghetto

Posta in un angolino di Piazza delle Cinque Scole al Ghetto, senza insegna, quasi nascosta dagli adesivi appiccicati sulla vetrata della porta, si trova da più di 60 anni la trattoria di Sora Margherita. Una ventina di coperti in tutto, tanto rumore, ma altrettanta qualità e atmosfera. Qui si mangia sempre a pranzo e la sera solo il venerdì e sabato a due turni (20,00 e 21,30). Le specialità sono quelle della cucina tradizionale ebraica-romanesca: carciofi alla giudia, baccalà in pastella, rigatoni cacio e pepe, salsicce di manzo.

L'ultimo baluardo

A due passi dalla Stazione Termini ecco un’atmosfera decisamente anni ’60: una sala un po’ triste, lampade al linoleum, sulle pareti vecchie stampe di mappe di Roma, un bancone in radica di noce. La Trattoria dell’Omo è l'ultimo baluardo dell'Esquilino che ha resistito nel corso degli ultimi decenni al cambiamento radicale del quartiere tra negozi cinesi, bazar e call center. Anche il menù rimane quello  tradizionale delle trattorie tipiche di Roma: amatriciana, rigatoni con la pajata di agnello, carciofo alla romana e abbacchio allo scottadito

La vecchia osteria "dei fagottari"

Nella seconda metà dell'800 era conosciuta in tutta Roma per essere una delle poche osterie a servire un vino proveniente da altre terre, dove i "fagottari", pellegrini e viandanti, pastori e poveracci potevano trovare ristoro, vino e pane, mentre il cibo se lo portavano loro da fuori nei "fagotti". Carlone, col passare del tempo e dei secoli è diventata una trattoria famosissima a Trastevere, amata dai divi del cinema e dell'arte e ancora oggi trasuda storia da ogni angolo. 

La cucina romana insomma va scoperta attraverso la conoscenza del territorio. Ogni quartiere di Roma meriterebbe un articolo suo per cercare di scoprire il più possibile i ristoranti tipici della nostra città. Noi ci occuperemo a poco a poco di tutti i quartieri della nostra città, se vuoi intanto cominciare il tuo tour gastronomico ti consigliamo di partire dai ristoranti del ghetto di Roma per una cena con la cucina tipica ebraico-romanesca. 

Foto di copertina tratta da pagina Facebook di Ristorante Il Falchetto

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scritto da:

Lorenzo Coletta

Romano, giornalista, dopo una prima esperienza di giornalismo radiofonico con l'agenzia Econews, ha cominciato ad appassionarsi al grande mondo dell'enogastronomia. Ha contribuito nel 2014 alla redazione della Guida dei Ristoranti di Roma di Puntarella Rossa edita da Newton Compton.

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