Il sogno proibito si avvera: tutto quello che avresti sempre voluto fare in una Venezia senza turisti

Pubblicato il 5 marzo 2020

Il sogno proibito si avvera: tutto quello che avresti sempre voluto fare in una Venezia senza turisti

Ci restano due strade, entrambe legittime: l'ironia o la clausura

Rettifica: a seguito del DPCM dell'8 marzo 2020 e degli ultimi aggiornamenti, in tutta Italia è vivamente sconsigliato lasciare la propria abitazione se non per particolari necessità. La passeggiata a Venezia con gelato in mano non rientra tra queste.

In parole povere: la situazione è mutata velocemente, in negativo. Stai a casa con Netflix o il diletto che preferisci. Ci rivedremo quando tutto questo sarà finito e avremo ancora più voglia di viverci la città.


Guardiamo in faccia la realtà: il Coronavirus esiste e non possiamo farci molto. Per evitarlo non basterà sfregarci le mani con l’Amuchina ogni 30 secondi, non basterà riunirsi in brigata a Campagna Lupia per scrivere il sequel del Decameron (il virus mica risparmia le campagne), non basterà fare un giro a Lourdes (le piscine sono chiuse fino a contrordine). Rimangono due strade, entrambe legittime: la clausura e l'ironia (che non è sinonimo di spavalderia). La prima ci permetterà di diventare massimi esperti di Netflix o PornHub (da considerare anche le iniziative di XHamster), la seconda di mantenere un barlume di vita sociale e vedere Venezia da una prospettiva inedita. Mi spiego: per cause che ci saremmo volentieri risparmiati (non occorre neanche dirlo), si avvera il sogno proibito di ogni veneziano: vivere la città senza turisti. Quante cose possiamo fare prima che ritornino? Tantissime. Chi se la sente, si dia una mossa. 


Possiamo fare aperitivo da siori in Piazza San Marco. Vantiamo il salotto all’aperto più bello d’Europa, ma ci passiamo (quasi per sbaglio) pochissime volte l’anno, tagliando di tutta fretta chilometriche code di turisti. Se poi ci son le passerelle per l'acqua alta è preferibile annegare che partecipare alla Via Crucis. Questo è il momento giusto per viverci la piazza e farlo pure da siori. Tutti i giorni del mese di marzo, dalle 17 alle 20, i locali più rinomati, come il Caffè Florian o il Gran Caffè Quadri (by Alajmo) offrono il secondo drink dopo l’acquisto del primo. Usiamo comunque il buon senso, evitando assembramenti, specie al banco.
Dal 3 marzo hanno riaperto la Basilica (sia visite che area preghiere), il Campanile e Palazzo Ducale (con alcune limitazioni). Quando mai ti ricapita di poterli visitare in tutta tranquillità? 

Possiamo smettere di litigare in bateo. Comitive piantate davanti all'accesso priority, posti occupati da valigie-armadio, ultimi passeggeri che salgono senza chiudere quelle maledette porte (anche a -10°C). La vita quotidiana in bateo può essere difficilissima, ma per molti versi esilarante. La vecia veneziana che inveisce contro il marinaio “che ga verto subito ai turisti” illumina anche i lunedì più bui. 


Possiamo goderci il panorama dalla terrazza del Fondaco
Il Fondaco dei Tedeschi è talmente bello che ci si entra anche consci di uscirci a mani vuote. E poi, l'accesso alla sua parte migliore, la terrazza panoramica, è assolutamente gratuito. Quale miglior momento di questo pessimo momento per godersi a pieno la vista da lassù? Occhio però all'ora del tramonto. Il tutto potrebbe rivelarsi talmente romantico da portarci a infrangere la legge. Oggigiorno, gli amoreggiamenti a meno di un metro di distanza sono fortemente sconsigliati

Possiamo evitarci patetiche scene da bacarotour. Parliamoci chiaro, il termine “bacarotour” e il suo tipico modus operandi appartengono al veneziano quanto la patente di guida B. Sì, noi usciamo a bere (spesso), spostandoci magari da un bacaro all’altro, ma senza far sembrare il tutto una gita a Gardaland (con tanto di t-shirt stampate ad hoc e collanine hawaiane - non esagero). Ergo, possiamo temporaneamente “riappropriarci” dei “nostri” bacari anche in zone notoriamente battute dal turismo di massa, come la Misericordia (es. Oficina Ormesini e Vinovero) e Rialto (es. Al Volto, Al Portego, H2 NO). Ripeto la nota paternalistica: evitiamo assembramenti eccessivi, e beviamo all'aria aperta, come peraltro abbiamo sempre fatto, con qualsiasi condizione climatica. In tenuta alcolica e termica gareggiamo coi russi.

Foto dalla pagina Facebook di Suso


Possiamo prenderci un mega cono di Manet da Suso senza metterci in coda in Campo San Bortolo o ripiegare, per disperazione, nel barattolino Sammontana della Coop di San Lio. A proposito, alla Coop di San Lio, ora la coda non inizia più al reparto surgelati.

Possiamo sentirci come quei de Muran: con la morte civile come fedele compagna di vita.

Possiamo camminare per Strada Nova senza fare slalom tipo Alberto Tomba, e magari prenderci una pastina da Rizzo (riaperto in Rio Terà San Leonardo - Cannaregio 1355 - 30121) o vino e cicchetto alla Vecia Carbonera (Canneregio 2329, 30100)

Foto dalla pagina Facebook di Torrefazione Cannaregio


Possiamo aiutare i nostri locali. Si son ritrovati da Venezia ad Atlantide nel giro di una notte, poi catapultati nel deserto dal Cornonavirus, quale piaga d'Egitto toccherà ancora ai nostri poveri locali? Chi di noi se la sente di uscire (con tutte le precauzioni del caso), aiuta anche la città. La lista dei "locali giusti" è quasi infinita, (e per qualcuno forse ovvia), ma la stilo comunque. Oltre ai già menzionati: 
- Per il caffè: Torrefazione Cannaregio, Fondamenta Dei Ormesini, 30123;
- Per le pizzette: Marchini, Campo S. Luca, 4589;
- Per il tramezzino: Bar Alla Toletta, Dorsoduro, 1191;
- Per l'hamburger: Marciano Pub, Calle Loredan, 1863/C;
- Per la pizza: 1000 Gourmet, Calle de la Rizza, 475;
- Per i vini: Hostaria Vecio Biavarol (Puppa), Santa Croce, 225;
- Per un cocktail: Time Social Bar, Rio Terà Farsetti, 1414;
-
Per l'etnico: Orient Experience, Rio Terà Farsetti, 1847/B;
- Per il poke: Poké a Puà, Calle dei Fuseri, 4276;

Possiamo essere segati senza sentirci in colpa. Parlo agli universitari coraggiosamente rimasti in Isola. Con le incasinatissime lezioni e-learning e le biblioteche chiuse nemmeno il nostro inconscio potrà rimproverarci la disfatta totale al prossimo appello (di ignota data). 

Possiamo ammirare opere d'arte senza lucentissime chiome sud-coreane davanti. 
Dal 2 marzo hanno riaperto i musei civici (Palazzo Ducale, Museo Correr, Ca' Rezzonico, Ca' Pesaro, Museo del Vetro, Muso di Storia Naturale, Museo di Palazzo Mocenigo, Palazo Fortuny, Museo del Merletto, Casa di Carlo Goldoni, Torre dell'Orologio), seppur con particolari disposizioni: "Saranno sospesi i servizi di Attività Educative alle scuole, alle famiglie e al pubblico in genere, le visite alla Torre dell’Orologio, agli Itinerari Segreti e ai Tesori del Doge di Palazzo Ducale e il servizio delle caffetterie. L'accesso sarà regolato nel rispetto di quanto stabilito dal DPCM, in particolare contingentando gli ingressi, ai Musei e alle singole sale". Cit. MUVE
Dal 1 marzo è nuovamente visitabile anche il Peggy Guggenheim, sempre con particolari disposizioni.
Niente comitive di stilosissimi sud-coreani con cui spartire le amene visioni. Che lusso. 


Foto copertina: by Ricardo Gomez Angel on Unsplash


 

  • VITA DI QUARTIERE

scritto da:

Martina Vascellari

Letterata / Clubber / Street food addicted

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