Tra i produttori che dicono di fare del Made in Italy la loro bandiera, ci sono casi e casi. Si tratta di un mondo selvaggio dove la comunicazione (e spesso anche il marketing) si fanno selvatici: c’è chi propina solo aria fritta, fumo ben vestito da packaging figo, lustrini e paillettes.
Poi c’è chi ci mette il cuore, ma credendosi l’unico depositario di un bene che ‘’come lo faccio io non lo fa nessuno’’ si chiude in se stesso, non fa rete, non si confronta.

Ma c’è anche una terza tipologia di produttori: c’è chi con grande umiltà, forza combattiva, e voglia di continuare a migliorarsi, prende il proprio prodotto, magari eredità di padri e nonni, e lo traghetta nel futuro. 

A quest’ultima categoria appartiene l’azienda che racconteremo oggi, e la famiglia che con orgoglio la gestisce. Frantoio Fazio, immersa negli uliveti smeraldo di Bitetto - centro agricolo a pochi km dal capoluogo pugliese - è una di quelle gemme imprenditoriali che carezzano la nostra terra, dedicandosi con costanza alla qualità senza dimenticare il rapporto umano.

La ruota, la famiglia e tanta storia

Preciso volere dei fratelli Gianni e Raffaella Fazio, per il futuro della loro attività, è quello di trasformare il frantoio in una meta non solo commerciale ma soprattutto culturale. C’è un bagaglio imponente da portarsi addosso, con cuore e passione (visto che ormai siamo alla IV generazione di “Fazio”) ma anche con quella freschezza di chi si apre alla modernità e alla tecnologia.
Il bisnonno fondò il primo frantoio nell‘800. Presso l’ingresso dell’azienda attuale campeggia una vecchia ruota in pietra, in passato utilizzata come macina. Gianni e Raffaella Fazio sono saliti idealmente su quella ruota per portarla avanti nel tempo.
Nel 1999 avvenne il trasferimento presso la sede attuale, in aperta campagna, e il passaggio dal metodo tradizionale al ciclo continuo. La logistica dei nuovi spazi, infatti, si prestava meglio ai volumi aumentati ed ai nuovi macchinari.


L'idea del marchio di famiglia

3 – 4 anni fa, un ennesimo salto: alla vendita all’ingrosso si decise di affiancare quella al dettaglio, sulla scia di un prodotto di per sé formidabile, che andava migliorando sempre più, tanto nella forma quanto nella sostanza.
Il lampo di genio che ha portato alla decisione è arrivato casualmente. Gianni vide, all’angolo di una strada, una latta di olio senza alcun marchio inciso sopra. Come una stella cometa quella latta gli suggerì che, laddove quel contenitore avesse avuto un marchio impresso, magari quello della loro famiglia, il cognome stesso sarebbe divenuto un cartellone pubblicitario ‘’trasportabile’’ per rappresentarli ovunque. Così contattarono vari esperti per il packaging, la veste grafica e il sito nuovo, creato nel 2017.

Il turismo di prossimità 

Il futuro, aperto a ulteriori balzi in avanti, non può non prevedere l’arrivo in sede di scolaresche in gita, l’organizzazione di corsi di assaggio, cene e degustazioni, con tanto di chef e addetti ai lavori sempre più qualificati. Non bisogna poi dimenticarsi che Bitetto è integrata nel circuito del Cammino Materano, una rete di percorsi, contrade e tratturi che dalla Puglia conducono camminatori professionisti o semplici amanti della natura fino alla città dei sassi. Sarà interessante permettere loro di sostare qui e di fare un aperitivo sotto un ulivo, permettendo loro di intingere un pezzo di pane nell’olio, direttamente dall’apertura sotto il separatore.
Tutto ciò servirà ad aumentare la vendita al dettaglio, oltre che ad infondere una cultura della qualità nel pubblico. Infatti, anche se siamo nella regione che conta più ulivi di tutta Italia, ancora oggi siamo schiavi di troppe cattive convinzioni, di quelle che, per capirci, fino allo scandalo dell’etanolo colpivano anche il mondo del vino e che sono state superate puntando solo sulla qualità e sui vari corsi di formazione per sommelier o assaggiatori.

Una famiglia che ha sempre creduto nella qualità

Dal futuro esploriamo il passato di casa Fazio. I primi flashback che Gianni e Raffaella custodiscono, li portano al frantoio di nonna, in paese. Erano piccolissimi ma ricordano bene un caminetto enorme, di fronte al quale lei stava sempre a cucinare squisitezze. C’era un continuo viavai di operai, e quasi una nebbia nell’aria, il fumo dei macchinari, un profumo di olio intenso che probabilmente negli anni si è fatto largo nelle loro anime, convincendoli a prender in consegna quella storia meravigliosa attualizzandola.
I macchinari moderni, a differenza della romantica ma vecchia mulazza, ad esempio, sono tutti chiusi, preservano la qualità delle olive ed il risultato finale sul palato del consumatore. I polifenoli sono sostanze volatili, quindi bisogna imprigionarli per far sì che non si disperano. 
Dai moltissimi competitors della zona, i Fazio differiscono per queste accortezze, per la qualità e varietà dei prodotti in vendita. Grande importanza riveste la grafica, il packaging e la cura del dettaglio, tutto merito di Raffaella, laureata in belle arti. L’Orcio di ceramica personalizzato, dipinto da lei, pensato per cerimonie ed eventi, testimonia la voglia di innovarsi e soprattutto di accontentare ogni capriccio del cliente.
Gianni invece, uomo ‘’del campo’’ ha il grande sogno di far diventare l’olio un ingrediente e non un semplice condimento sulle tavole degli Italiani. Maledizione, siamo in Puglia, come è possibile trattare questo vero e proprio oro verde come se fosse un banalissimo condimento? 
Impossibile non essere in accordo con lui. Dobbiamo ricordarci di essere noi i primi ambasciatori della nostra terra, la nostra casa. Lunga vita alle aziende, come Frantoio Fazio, che non smettono mai di custodire questa memoria.

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