Dai, non è un pub. È qualcosa di più, è quasi uno status symbol. Perché se alla porte di Mestre cerchi un "pub con la P maiuscola" con ogni probabilità il tuo pensiero corre lì, a Periferia Pub. Un'istituzione per Martellago e dintorni. Merito dei suoi tavoli e del suo grande banco in legno, delle spine delle birre (tra cui chicche a rotazione), degli hamburger con i controfiocchi e di quell'atmosfera che ti rimanda direttamente Oltremanica. Dove i pub sanno cosa sono e, soprattutto, sanno come si gestiscono. La creatura di Thomas Favaro è 17 anni sulla cresta dell'onda e continua a cavalcarla affondando radici ben salde nella tradizione ma aprendosi prima, e meglio di altri, alle novità pronte a esplodere anche nel Belpaese. Un esempio? Da Periferia si possono provare gli smash burger, letteralmente "schiacciati" sulla piastra per aumentarne superficie e godimento. Occhio che a breve saranno ovunque con il loro pan brioche, il doppio disco smashato di carne e tanta bontà.

Qualità fa rima con quantità e cura del dettaglio


Cosa contraddistingue questo locale? Non l'ampio plateatico che con la bella stagione si riempie a ogni ora, non la scelta virtualmente sterminata di birre, non i panini super. Qui è l'atmosfera ciò che conta, informale il giusto per far sentire chiunque entri a proprio agio, ma curata nel dettaglio per garantire un'esperienza all'altezza. Sul servizio non si transige, ma la squadra è giovane e affiatata e questo lo si percepisce subito. Musica rock (essendo un pub c'è una certa predilezione per il celtic punk, of course) fa da contraltare a un maxi schermo perennemente sintonizzato sugli eventi sportivi del momento. Il resto lo fa la cucina, e che cucina. Perché pub non è sinonimo di sciatteria, anzi. Qui qualità fa rima con quantità e ogni portata si dimostra di un certo livello, anche perché Thomas sono 17 anni che lavora incessantemente per migliorare procedimenti e processi attingendo dalle migliori realtà europee e d'Oltreoceano.

Gli hamburger più buoni del reame


Tra le firme del locale, naturalmente, gli hamburger. Il bun è artigianale, volendo anche senza glutine: il New York è un must, servito con carne di manzo, bacon, formaggio, cipolla, lattuga e pomodoro (e una montagna di patatine a parte); il Periferia è una tradizione, contraddistinto da bun artigianale, hamburger di manzo, bacon, cheddar, frittatina, salsa tartara, pomodoro, anelli di cipolla; il Dublin Burger ti fa viaggiare direttamente in Irlanda tra bacon, cipolla crispy, uovo all'occhio e salsa tartara. Dulcis in fundo il Carbonara, che abbina l'hamburger a guanciale, pancetta, crema di pecorino e crema carbonara. In più, come detto, di recente è stata inserita la novità degli smash burger (da provare lo "smokey" con salsa smokey baonnaise), il cui nome campeggia sulla lavagna delle new entries all'ingresso al pari del tartare burger (con tartare di manzo, stracciatella, pomodori secchi, olive taggiasche e rucola) e della pizza a pala.

Tra i club e le wraps c'è un mondo da gustare


La ricerca incessante di Thomas coinvolge anche i club sandwich. "Perché non basta assemblare ingredienti di prima qualità - spiega lo staff - serve mettere a punto un procedimento ad hoc". Detto fatto. Lo si percepisce subito ordinando il "club classico": qui si viaggia con una marcia in più. Da non perdere il club pulled (sul maiale sfilacciato vi potrebbero aprire un'enciclopedia da Periferia) e quello con il pollo sfilacciato cotto a bassa temperatura. Entrambi vengono marinati, cotti e sfilacciati direttamente in cucina. Perché la filosofia del "fatto in casa" è tra i punti fermi del locale: così la carne degli hamburger viene macinata da una macelleria locale e la stagionalità è la stella polare del menu. E che dire delle wraps (tortilas di frumento farcite, arrotolate ripassate in padella). Tre le proposte: gli immancabili pollo e maiale sfilacciato e la versione con le verdure. Perché questo locale è per natura inclusivo, sia per prezzi, sia in fatto di menu. Tant'è vero che la clientela spazia dalle comitive di teenager ai manager in doppio petto, dai bikers alle famiglie del circondario.  

Il boccale qui è sempre una scoperta


Non esiste pub senza birra, come non esiste tennis senza racchette e palline. Qui, però, la peculiarità è che le birre ruotano in continuazione spaziando dai brand più noti ai birrifici artigianali del territorio. Così a maggio tra le novità campeggiavano la Lagunitas (6,2°), una IPA statunitense ad alta fermentazione, la Lupoloid (6,7°), IPA prodotta dal figlio di Robert Plant dei Led Zeppelin, e la Pink Killer (5,0°). Dopodiché il segreto è saperle spinare a menadito le birre, con la giusta quantità di schiuma e la perfetta temperatura per far cantare le papille gustative. Perché una Guinness non me la leva nessuno, ma se è servita come si deve è tutta un'altra cosa. Occhio anche agli happy hour con cicchetti della tradizione e pinta di birra scontata.

Periferia Pub
Via Giacomo Puccini, 1 - Martellago (VE)
Tel. 0418893183

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