Ci sono pochi locali che non hanno bisogno di presentazioni per essere riconosciuti. Questo che stiamo per presentare, ad esempio, lo si potrebbe solo riconoscere guardando un piatto in foto, e non parliamo del piatto completo ma proprio del piatto fisico perché è talmente dettagliato, particolare e personale da essere pure unico, qui a Padova almeno. 

Sì, loro sono Peace’ N’ Spice e questo è il riassunto a parole, molte parole e poche immagini, che però anticipiamo già da ora non riuscirà a descrivere il profumo dei piatti, i sorrisi del personale e la perfetta armonia di questo punto fermo della nostra città, oggi sdoppiatosi. 

Partiamo dall’inizio però…


Non è la prima volta che mangiamo da Peace’ N’ Spice, non che sia importante ai fini del nostro racconto sia chiaro, ma è unicamente per dire che sappiamo già cosa ci aspettiamo di trovare e soprattutto sappiamo già come staremo. Spolier: bene. 

Il problema? Il problema è che anche a distanza di tempo, anche sapendo cosa ci aspettava, loro sono comunque riusciti a sorprenderci e lo hanno fatto semplicemente facendo quello che fanno sempre: accogliendoti. È una cosa che diamo per scontata questa, è una cosa che poi a lungo andare capita anche di dimenticare. Spesso si ricorda un locale per le sue specialità, per la sua drink list, magari anche per il bel bagno particolare, sicuramente per il conto, sicuramente se è molto salato, sicuramente se è molto poco salato. Qui invece quello che ci si scorda nel lungo corso è come si è stati e quando poi si ha l’occasione di tornare, tipo noi qualche giorno fa, in un attimo si è trasportati nella verità: esistono ancora posti dove mangiare non è mai solo mangiare, prima conta anche e probabilmente essere. 

Certo, mangiare conta e per questo posto il cibo conta eccome 

E lo è perché questi piatti non sono mai “solo” cibo, non sono mai “solo” nutrienti, sono il racconto di un popolo, di un territorio, di una intera parte di mondo che chiede di essere guardata, vista, conosciuta, mai temuta e soprattutto scoperta anche e soprattutto grazie alla cosa che tutto muove. No, non l’amor di Dante Alighieri ma il cibo. 

Lasciamo completamente carta bianca…


…e la scelta ricade su due piatti unici, piatti che sono i “nuovi” arrivati nel menù, in entrambi il menù. Prendiamo così “Ashak”, dei ravioli ripieni di cipollotto, porro e coriandolo fresco con salsa di yogurt, menta e lenticchie gialle al pomodoro e sua maestà la “Moussaka”, tipico sformato di patate, melanzane, macinato di manzo, besciamella e formaggio grana. 

Anzitutto mettiamo le mani avanti: quando sentiamo parlare di “piatti unici” la cosa spesso spaventa perché inevitabilmente ci s’inizia a chiedere se basterà, se sarà troppo poco, se sia o meno il caso di aggiungerci altro, se, se, se…Ecco sciogliamo i dubbi: qui i piatti unici si chiamano così perché giustamente sono piatti unici che ti permettono di saziarti bene, con gusto e, volendo, se proprio c’è ancora un piccolo spazio allora magari puoi sceglierti un dolcetto, come abbiamo fatto noi. 


Ma veniamo a noi. I ravioli sono un piatto che difficilmente riuscirà a non sorprenderti perché morso dopo morso si svela sotto diversi punti di vista. La prima cosa che senti infatti è la morbidezza dei ravioli - chiaramente, come tutto, fatti in casa - poi ti intriga una punta di piccante mai banale e mai eccessivo ma capace di avvolgerti la lingua. E infine tutto il resto: la freschezza del ripieno, l’acidità dello yogurt e la consistenza incredibile delle lenticchie gialle al pomodoro che risolvono così una quasi eccessiva morbidezza. Un piatto che non assomiglia a nulla di già provato e che per questo rimarrà nei ricordi per un bel po’. 

Nella foto qui sopra quelli che vedete sono l'altra versione di ravioli, si chiamano "Mantu" e come sembianze e fattezze assomigliano moltissimo agli Ashak che abbiamo assaggiato ma contengono carne. Anche questo è un piatto che presenta la salsa yogurt, la menta e le lenticchie gialle al pomodoro, con la variante però di un ripieno non più vegetale bensì di macinato di carne. Prossima volta tocca provarli: sono presenti in entrambi i locali!


La moussaka invece vabbè, non ha bisogno di grandi presentazioni perché è un piatto molto più noto che, seppur difficilmente si trovi qui da noi a Padova (ben fatto soprattutto) è un nome, un volto e un sapore che è una sorta di comfort food. Sembra infatti una lasagna, chiaramente della lasagna ha gran poco se non la besciamella, ed è strato dopo strato, un tripudio di diverse consistenze dove nessuna prevale ma tutte sono correttamente esaltate. 

Non solo cibo, anzi 


Peace’ N’ Spice è anche un ottimo cocktail bar con una attenta selezione di vini, molto spesso naturali e una piccola ma interessante e caratteristica selezione di birre molto particolari. Proprio da questo partiamo, da una birra all’Ibisco (Pink Ale) una birra che, come tutte quelle presentate qui, è realizzata e prodotta in maniera artigianale e in esclusiva proprio per Peace' N' Spice. E' una birra che consigliamo per chi cerca qualcosa di fresco e molto dissetante dal gusto beverino, caratteristico invece il colore quasi rosato dovuto alla presenza dell’Ibisco. 

Il pranzo poi prosegue con due diversi cocktail: il primo si chiama “Tonica dorata” realizzato con acqua tonica, sciroppo di zafferano fatto in casa e lime e il loro iconico “Kabul Mule” con vodka, Ginger beer, estratto di cetriolo e karkadè. 


Tonica dorata è perfetto per gli amanti dello zafferano perché è una vera e propria esplosione di sapore in bocca, tanto che la prima cosa a cui penserai è “sembra di mangiare un risotto alla Milanese, uno fatto gran bene” ed è un cocktail fresco, dissetante e analcolico, cosa che non guasta mai. Il Kabul Mule invece beh, reinterpretazione del classico e famoso Moscow Mule che viene chiamato così come tributo alla città Afgana. 

Chiudiamo in bellezza 

E chiudiamo infatti dividendoci un dolce che è una coccola ma anche una ventata di freschezza e, ancora un ritorno indietro a quando da bambini sicuramente almeno una volta nella vita la mamma ha scelto di farvi mangiare la banana schiacciata. Ecco, questa è la sua versione da adulti e nettamente migliorata. 
Neanche a dirlo si chiama proprio “Dolce alla Banana” ed è un budino di banana con Philadelphia e panna fresca e una guarnizione di biscotti. Il consiglio è di aspettare un minuto prima di mangiarlo così da lasciarlo scioglierlo quel poco che basta per renderlo ancora più morbido e avvolgente. Il gusto è quello della banana (ma va) mentre la cremosità è quella di una cheesecake molto soda. Che dire? Il biscotto è letteralmente la ciliegina. 

Non è però finita qui perché abbiamo dei consigli che hanno dato a noi e che noi diamo a voi perché questi nuovi piatti certo non potevamo provarli tutti, vero? 

Anzitutto vogliamo ricordare che Peace’ N’ Spice ha due locali, quello dove abbiamo pranzato noi in Via del Portello 40 e lo storico aperto dal 2017 in pieno centro città in Via Dondi dall’Orologio 13, entrambi sono a Padova. Tutti i locali sono aperti sia a pranzo che a cena e tutti hanno la cucina sempre aperto quindi sì, puoi pranzare anche alle 15.00 oppure sederti a lavorare o ripassare per l’esame. 

Detto questo importante sapere che i menù, per quanto siano molto simili e fondati sulla medesima filosofia culinaria, sono leggermente diversi. 
I piatti nuovi da provare al Portello? “Insalata di Primavera” realizzata con finocchio, mela, prezzemolo, mais e rape rosse con sommaco oppure “Dopiaza” uno stufato di agnello e cipolla, servito con insalata mista e pane indiano. Nel locale del centro invece, fortemente consigliato il “Kunafa” una pasta kataifi, Philadelphia e panna fresca con granella di pistacchio. 
Per le bevande analcoliche invece la “Peace’ N’ Spice estiva” con mela, melone, cubetti di ananas, lemongrass, zenzero e scorze di limone; la troverai sempre al Portello. 

Peace’ N’ Spice
Via del Portello, 40 - Padova 
Tel. 0499407098

Peace’ N’ Spice
Via Dondi dall’Orologio, 13 - Padova 
Tel. 049663450

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