La cucina creativa alla Rotonda di Badoere: 5 cose che devi sapere

Pubblicato il 27 novembre 2015

La cucina creativa alla Rotonda di Badoere: 5 cose che devi sapere

Il momento più bello di andare al lavoro in giro per ristoranti è quando ti capita di scovare il localino che non ti aspetti. Quel posto dove la tua professionalità vacilla seriamente, perché ogni singola voce del menù (che dovresti consultare con distacco deontologico) ti manda in crisi la salivazione. L’ultima volta mi è successo all’Amorestaurant, il nuovo ristorantino creativo sulla Rotonda di Badoere che fonde i sapori mediterranei con l'enogastronomia veneta. Ma in cosa consiste nello specifico questa fantomatica "cucina creativa"...?

1. Creatività negli abbinamenti

La prima sensazione all'apertura del menù è stata quella di smarrimento: parole in stretto leccese affiancate a nostri termini dialettali che raccontano ricette sperimentali, un intreccio di sapori con cui lo chef si fa beffe delle latitudini. Dalla capasanta grigliata su letto di radicchio in saor alle mazzancolle con pasta kataifi e misticanza quenelle di bufala trevigiana, fino alle sagne ‘ncannulate con peoci e fasioi al lime, ogni specialità della casa attinge con una mano alla scuola salentina e con l’altra alle idee nostrane. In mezzo a tanta fantasia, subito dopo lo smarrimento ecco un'altra sensazione: "wow".

2. Creatività nella presentazione


Dopo un'accurata riflessione, su consiglio del simpatico maître ho optato per la degustazione di mare: gente, uno spet-ta-co-lo già per gli occhi. Dalla scelta dei piatti (piani in ardesia, terrine in porcellana Rouen, cesti di bambù alla giapponese) a quella delle posate (galvanizzate al bronzo), fino alla struttura estetica data alle pietanze. Talmente belle da vedere che mi sembrava un peccato mangiarle, e per un attimo ho esitato davanti ad ogni portata. Giusto un attimo eh.

3. Creatività nelle materie prime


Quante volte capita di sentir definire "creativa" una cucina che si rivela poi un mero esercizio di stile dello chef, dove sotto la foga di stupire ad ogni costo si celano prodotti banali (in porzioni ridicole), coperti da qualche foglia di fico alla francese? Sono quei locali da cui personalmente esco ancor più affamato, e mi farei di corsa una pizza. Ecco, nulla di ciò è accaduto invece all’Amorestaurant: ogni piatto mi ha lasciato senza fiato per lo smodato utilizzo di eccellenze gastronomiche, vuoi venete a Km 0, vuoi mediterranee. E quando il maître si prodigava nel descrivermi gli ingredienti, finivo sistematicamente col perdere il conto. Pesce fresco di stagione, verdure dell’orto biologiche, primizie del salento e del trevigiano, pane fatto in casa dai mille sapori diversi e innumerevoli prodotti di nicchia. 

4. Creatività nei dessert


“Uno spazio per il dolce c’è sempre”: così mi ha apostrofato il simpatico maître allorché io stavo ormai vacillando, già abbondantemente gratificato da una degustazione che non immaginavo tanto generosa. E meno male che gli ho dato ragione, perché altrimenti mi sarei perso il Tiramisù in Piazza: una rivisitazione del dolce più buono al mondo che ricorda la forma della Rotonda di Badoere, e che dà giusto un’idea degli spettacolari dessert a sorpresa pensati dal maestro pasticciere dell’Amorestaurant. Al prossimo giro, vado di composizione di mezze sfere ai frutti di bosco e salsa al pistacchio...

5. Creatività nei drink


Salto subito ai titoli di coda, senza soffermarmi sulla folta carta dei vini tra cui ho scelto il bianco biologico da sposare alla mia degustazione ittica. Terminato il dessert con indescrivibile soddisfazione, mi si è presentata l'insolita indecisione tra un digestivo alcoolico ed un liquore analcoolico. Insolita perché, mentre normalmente non ci penserei su un secondo, stavolta era troppo grande la curiosità di assaggiare il fantomatico vincotto. Così ho scelto quello alla menta, non senza orientarmi con fatica tra i moltissimi gusti possibili.
Poi però mi è venuta voglia anche di cioccolata, e con la scusa di averne due quadratini ho chiesto quel rum vecchia riserva che faceva capolino da una mensola...

Immagine di copertina: profilo facebook Amorestaurant
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scritto da:

Alvise Salice

Con lo pseudonimo di Kintor racconto da anni i miei intrattenimenti. Sport e hi-tech gli amori di gioventù; mentre oggi trovo che viaggiare alla ricerca di culture, gusti e sapori della terra sia la cosa più bella che c'è. O magari la seconda, via.

IN QUESTO ARTICOLO
  • Amorestaurant

    Piazza Indipendenza 23, Morgano (TV)

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