Alla scoperta del Rubens: tra birra a fiumi e gustosi piatti

Chi non conosce Rubens Brasserie alzi la mano... non c’è da stupirsi se nessuno si fa avanti, perché il pub con cucina in questione, che compie 14 anni ad aprile, è ormai entrato a far parte della rosa dei locali storici della città. Rubens è uno di quei posti in cui ci si va per bere una birra in compagnia (e che birra!), per gustare piatti tipici della cucina nord Europa e non solo, per guardare le partite della serie A o anche semplicemente per farsi un giro di whisky dopo cena e godersi attimi di relax. Insomma è uno di quei locali dove sentirsi a casa e il merito sicuramente di Vito, il titolare, e del suo staff che ogni giorno accolgono gli avventori con professionalità e gentilezza. Non meno importante però è il menu che porta in tavola una cucina nordica e di sostanza che si racconta qui sotto in scatti che rappresentano una minima parte della proposta completa, ma al resto toccherà pensarci la prossima volta.
 

Siamo d’accordo sul fatto che si tratti di una brasserie di ispirazione belga, ma ciò non vuol dire che non si trovino in menù anche portate dal sapore salentino, preparate con ingredienti a km 0 di altissima qualità, come ad esempio la burratina mediterranea con la quale iniziare a stuzzicare l’appetito.
La cremosità della burrata, il sapore intenso e la sua tendenza dolce si abbinano perfettamente all’acidità e all’aromaticità dei pomodorini caldi dai quali è cosparsa, così come la succulenza del capocollo di Martina Franca adagiato sugli spicchi di piadina aromatizzati all’origano ben contrastano con i petali di rucola. Un tripudio di sapori perfettamente equilibrati che chiedono al palato di non fermarsi. In abbinamento Vito propone una birra leggera, lievemente luppolata, e lievemente amarognola. Una IPA per l’esattezza, disponibile sia sulle vie alla spina che in bottiglia.

A proposito di birre dobbiamo fare un passo indietro perché bisogna sapere che al Rubens esiste un intero menù dedicato a questo nettare, suddiviso in base alla classificazione: birre a bassa fermentazione, a fermentazione spontanea, birre a fermentazione mista, birre a frumento, birre chiare ad alta fermentazione, birre ambrate ad alta fermentazione e birre scure ad alta fermentazione.
 

Sette le vie alla spina e oltre 80 le etichette di birre in bottiglia artigianali che provengono da tutto il mondo, trappiste incluse. Da padrone, ovviamente, la fa il Belgio con circa 30 etichette, ma non mancano le italiane, le inglesi, le irlandesi, le americane, le olandesi e via dicendo. Le spine, invece, vanno a rotazione: la birra del mese di ottobre, ad esempio, è la Suprema Ratio del Birrificio del Ducato.  Poi ci sono dei fuori menù, le birre senza glutine, le analcoliche e i sidri, di mele e pere, spesso richiesti dai turisti in zona.
 

Speciale menzione per la regina del Rubens, la Guinness. C’è da sapere, infatti, che Vito è l’unico rivenditore ufficiale di Guinness per cui se volete la garanzia di bere un prodotto sempre fresco, originale e che viene da Dublino… beh non c’è alternativa! Parola di irlandese.
 

Quello che arriva in tavola poi è la porchetta umbra al forno con contorno di patate aromatizzate al rosmarino. La carne, tenerissima, è adagiata su un letto di insalata e condita con una glassa di aceto balsamico che mitiga la forte speziatura. L’accostamento perfetto è con una birra belga, dalla nota dolce e pastosa, quasi “doppia”: la scelta ricade su una Ciney rossa di 7% vol. ma dall’alta bevibilità. E, infatti, non si sente quasi il grado alcolico e la birra – sorso dopo sorso - scende che è un piacere.
 

Giunge l’ora del piatto forte, lo stinco di maiale al forno, che nel menù del Rubens si è meritato una intera pagina di menù, dove sono ben le undici tipologie proposte. C’è il Dinner (stinco in salsa barbecue), il Satiro (stinco alla paprika, scamorza affumicata e ventricina), il Maja Desnuda (stinco al curry), il Narciso (stinco con riduzione di Guinness), il Bacchus (stinco al negroamaro), il Laocoonte (stinco con scamorza affumicata e speck), L’urlo (stinco con fonduta di gorgonzola), il Guernica (stinco in salsa tonnata), il Fornarina (stinco in salsa yogurt), l’Olympia (stinco con cipolle e pancetta), e il Gioconda (stinco in salsa barbecue su letto di porchetta arrosto). E tutti sono serviti con un contorno di patate al forno e di verdure grigliate.
L'occhio cade su quello con riduzione di birra Guinness: un piatto abbondante, che spesso porta alla scelta della condivisione. Ma la nota da sottolineare riguarda la qualità e la tenerezza di questa carne, cotta a lungo e a regola d’arte. Non servirebbe nemmeno il coltello perché si scioglie letteralmente in bocca. Abbinato a una Guinness, che ha il tipico sapore tostato, è la morte sua.
 

Dulcis in fundo, dice il detto. Tra i golosissimi in menù balza all'occhio il soufflè di cioccolato fondente con cuore caldo circondato da panna montata fresca, che si sposa benissimo con un whiskey irlandese. Rubens, infatti, è specializzato nella gamma Bushmills: dall’original al bluck bush, dal 10 al 16 anni, fino al rarissimo 21 anni. Forse è davvero l’unico ad averlo in tutto il Salento. Gli intenditori sanno che per descriverlo basta un “wow”. Morbido, non troppo aromatico e poco invadente, questo distillato racchiude in sé tutti i profumi del single malt.
 
 

  • RECENSIONE
IN QUESTO ARTICOLO
  • Rubens Brasserie

    Via Matteotti 36, Lecce (LE)

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