Renato, Matilde, Andrea e Thomas. Sono la famiglia Manfrè, caposaldo di lungo corso della ristorazione jesolana… Quella di qualità, dove cucina e accoglienza spiccano sempre di pari passo.

Dopo aver coccolato una clientela ben fidelizzata per diversi anni all’indimenticabile Laguna di Piazza Mazzini, oggi destinano tutto il loro amore e la loro esperienza in una neonata creatura: il Flora di Largo Tempini. Raffinato localino per cenette curiose, confortevole bistrot dove pranzare in modo light, cocktail bar intrigante e perfino spazio idoneo al co-working e agli eventi aziendali taylor-made. Ristorante Flora a Jesolo Lido: siamo stati dai Manfrè per sentirci raccontare la loro nuova scommessa.


Ci raccontate anzitutto un po’ della vostra storia?
Renato - Mia moglie Matilde ed io abbiamo cominciato giovanissimi, nel 1985: non inesperti eh, ma incoscienti sì. Avevamo 20 anni e abbiamo aperto il nostro primo bar a Eraclea. Subito dopo abbiamo aperto L’Invito, un bar notturno che teneva aperto fino alle prime ore del mattino. Poi Villa Lupis a Pasiano di Pordenone, che abbiamo realizzato assieme al Conte; quindi il Campiello a San Donà di Piave: un ristorantino che in qualche modo anticipava, forse troppo per l’epoca, il concept ricreato tanti anno dopo qui al Flora. Qui a Jesolo abbiamo coronato un primo sogno al Laguna, aperto nel 2005 in Piazza Mazzini, e mantenuto fino al Covid.
 
Come siete arrivati al Flora? Com’è nata l’idea?
Matilde -
E’ nata da una voglia di ricominciare, dopo essere stati fermi per due anni a causa del Covid. “Vogliamo fare qualcosa di nuovo”, ci siamo detti, cercando però anche una location che ci offrisse determinate emozioni. Volevamo peraltro toglierci da Via Bafile, e Largo Tempini ci era sempre piaciuto… Del resto qui prima di noi c’era Alfredo, un ristorante storico, status symbol degli anni ’80 e ’90, creato da un personaggio famoso a livello internazionale. Diciamo poi in generale che a Jesolo non esisteva un locale che, in termini di cocktail, proponesse un’autentica filosofia del miscelato di qualità, sperimentale e all’avanguardia, capace insomma di andare oltre il classico Americano o Negroni.


Il locale ha un’impostazione particolarmente intima. Quanti coperti avete?
Matilde -
D’estate, tra interno ed esterno 60 coperti. Nella fredda stagione invece si riducono a 35. Bisogna però aggiungere anche la saletta al primo piano dedicata a smart working, riunioni aziendali, aperitivi “su misura”:  una saletta esclusiva, utilizzabile in diversi modi.
 
L’arredamento ha un taglio ben definito e studiato. Chi se n’è occupato?
Renato - Mia moglie Matilde. Il gusto dell’interior design, gli accostamenti, le piante, il legno, il metallo ramato… Tutto merito suo. A cominciare dall’illuminazione, tarata non sulla sala ma sul singolo tavolo, soffusa, pensata per ricreare un’atmosfera intima e privata.


Parliamo di cibo.
Renato - Volentieri! Personalmente il mio intento è quello di valorizzare il territorio con creatività, di modo da realizzare piatti che siano immediatamente “comprensibili” dal cliente, proprio in forza delle materie prime con cui vengono preparati…
 
Specialità della casa il pesce.
Matilde - Sì, grazie soprattutto alla vicinanza con la laguna veneta, un incredibile ecosistema da scoprire. Per il pescato ci approvvigioniamo presso un’azienda molto seria, agganciata a pescatori, che ci consente di avere pesce fresco locale e selezionato di altissima qualità.


Per esempio?
Renato - Beh, parlando di primi, i risotti e la pasta sono i nostri capisaldi. Inoltre, stiamo dando molto valore anche alle cucine vegetariana e vegana. Abbiamo scelto di farlo per avvicinarci ad abitudini alimentari che rispettino l’ambiente e la sostenibilità senza rinunciare al piacere del buon cibo.
 
E questo vale tanto per la cucina quanto per la cicchetteria, si direbbe.
Andrea - Esatto. Infatti puntiamo molto anche sull’aperitivo rinforzato, tanto a mezzogiorno quanto alla sera, a base di cicchetti gourmet. Sono una buona ventina di proposte, tra cicchetti “insoliti” e crostini assortiti, abbinabili ad un buon calice di vino, ad un drink di classe, ad un miscelato classico o particolare.

Ci si potrebbe pranzare, in sostanza.
Andrea - Assolutamente sì; ma all’ora di pranzo, alla cicchetteria affianchiamo la proposta di piatti caldi del giorno: un menù dedicato che consente al cliente di sentirsi libero di pranzare da noi in modo “light”.


La carta dei vini annovera qualcosa come 150 etichette tra bollicine, bianchi, rossi, champagne, cremant…
Renato - Sì, esatto, posto che rigorosamente noi diamo valore alle tre regioni del Triveneto. Ci spostiamo comunque anche su tutte le altre zone d’Italia; e abbiamo un'interessante linea di champagne. Sulle etichette c’è una continua ricerca di piccoli produttori magari poco conosciuti, perché secondo me hanno una marcia in più in termini di artigianalità e di qualità. Questo vale sia per i vini che per le toniche da abbinare ai gin.
 
E allora parliamo anche di cocktail.
Thomas - Qui cerchiamo di proporre idee ed accostamenti nuovi. Le nostre miscele sono studiate anzitutto per abbinarsi alla cucina. Per esempio, quest’estate abbiamo proposto un’anguilla cotta a bassa temperatura. La consigliavamo assieme ad un cocktail a base di sakè e barbabietola. Un abbinamento che nasce per la volontà di far percepire i sapori dell’ambiente in cui vive l’anguilla grazie alla ruvidità della barbabietola e all’intensità elegante del sakè.


In termini di gin?
Thomas - Puntiamo decisamente più sulla ricerca che non sulla quantità. E ciò è vero al punto che preferiamo comunicare a voce le nostre proposte, che cambiano sempre e in molti casi prevedono referenze poco conosciute, da spiegare con cura al cliente.
 
Last but not least: solo dessert fatti in casa.
Matilde - Come sempre, nella nostra storia. Solo che, a differenza dei tempi del Laguna, quando a vetrina campeggiavano tutti i dolci del giorno, oggi preferiamo sorprendere i nostri clienti con creazioni provenienti direttamente dalla cucina. Insomma, sorpresa fino all’ultima portata.


Matilde - La millefoglie al Laguna però, lì in bella vista, faceva la sua gran figura... E la fa ancora: solo che stavolta la prepariamo in una veste scomposta…
 
Spettacolo. In definitiva, qual è la cosa che vi rende più orgogliosi?
Renato - Ribadisco: di aver potuto proseguire nella parte centrale di Jesolo, in una zona che vive tutto l’anno, un ristorante con un percorso così importante, aperto da una persona straordinaria come Alfredo Beltrame, un vero visionario della ristorazione. Con il Flora, crediamo di essere riusciti a creare un locale in grado di ritagliarsi, nella Jesolo degli anni 2020, un locale degno di quell’eredità... Seppur completamente diverso.


Flora - Cucina, Bottega, Vino
Indirizzo: Largo Tempini, 13 - Jesolo (VE)
Telefono: 0421578858

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    Largo Tempini 13, Jesolo (VE)

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