Napoli e il Giappone sono più vicine di quanto immaginiamo. E la città di Kagoshima, nella regione di Kyūshū, ricorda tanto il capoluogo campano, non solo per la vicinanza del vulcano Sakurajima lì sullo sfondo: non a caso dal 1960 Napoli e Kagoshima sono gemellate. "Sì, ma cosa c'entra tutto questo con Firenze?" chiederete voi. I soliti impazienti. A Firenze c'è un intimo e suggestivo angolo che parla di questa singolare comunanza, fondendo le peculiarità della cucina giapponese con gli iconici sapori della tradizione napoletana. Il risultato? La cucina jappoletana di Fusion Sushi Lab & Lounge Bar. Scopriamolo, con una raccomandazione a monte: non è un "all you can eat".


Fusion Sushi Lab & Lounge Bar ha i volti di Erika Gambardella e Valentino Fadda, coppia sia nel lavoro, sia nella vita. Lei, napoletana, è una grande appassionata di cultura giapponese. Lui, giramondo sardo, è rimasto folgorato dall'accoglienza e tradizione napoletana. E, a tavola, da come cambiano e variano piatti tradizionali da storia a storia, da famiglia a famiglia. Entrambi cresciuti in esperienze nei campi della ristorazione e del turismo, a marzo 2023 hanno deciso di aprire un proprio "angolino" dove raccontarsi, unendo Napoli e il Giappone grazie ai denominatori comuni dell'unione a tavola e del senso dell'accoglienza. Più immediato all'ombra del Vesuvio, più profondo in estremo Oriente.

Bell'atmosfera


Fusion Sushi Lab & Lounge Bar si presenta come un contesto innovativo con radici ben salde nelle due tradizioni, napoletana e nipponica, che Erika e Valentino puntano a far sentire in ogni boccone, rivisitando piatti cardini senza mai stravolgerli. Sapori e profumi che ricordano casa, in ottica fusion. Qui mangiare è assieme scoperta, piacere, opportuna lentezza. Una ventina i coperti, fra i quali Valentino si muove come l'oste di un tempo, raccontando i piatti senza stancare. I piatti non fanno la coda per arrivare, ma sono cadenzati, creando il leopardiano piacere dell'attesa e lasciando il tempo di gustarsi ogni proposta. Il tutto, accompagnati da una musica soft e una luce calda, che percorre la carta da parati con animali estinti del giardino dell'eden, gli arredi di design e dettagli iconici come i corni anti-sfiga.

Prodotti di qualità e tradizioni che s'incrociano


Concept originale, atmosfera accogliente. E prodotti di qualità, sapientemente lavorati e personalizzati. Servita in una moka, la salsa di soia di Fusion Sushi Lab & Lounge ar è più dolce e densa di quella "classica". Va a dare ulteriore sapore a piatti che hanno già una storia e un sapore compiuto. Un di più, come l'olio buono nella tradizione toscana e italiana. Si cerca sempre il pescato del giorno: quando tempo e mare permettono, qui si lavora e si gustano anche ricciole e gamberi rossi. I tonni arrivano prevalentemente dalla Sardegna, dall'Isola di San Pietro, ma anche dalla Sicilia. Arrivano interi e vengono lavorati interamente: per gli amanti della ventresca, meglio prenotare. La regola, per Erika e Valentino, è acquistare e servire solo prodotto fresco e italiano. Unica eccezione è il salmone, rigorosamente scozzese, con componente proteica nettamente preponderante rispetto alla scarsa massa grassa. Tutti i piatti sono preparati al momento, ad eccezione di alcune lavorazioni estremamente elaborate che richiedono tempi più lunghi, dal ragù al ramen maritato. Homemade anche le salse come quella di soia, l'agrumata Ponzu e la maionese al miso bianco.

Gunkan e gyoza, currytiello e ramen maritato


Fra i piatti da non perdere, di questa cucina "jappoletana", c'è il Gunkan Marechiaro, ovvero gunkan di tonno rosso battuto al coltello con colatura alle alici di Cetara, pane ai profumi del Mediterraneo, zest di limone di Sorrente e pepe Sancho. Ma anche i Gyoza, rigorosamente fritti, pensati in base alle stagioni. A novembre erano con zucca, pancetta, provola affumicata, maionese al miso e granella di castagne. A dicembre con salsiccia a punta di coltello e friarielli, maionese al miso e granella di nocciola di Giffoni. E cosa può esserci di più jappoletano del Currytiello, accompagnato da friggitello campano e tonkatsu, cotoletta di maiale impanata nel panko e fritta?


Sapori ricchi ma non invasivi. Come quelli del Ramen maritato, con brodo a base rigorosamente giapponese, che ospita però le verdure della minestra maritata campana: cavolo nero broccolo, bietola, cicoria, porro. La carne è il chashu, quella classica del ramen, brasata nella soia fatta in casa..

Nigiri e Uramaki


I nigiri, con salmone e tonno, sono lavorati in chiave tradizionale nipponica con lacrima di wasabi, accompagnata da salsa ponzu leggermente agrumata. Un wasabi che non è invadente, ma esalta la carne. Fra gli Uramaki, da provare assolutamente sono il Partenope (tonno rosso, tarallo sbriciolato e finocchietto campano) e il Vesuvia (polpetta, alga nora, melanzana fritta, ragù, estratto di parmigiano). Fondamentale, fra le altre cose, lasciare spazio al dolce. Su tutti l'Alleria, nelle versioni invernale ed estiva.

I dessert e i drink


Alleria d'inverno è un semifreddo di ricotta di bufala con pere saltate in padella in olio d'oliva, su base biscotto a base di nocciole di Giffoni e accompagnato con caramello salato alla soia homemade. Una rivisitazione della ricotta e pera. Alleria d'estate richiama invece il sapore del vino con pesca percoca. Tutto racconta il piacere di provare, sperimentare, creare nuovi piatti. Un processo artistico.


Anche la drink list racconta la filosofia e le influenze del locale. Fra i più gettonati ci sono il Pinku Chan, ovvero la fioritura del ciliegio che diventa drink (a base gin e liquore di lici), e il Mika Matcha, a base vodka. Poi ci sono le birre artigianali giapponesi, ognuna da abbinare a un piatto, con note di yuzu, pepe Sansho e aromi fruttati. E ci sono vini e sakè, naturalmente.

Fusion "jappoletano" per ogni occasione


Insomma, un locale per una serata slow all'insegna della scoperta e dell'incontro culinario, in un'atmosfera soft e accogliente. Un locale che si presta anche a diventare location per occasioni speciali - compleanni, lauree, anniversari - con menu da creare su misura in base all'occasione e alle disponibilità del mercato e della stagione. L'importante è ricordare, ce ne fosse ancora bisogno, che: no, non è un all you can eat. Come suggeriscono i menu, è vulìo e arrecreo, desiderio e conforto.  

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