Cosa determina il successo di un ristorante? La cucina, certo. Lo stile e l'arredamento, ovviamente. La posizione, fondamentale. Ma il successo di un locale non è una somma matematica, è l'incontro tra una serie di fattori pratici e tecnici che entrano in sinergia con le storie e le vite delle persone che ogni giorno rendono un'attività un luogo vivo, nel quale stringere legami e amicizie. 

È questa la storia di un piccolo ristorante nel quartiere di Sant'Ambrogio, aperto all'inizio del 2023, che in poco tempo è riuscito a ritagliarsi un posto speciale nel cuore di una comunità storica e orgogliosa delle proprie origini. È anche la storia di un amore, nei confronti di un lavoro fatto di sacrificio e passione, ma anche tra due persone che si sono incontrate e hanno deciso di dare vita a qualcosa di speciale. È la storia di Lidia ed Efrem, i titolari di Maga Magò, con i quali siamo andati a scambiare quattro chiacchiere per scoprire i segreti di un sodalizio, professionale e privato, che ogni giorno si rinnova. E lo fa anche grazie al supporto di un intero quartiere che li ha accolti a braccia aperte, rendendo Maga Magò un ristorante nel quale è ancora possibile respirare quel pizzico di magia in grado di farci sognare.   

Un ponte che unisce il Mugello a Firenze. Come è nata l'avventura di Maga Magò?

Lidia: Firenze è per noi una città affascinante e piena di stimoli. L’amore per questa città ci ha spinti a creare il nostro mondo, un piccolo ristorante nel quale potevamo esprimerci del tutto.

Sul vostro sito vi definite una boutique restaurant, pur essendo una piccola trattoria. Come mai questa definizione?

Lidia:  È una definizione ideata dai nostri clienti, che hanno trovato il locale molto carino dal punto di vista estetico e ci hanno chiesto se fosse nostra intenzione quella di creare una boutique restaurant. Ma questo è il nostro stile, ed era così anche nel ristorante a Montecarelli.

Lidia, in che modo le tue origini del Mugello hanno influenzato il tuo lavoro in una città come Firenze? E viceversa, che impatto ha avuto la città sul tuo modo di lavorare?

Lidia: Il Mugello per me è tradizione culinaria. Abbiamo portato in città i piatti e la cucina di quel territorio preservandone l’autenticità e traendone grandi soddisfazioni. 

Come mai avete scelto proprio il quartiere di Sant'Ambrogio? E come siete stati accolti dalla comunità di un quartiere storico come questo?

Efrem: All'inizio un po' per caso: subito dopo il Covid passeggiavamo per tutta la città cercando un locale e, quando abbiamo visto questo, ci è subito piaciuto tanto. Così abbiamo passato i quattro mesi successivi a parlare con la gente che vive e lavora qui, a chiedere il loro parere sulla vita del quartiere. A me inoltre, in quanto cuoco, è sempre piaciuto per la presenza di questo bellissimo mercato alle nostre spalle. Poi, una volta inseriti, ci siamo trovati subito molto bene, anche perché siamo stati accolti a braccia aperte da tutti i nostri vicini. Questo è un quartiere storicamente molto diversificato, nel quale però si respira ancora un'idea di comunità. Qui vengono le persone che abitano nella zona, gli artigiani, i turisti, l'edicolante all'angolo, ed escono tutti molto contenti dal ristorante.

Parliamo della cucina, ispirata alla tradizione ma con diverse rivisitazioni. Potete farci qualche esempio?  

Efrem: Per quanto riguarda la tradizione, prendiamo dal Lazio le materie prime per un piatto classico come la cacio e pepe. Mentre dal punto di vista dell'innovazione, un esempio è la nostra mezza carbonara: un incrocio tra la pasta aglio, olio e peperoncino e la carbonara tradizionale, una via di mezzo tra questi due storici piatti.

Mugello, Firenze e poi America: come nasce il vostro sodalizio lavorativo e non solo? Come vi siete incontrati?

Efrem: Per quanto mi riguarda è la storia di tutti i cuochi. Dove possiamo conoscere le persone? O nei ristoranti, o nei ristoranti. O si lavora insieme, oppure uno dei due è venuto a cena. 

Efrem, cosa hai portato all'interno del locale delle tue origini americane?

Efrem: Io negli Stati Uniti facevo il pasticciere a Los Angeles e, da parte di mio padre, vengo da una famiglia di ristoratori, in particolare mio zio Michael, uno degli chef che ha rivoluzionato la cucina californiana negli anni '80. Quindi si può dire che abbiamo la cucina nel sangue. All'inizio non volevo intraprendere questa carriera, perché questo è un lavoro nel quale ci si deve letteralmente "sporcare le mani". Poi però il richiamo c'è stato e io ho risposto. A un certo punto sono venuto in Europa, anche grazie alle origini italiane di mia mamma, e passeggiando per le varie città mi sono trovato a Firenze e ci sono rimasto. La vita mi ha aperto delle porte e chiuso delle altre; e il saper fare i dolci, assieme alla mia voglia di imparare, mi ha poi portato qui.

Sul vostro sito è presente un blog con il quale presentate alcuni vostri piatti. Da dove nasce questa idea e come viene recepita dai clienti?

Efrem: Il blog nasce come una semplice introduzione dei nostri piatti, soprattutto per quando avevamo appena aperto. Un'idea molto gradita dai turisti che così già sanno cosa aspettarsi.

Lidia: Noi inoltre abbiamo l'abitudine di scambiarci le ricette con i nostri clienti. Per esempio, la nonna di un nostro caro amico dal Portogallo ci ha mandato la ricetta della torta cioccolato e barbabietola, mentre io spesso ho scritto alcune delle nostre ricette ai clienti, in una sorta di scambio senza nessun segreto.
 
Efrem: Non ci sono segreti in cucina, perché ognuno mette il suo e se hai un segreto, allora forse quello che stai facendo non è poi così speciale.

Idee originali e innovative. Ma qual è, secondo voi, il vero punto di forza di Maga Magò? Cosa vi distingue dagli altri?

Lidia: Il punto di forza siamo noi due insieme. Lui è un perfezionista, mentre io sono una persona molto esigente, ed entrambi assieme cerchiamo sempre di mantenere uno standard molto alto. Pur con i nostri difetti che ci mantengono sempre molto umani. Crediamo molto nel nostro lavoro, abbiamo entrambi una grande passione e determinazione che ci ha permesso di realizzare i nostri sogni pur sacrificando molto di noi stessi.

Per concludere, come vedete il futuro di Maga Magò? Sogni, progetti?

Lidia: A me piacerebbe tanto aprire un locale negli Stati Uniti, per creare questo ponte tra Italia e USA. Non è ancora il momento giusto perché abbiamo i figli in età scolastica, ma è un progetto a lungo termine. Un sogno che rappresenta le due anime di Maga Magò. 

Trattoria Maga Magò
Borgo Allegri, 58r - Firenze
Telefono: 0557096218
 

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