The View: l’innovazione che nasce dalla tradizione.

Pubblicato il 23 aprile 2025

Nel cuore pulsante di Milano, Valerio Braschi racconta se stesso con un menù che intreccia memoria, creatività e prodotti italiani autentici. Un percorso gastronomico che guarda al futuro senza dimenticare le radici.

Siamo all’ultimo piano di uno degli edifici più iconici della città, in Piazza Duomo 21, dove The View Milano offre una delle viste più spettacolari. 

Ma qui non è solo il panorama a togliere il fiato: è l’esperienza gastronomica firmata Valerio Braschi, giovane chef romagnolo dalla visione chiara e appassionata, capace di fondere tradizione e sperimentazione in ogni piatto.

The View non è solo un ristorante: è una terrazza aperta tutto il giorno, dalle 11 alle 22 che accoglie milanesi e turisti con tapas gourmet e cocktail ricercati. Ma è soprattutto la casa di una cucina che parla di storie personali, emozioni, ricordi, sapori autentici. Valerio Braschi ci accoglie con un sorriso e ci guida in un percorso autobiografico, come lui stesso ama definirlo. “Cucino quello che mi rappresenta”, ci dice, “ma sempre con rispetto verso ciò da cui provengo”.

Un menù che racconta l’infanzia, la famiglia, l’Italia
Valerio è nato a Sant’Arcangelo di Romagna, una terra dove il cibo è cultura, condivisione, identità. Cresciuto tra i cappelletti della nonna e i risotti della mamma, ha imparato presto che cucinare non è solo nutrire, ma tramandare. Questo imprinting si percepisce in ogni sua creazione: dietro ogni piatto si nasconde una memoria, una persona, una scelta consapevole. “La mia cucina è divertente, sì, ma ha radici profonde”, spiega.

La nostra esperienza inizia con due antipasti sorprendenti per struttura e intensità. Il primo è una spuma di plancton accompagnata da uva di mare, alga Codium e foglia ostrica: un’esplosione marina che gioca sulle texture e regala al palato un tuffo nell’oceano. Il secondo è un piatto che riesce a rendere protagonista un ingrediente umile: pesce gatto con salsa scandinava e uova di salmone. Un abbinamento insolito, audace, che dimostra come anche il pesce povero possa essere nobilitato grazie a una visione culinaria raffinata e ironica al tempo stesso.

Il valore degli ingredienti: tra ricerca, etica e gusto
Se c’è un filo rosso che unisce tutti i piatti, è sicuramente la qualità degli ingredienti. “Selezioniamo solo materie prime, pure, vere”, ci racconta Valerio, sottolineando quanto il legame con il territorio sia ancora oggi una bussola nella sua cucina. Non a caso, il pomodorino del Piennolo del Vesuvio, presidio Slow Food, diventa protagonista del primo piatto che ci viene servito: spaghetti con crema di Piennolo e gamberi rossi di Mazara del Vallo. Un equilibrio perfetto tra dolcezza, mineralità e consistenza, che esalta la nobiltà di due simboli del Sud Italia.

L’attenzione alla materia prima non si limita però solo agli alimenti. Braschi e il suo team hanno intrapreso una ricerca approfondita anche su ciò che spesso viene dato per scontato: l’acqua e l’olio. “Ogni tipo d’acqua modifica il piatto”, ci dice. “Così come ogni olio ha una sua identità precisa, e va scelto con la stessa cura con cui si seleziona un vino”. Insieme al fratello, sommelier dell’olio, Valerio ha costruito una rete di piccoli produttori italiani, spesso sconosciuti al grande pubblico, ma portatori di un sapere contadino autentico. Ogni piatto viene quindi arricchito da oli extravergine d’eccellenza, pensati non come semplici condimenti, ma veri e propri protagonisti.

Creatività controllata, sapore in primo piano
La creatività di Braschi è sempre al servizio del gusto. Anche quando un piatto si presenta con una composizione visiva sorprendente, non perde mai l’obiettivo finale: essere buono. Un esempio perfetto è la parmigiana di melanzane scomposta, che viene “ricomposta” nel piatto come un dripping artistico: pennellate di basilico, crema di melanzana, pomodoro e scamorza si inseguono in una presentazione che diverte l’occhio quanto il palato. Qui la tradizione non viene stravolta, ma decostruita per essere interpretata in una chiave più moderna, visiva, emozionale.

La filosofia dello chef è chiara: partire dalla casa, cioè dalle proprie radici, per poi evolvere, osare, sperimentare. Ecco perché ogni piatto è anche un invito al viaggio gastronomico ma anche personale, dove ogni ingrediente ha un significato che va oltre il gusto.

Un dolce finale che racconta l’italianità con leggerezza
Il nostro percorso termina con un dessert che riporta tutti all’infanzia: il Magnum di tiramisù. Una crosta di cioccolato rivela un cuore cremoso che esplode in bocca, con tutte le note classiche del più iconico dolce italiano. Il format è quello del gelato su stecco, ma l’esecuzione è quella di un dolce da ristorazione stellata. È un finale dolce, divertente, che chiude il cerchio: anche qui, tradizione e innovazione camminano insieme, senza mai scivolare nell’eccesso.

The View: la terrazza che racconta l’Italia con occhi nuovi
The View non è solo una location esclusiva per aperitivi chic e cocktail fino a notte inoltrata. È un progetto gastronomico coerente, completo, dove ogni dettaglio è pensato per offrire un’esperienza immersiva, autentica, ma anche internazionale. Perché se è vero che molti ospiti arrivano da tutto il mondo, è altrettanto vero che ogni piatto vuole parlare prima di tutto agli italiani, riportandoli a casa, anche solo per il tempo di una cena.

In una Milano che corre veloce, The View si prende il lusso di rallentare, di far sedere il cliente, fargli alzare lo sguardo verso il Duomo e, allo stesso tempo, invitarlo ad abbassarlo sul piatto per ritrovare i sapori di sempre in una forma nuova.

Valerio Braschi ha solo 26 anni, ma già una maturità espressiva che sorprende. E una consapevolezza rara: quella che per cambiare le regole del gioco bisogna conoscerle molto bene. Il risultato è una cucina che diverte, emoziona, e soprattutto resta impressa. Proprio come la vista dalla terrazza che la ospita.

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