Ma tu li conosci tutti i 13 ristoranti Tre Stelle Michelin 2024?
Pubblicato il 17 novembre 2023 alle 10:28
E' tempo di stelle. La Guida Michelin 2024 ha dato finalmente i voti in quella che è la sua edizione numero 69 in Italia. Quest'anno nessuno dei precedenti tristellati perde una stella ma ci sono due grandi, e meritatissime novità, la conquista delle Tre Stelle per Atelier Moessmer Norbert Niederkofler e il ristorante Quattro Passi.
Quindi sono tredici ora i ristoranti che, secondo il giudizio degli ispettori della "rossa", valgono il viaggio, e l'Italia si conferma il secondo paese al mondo più stellato, dopo la Francia, e tappa obbligata da segnare in agenda per tutti gli appassionati di cucina gourmet. Ma scopriamoli.

Nella nuova sede ospitata all’interno di una villa storica restaurata, lo chef Niederkofler rimane coerente al suo mantra di “cook the mountain”, una formula per la quale in tavola finiscono solo i migliori ingredienti delle montagne e delle valli circostanti, direttamente dai produttori e dagli agricoltori che rispettano i loro cicli naturali per preservarne i sapori e gli elementi nutrienti. Un piatto che ha colpito gli ispettori, perché in grado di tradurre questa filosofia con sorprendente forza al palato, è il risotto con robiola, tuorlo d’uovo grattugiato e il crescione. Un piatto aromatico, intenso, pungente quasi a ricordare la parte aromatica del rafano ma senza l’eccessiva spinta piccante, piacevolmente equilibrato: una ricetta geniale.

Tornano a splendere le tre Stelle anche in Campania, a Nerano, dove la penisola sorrentina si assottiglia puntando verso Capri, trovando il tempo di rallentare la corsa per creare una delle baie più romantiche della costa. In quest’angolo di paradiso il Quattro Passi aprì 40 anni fa: la conquista delle due stelle fu opera dello chef Tonino Mellino che da qualche anno ha ceduto il timone al giovane figlio Fabrizio, che ha compiuto l’ultimo passo per entrare nell’olimpo della ristorazione mondiale. Il suo tocco ha elevato la cucina campana e mediterranea a livelli di sorprendente raffinatezza, stile e sensibilità. Tra i piatti che hanno colpito gli ispettori le linguine alla Nerano, fusillone ai ricci di mare, l’agnello Laticauda e la pasticceria salata: si passa dalla tradizione alla modernità senza mai perdere la via del puro gusto attraverso il rispetto degli ingredienti e la perfezione delle cotture.

Lo chef di Vico Equense ci mette il cuore, anzi l'anima come recita uno dei suoi menu, ma anche tecnica e precisione estetica per creare piatti dai sapori netti e ben distinti, valorizzati da altri due percorsi degustazione: Itinerario dal Sud al Nord Italia (il più classico) e Traccia, dove si spazia dalla Campania al Piemonte con una disinvoltura consentita solo ai grandi. Il servizio coccola il cliente con ogni premura possibile, mentre la selezione enoica si apre al mondo intero.

3 stelle Michelin e innumerevoli riconoscimenti per il ristorante di Cristiana e Niko Romito. Una vera “officina” dove materia, ricerca, semplicità e gusto dialogano per dar vita alla cucina italiana di domani. Niko Romito, tra l'altro, porta in tavola il famoso "Gel di vitello, porcini secchi, mandorle, timo e tartufo nero".

In questo atelier gastronomico, lo chef Enrico Crippa celebra le Langhe, ma lo fa secondo una meticolosità tutta nipponica. Il pasto debutta in maniera esplosiva con una serie di finger creativi, mentre erbe, fiori, verdura e frutta non sono mai attori non protagonisti dei piatti, ma li esaltano sia nel sapore sia nell'estetica.

Conosciuto e premiato in tutto il mondo, con un impegno umanitario che si somma a quello gastronomico, Massimo Bottura è già entrato nella storia come uno dei più grandi cuochi italiani di sempre. Accedere ai tavoli del suo ristorante non è semplice: si può prenotare solo online e consigliamo di muovervi con largo anticipo e munirvi di pazienza.

Il motore de La Pergola è la cucina di Heinz Beck, delicata, soave, come le altezze da cui si cena, ma mai banale, anzi audace in qualche accostamento, internazionale in altre proposte, ma fondamentalmente mediterranea. Il grande amore del cuoco.

Sperduto fra i campi e le anse del parco dell’Oglio, l’incredibile destino di Runate – poche decine di abitanti – è stato quello di diventare sinonimo nel mondo di ospitalità ai più alti livelli. Se il ristorante non cessa di ingrandirsi e abbellirsi anno dopo anno, tra salotti, giardino e acetaia, la cucina è ormai guidata da Giovanni, il figlio di Nadia.

Nel 2002 Massimiliano è diventato il più giovane chef tri-stellato d’Europa e da allora l’eccellenza è stata il suo dogma. Figlio d’arte, Massimiliano ha una specialità che gli sta particolarmente a cuore: il risotto liquirizia e zafferano, creato per la gentile consorte e perennemente rielaborato a seconda della stagione. La famiglia, per l’appunto.

Nel menu a base di pesce ci sono rivisitazioni creative dello chef: linguine con aragosta alla mediterranea e burrata di Andria, scamponi alla brace con humus, chutney di mango e mousse allo zenzero.

In via Ghibellina, il modenese Giorgio Pinchiorri e la francese Annie Féolde cominciano negli anni '70 nell'Enoteca Nazionale.

3 stelle Michelin e 3 forchette Gambero Rosso e 3 cappelli Espresso per Mauro Uliassi. Nel menu innovazione e tradizione (brodetto all'anconetana, fondente di patate e anatra alzavola).

I piatti in carta sono un viaggio nella cultura gastronomica più raffinata, dal menu degustazione “Be Contemporary” al menù “Be Classic”, con i grandi classici firmati Enrico Bartolini, senza dimenticare le novità stagionali e le creazioni più originali, crocevia di sapori, mondi e tradizioni.
Foto di copertina dalla pagina Facebook di Ristorante Quattro Passi