Makossa è una filosofia di vita

C'è una danza che profuma di Africa resistenza e libertà. 
Si chiama Makossa, come il locale al civico 39 di via Marco Polo a San Cataldo che da quelle note ha preso ispirazione per lanciare un'originale idea di convivio. 
In questo posto si arriva e si resta per brindare e mangiare in semplicità, condividere, essere se stessi senza inutili fronzoli e soprattutto, incontrare una storia. 

Nel cuore della marina leccese

Quella di Gianni Sileno, delle sue evoluzioni personali e professionali; quella di una filosofia che parla di accoglienza, tutto l’anno e non solo nel periodo estivo, in una località, San Cataldo, bella da vivere e riscoprire. Giorno dopo giorno. 
L’amore per l’Africa si sente da subito: negli arredi, sulle stampe della camicia del padrone di casa e in quel certo non so che capace di polverizzare gli indugi e far venire voglia di adagiarsi sui divanetti ricavati dai pallet o incrociare le gambe ai tavolini e bere un drink dimenticando l’orologio.Ma andiamo per ordine, fidàti gastronauti in avanscoperta.

Perché Makossa?

“Questo locale - racconta Gianni condividendo con noi un gin tonic fatto come si deve - è nato sotto il Covid, pensato proprio in quel periodo di difficoltà, ed ecco la prima ragione per cui ho scelto di chiamarlo Makossa: un desiderio di libertà dopo tante restrizioni. La Makossa infatti è una danza tradizionale camerounese in cui si esprime il proprio modo di essere e il desiderio di libertà. Ma dietro questo nome c’è anche altro: San Cataldo è un luogo di evasione della città, proprio come l’angolo in cui ci troviamo, lontano e vicino da tutto al punto giusto per garantire evasione. Qui ci si sente liberi: di stare da soli, con gli amici, di venire in maniche di camicia o in abiti più impegnativi. Ci si sentirà sempre comunque a casa. E poi c’è un ricordo, che mi porta indietro nel tempo, a quando facevo il dj: l'ultima emittente del mio cammino fu quella di Fulvio Monaco, insieme al mio amico Johnny McKay, c’era un disco che andava forte, una canzone che girava assai…si chiamava Soul Makossa. C’è tutto questo e molto di più nel mio Makossa, che è luogo dell’anima e dei ricordi”.
E mentre chiacchieriamo è sempre più tramonto; arrivano due motociclisti in Harley e poco dopo una coppia in là con gli anni e ancora gente del posto, turisti, volti e storie e situazioni diverse che però a quel bancone e tra quei tavoli si riconoscono. E si ritrovano.

Uno sguardo al menù 



Sguardo al menù e incrociamo delizie fresche, pret à manger, come pinse romane, pucce goduriose piene zeppe di companatico e dai nomi esotici, poke, insalatone, tartare, ma anche il più salentino dei piatti estivi: la frisa! E poi stuzzichini, carpacci, taglieri di salumi e formaggi e dolci fatti in casa. Direttamente dal cuore e dalle manine sante di Selene, la compagna di Gianni.
Che ha lasciato il suo lavoro d’ufficio e seguito amore e libertà tra i colori di San Cataldo.
“Lei è fondamentale in questa avventura come nella vita – ci racconta il mister .
Selene sorride, si schernisce e cela l’emozione anche lei dietro un sorso d’aperitivo: “Lavoravo in ufficio, azienda di distillati… ma ho sempre sognato di lavorare nei locali”.
Poi Cupido e la vita hanno fatto il resto.
A proposito, badate bene, qui si beve sì ma si beve bene. Spirits di qualità, niente mutuato dal mainstream ma tutto frutto di ricerca e rigore, dai gin alle birre ai vini.
Il barman d’eccezione è Gianni, che non disdegna però quando suole, di passare bicchieri, shaker, jigger e muddler ai suoi ragazzi.


E poi qulla passione da dj è la chiave di volta delle serate musicali, con note di qualità  - vedi consolle al lato dell'ingresso -, e generi che si alternano per rendere ancora più frizzante il tempo. Non solo. Durante l'anno si alternano serate a tema, sia in termini musicali che di food e beverage, organizzate in collaborazione con le aziende che forniscono i prodotti del Makossa.

Una vocazione di famiglia 

Lui, studente all’alberghiero di Santa Cesarea, che nella vita si è reinventato più volte “senza però fermarmi mai perché fermo non so stare”, da oltre 25 anni è nel mondo della ristorazione. Qualcosa però di diverso dal Makossa, non come spirito imprenditoriale ed etica, ma come tipologia di offerta. Ha una storica pizzeria, a Lecce. Ora data in gestione per seguire da vicino la sua creatura sul litorale dal 2021.
“Non mi sono mai tirato indietro davanti alle difficoltà, ho guardato avanti e mi sono buttato. Incontrare Selene è stato un altro dono della vita, dopo un periodo difficile e noi due insieme siamo una forza. Poi accanto indubbiamente abbiamo una squadra di collaboratori a seconda delle stagioni. Sì, perché siamo aperti tutto l’anno, anche quando passa il caos dell’estate con i suoi numeri. Basti pensare che per la prima volta siamo stati aperti a natale e Capodanno, ed è stato bellissimo perché sono venuti in tanti. Ecco, San Cataldo e il nostro territorio in generale hanno bisogno di questo, di gente che ci creda che dia il meglio di sé e e che faccia scoprire il meglio che questa terra ha da offrire. Non serve lamentarsi, piangersi addosso, trovare sempre quello che non va, occorre invece avere il coraggio di rimboccarsi le maniche, investire e valorizzare al meglio le radici”.
Non perfezione ma verità, dunque, nei piatti e nei bicchieri del Makossa. Per dare a clienti affezionati e nuovi avventori, non solo un buon prodotto da mangiare e da bere ma anche soprattutto un’esperienza. Che sta nella storia di vita di chi questo locale l’ha pensato, realizzato e lo porta avanti. “In fondo è questo che cercano le persone, storie di vita, non solo pietanze e cocktail da instagrammare. Perché dopo quella foto non resta niente se non hai una storia da raccontare”.


E di storia Gianni ne ha, dalla prematura perdita della prima moglie a tutte le volte in cui si è reinventato, senza perdersi d’animo, forte dell’insegnamento di un grandissimo capitano, papà Ugo.
“Ho avuto sempre l'idea del fare, non sono mai stato fermo negli anni e sono stato sempre in mezzo alla gente. Ho iniziato a lavorare quando i miei genitori erano ristoratori, ed è importante. Gestivamo il locale all'interno di un centro sportivo, il Bellaria sulla via di Frigole...quanti ricordi mi si stanno sbloccando in questo momento. Era il Centro Sportivo dell'allora Lecce Club dove abbiamo vissuto la prima, storica, promozione in Serie A del Lecce”.
L’amarcord involontario abbellisce la serata d’inizio estate, anche le olivette di convivio hanno un sapore più sapido. Perché le piccole cose sono quelle grandi per davvero, spremute a dovere ma sempre con grazia rilasciano gli olii preziosi delle fatiche e dei voli della gente.
 
Un condimento d’eccezione, ingrediente segreto dei piatti del Makossa.

Makossa - Via Marco Polo, 38 - San Cataldo (LE). T: 3296386515

  • RECENSIONE
IN QUESTO ARTICOLO
×