A volte, avere il cuore diviso a metà può avere meravigliosi (e gustosi) effetti desiderati. Parliamo di tavola, di palato, di cibo e di vino, argomenti che non contemplano la parola gelosia, quanto quella di amore, coinvolgimento, passione. In siciliano: Amuri. E quella di Amuri Bistrot, così come del suo cuore pulsante Claudia Messina, è una storia d'amori. Per la sua terra, la Sicilia. E per la città promessa, Firenze, dove l'ha portata il viaggio iniziato da Paternò e passato da Zurigo e dal Canton Ticino. Qui le due metà del cuore si sono fuse in una proposta enogastronomica che le fa convivere e danzare, con leggerezza e trasporto, un po' tarantella e un po' lindy hop, senza gelosia. Sarde e tortelli, cannoli e cantucci, in un locale dall'atmosfera antica e rilassante, casa della nonna toscana dove ingraziarsi il palato e perdonarsi volentieri qualche peccato di gola.


Claudia nasce pasticcera. No, pardon, rewind. Claudia nasce perito elettronico. Già. Intanto, però, ha già capito che la attira tutt'altro. L'arte pasticcera, attività tanto manuale quanto intellettuale. Vi si dedica per oltre dieci anni, nella sua pasticceria di Paternò. Poi il primo switch, apre un pub-ristorante a Catania. Quindi va a Zurigo, dove lavora in un ristorante per poi mettersi in proprio nel Canton Ticino. Ma è Firenze la sua terra promessa. E alla città dei suoi sogni decide di dedicare parte del menu quando lancia il progetto Amuri Bistrot, accanto al cinema di piazza Beccaria.


Amuri Bistrot è stato pensato come un ambiente conviviale e familiare: l'idea è quella di una residenza antica, la casa della nonna, di quelle dove percepisci il dettaglio e l'affollamento - di oggetti, suppellettili, ricordi - in un ordine, un'utilità pratico-estetica e un senso complessivo di serenità. Ci sono una vecchia madia dell'ottocento, la mezzina, le suppellettili in rame, le vecchie foto di Firenze antica. Unica eccezione i pupi siciliani ma, come dicevamo, qui non ci sono gelosie. Neppure in cucina.


Nel tagliere misto, ad esempio, vanno a braccetto pecorini siciliani (semistagionato o al pecorino, primo sale con pistacchio, fra gli altri) e salumi toscani come il prosciutto crudo disossato, il lardo di colonnata, i cacciatorini di cinghiale, la mortadella di cinghiale e la finocchiona. D'ispirazione fiorentina (e dintorni) sono chiaramente la bistecca di scottona alla Fiorentina, la pappardella al cinghiale, il tortello mugellano al ragù. Claudia racconta l'inclinazione per la Toscana anche nelle tagliatelle al ragù bianco di Cinta Senese, new entry del menù, nel cacciucco e nel polpo in galera, nei cantucci con vin santo e nella torta della nonna. Al suo fianco, in cucina, la chef marchigiana Elisa Migliarini, che si muove fra lettura fedele delle tradizioni e sprazzi di pratica ed elegante creatività.


Se la parte fiorentina della carta è un omaggio alla città e alla sua tradizione, quella siciliana è un viaggio alle radici di Amuri e di Claudia. Lo spaghettone alle sarde è un rincorrersi di profumi, sapori e ricordi. Le sarde a beccafico un'altra icona di Catania e della Sicilia, proposta in una delle sue versioni più sfiziose icona. Ricorda il peposo e gli stracotti toscani anche lo spezzatino di manzo, ma con una sua specifica nota agrodolce conferita dalle cipolle borettane.


Pistacchio, mandorle, finocchietto selvatico anche abbracciato all'arancia nell'insalatina che accompagna le sarde: impossibile dimenticare dove ci si trova. E da dove Claudia è arrivata. Chiaramente nel locale di una siciliana doc (affiancata dal marito Roberto, napoletano, e dalla figlia Alessia), nonché maestra pasticcera, non può certo mancare il cannolo. E che cannolo.


A fotografare la filosofia del locale è anche la cantina, con etichette espressamente toscane e siciliane: Chianti Classico, Rossi e Brunelli di Montalcino, Syrah toscano, Nero d'Avola (anche bianco e rosè), l'aromatico Cerasuolo di Vittoria, vini da dessert come passito, malvasia, zibibbo, liquore al fico d'india e a breve anche rosoli siciliani.


Una sessantina i coperti del locale, con la saletta privata per 15-18 persone che si propone come una valida opzione per ricorrenze o eventi speciali in famiglia, ma anche aziendali. Tanto più che qui il rigore c'è, ma solo sulla qualità, e perciò è possibile concordare anche menù personalizzati con proposte extra-carta. In cantiere anche le serate con musica dal vivo, mentre è già all'orizzonte la prima delle "giornate siciliane": di giovedì grasso si mangia la Pasta ai 5 buchi al sugo di maiale, piatto catanese di buon auspicio. Ad Amuri Bistrot vogliamo già bene.


Amuri Bistrot
Piazza Cesare Beccaria, 13r - Firenze
Telefono: 0556147531
 

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