Aveva le idee chiare fin da piccolo, Leonardo Causin, classe 1992, il giovane ma esperto chef de partie di HOKU, che da gennaio 2024 ricopre l’ambita posizione nel ristorante del Falkensteiner Hotel a cinque stelle di Jesolo. Abbiamo fatto quattro chiacchiere con lui, che ci ha raccontato com’è arrivato fino a qui.

Leonardo, quando hai capito che la cucina era la tua vocazione?

L: Fin da giovanissimo, a quattordici anni, quando è stato il momento di scegliere la scuola superiore. Mi sono iscritto all’alberghiero di Castelfranco e già a diciassette anni ho vissuto la mia primissima esperienza lavorativa a Cortina, dove ho fatto la stagione in cucina. Ho questa passione da sempre, è nata e cresciuta da sola e ho deciso di assecondarla.

Quali sono le tappe professionali che ti hanno portato qui da Hoku?

L: Ho avuto la fortuna di svolgere un bel percorso scolastico che mi ha portato anche all’estero. Ho lavorato in Irlanda, a Dublino, ad esempio, poi mi sono spostato a Parigi e ci sono rimasto per due anni. Sono state esperienze intense e formative, che mi hanno aperto gli occhi e cambiato la mentalità. Dalla provincia alle grandi capitali europee, tutta un’altra storia…

E, raccontaci, cosa significa, per il mondo della ristorazione, essere italiani all’estero?

L: In cucina, “Italia” è sinonimo di “qualità” ed essere italiani è già un bel biglietto da visita. Il mio lavoro mi permette di girare il mondo, certo, ma, come si mangia nel nostro Paese, da nessun’altra parte. Anche da HOKU, nonostante la compresenza delle cucine giapponese e peruviana, la qualità è comunque quella Made in Italy. L’executive chef, Ciro Salatiello, sous chef e junior sous chef sono tutti italianissimi.

Hai fatto tanto e sei ancora giovanissimo! Ma dopo tutte queste esperienze fuori confine, sei tornato in Italia, giusto?

L: Sì, esatto! A 24 anni lavoravo già in uno dei resort migliori del mondo, in Sardegna, dove ho imparato a relazionarmi con i clienti, altra parte importante del nostro mestiere. Poi ho lavorato per Lorenzo Cogo e, in generale, ho sempre avuto l’onore e il piacere di lavorare in cucine di altissimo livello. Mi sono concentrato sulla carriera, finché l’amore non mi ha portato a Jesolo. Ora sono qui, da HOKU, e devo dire che questo tipo di cucina, la cucina Nikkei, mi piace davvero molto.

Come definiresti la proposta gastronomica di Hoku?

L: La definirei “giocherellona”. I piatti che proponiamo, frutto della collaborazione con il ristorante Mochi di Vienna, sono completi, freschi, con una punta di acidulo e una nota di piccante. Una proposta variegata, di carne, di pesce, ma anche vegetariana, sicuramente poco convenzionale qui in Italia. Molti sono scettici rispetto ai ristoranti degli hotel, ma, per esperienza, posso dire che la cura del dettaglio e la ricercatezza dei piatti alzano notevolmente l’asticella rispetto a un normale ristorante.

E, sentiamo, qual è il tuo piatto preferito del menu?

L: Sicuramente l’insalata di anguria piccante, semplicissima, con salsa spicy, foglie di coriandolo e arachidi, ma un’esplosione di sapori.

Un’ultima curiosità: che cosa ti piace di più del tuo lavoro?

L: Innanzitutto più che un lavoro lo definirei proprio uno stile di vita. Ti deve piacere per forza. Tutte le persone che ho incontrato durante il mio percorso, mi hanno fatto capire la bellezza di quello che faccio. Vedere i sorrisi soddisfatti negli occhi dei clienti ripaga di tutte le fatiche. La cosa che mi affascina di più? Il potere che ha il cibo di cambiare l’umore di chi lo assaggia. È bello pensare che è anche un po’ merito mio.

HOKU Restaurant & Lounge Bar
Piazza Le Corbusier, 6 - Lido di Jesolo (VE)
Tel: 042118310

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