Una famiglia di ristoratori e una storica trattoria nel cuore di Sant’Ambrogio. Dietro l’insegna de La Pentola dell’Oro in via di Mezzo oggi troviamo lo chef Matteo Vita e i suoi familiari che hanno raccolto l’eredità di Giuseppe Alessi aggiungendo al menu qualche rivisitazione dei grandi classici e apportando un tocco personale con alcune proposte di pesce. Il segno di una tradizione che sa rinnovarsi in tavola e dietro i fornelli senza per questo rincorrere le mode o risultare turistica.


Ci sono luoghi dove si respira la storia: la Pentola dell'Oro è uno di questi posti. Un ambiente caratterizzato dai rivestimenti in marmo policromo della cucina a vista mentre le sale conservano quello stile rustico e familiare in cui ci si sente subito a casa. Quattro salette su due livelli arredate con sedie impagliate e tavoli in legno. Si mangia circondati dalle bottiglie e chi apprezza in particolare il vino non perderà l’occasione di prenotare un tavolo nella suggestiva cantina. Il luogo di sicuro più romantico del locale. Chi invece ama mangiare all’aperto può accomodarsi lungo la lunga e stretta strada all’incrocio con via dei Pepi per godere dello struscio. Qui veramente si ha l’occasione di apprezzare la vita di un quartiere che conserva un’anima fiorentina autentica.


Vera, sincera è come la cucina de La Pentola dell’Oro. A guidare i passi degli attuali ristoratori a cominciare dal giovane chef Matteo Vita ci sono la cucina della nonna e le ricette di famiglia, anche se non manca qualche tocco di modernità. La pasta artigianale è fresca: almeno tre tipi ogni giorno tra tortellacci, tagliatelle, maltagliati, gnocchi. Poi i grandi classici toscani e italiani: dalla ribollita alla pappa al pomodoro, dalla bistecca alla Fiorentina alla faraona ripiena con peperoni al forno passando per il peposo dell’Impruneta, l’ossobuco e la tagliata di maiale con salsa di mele.

E’ sempre presente in carta qualche piatto di pesce: dal pescato del giorno al forno da accompagnare alle patate alla frittura e agli intramontabili gamberoni al brandy. I dolci sono di produzione propria e cambiano con grande frequenza: dal tortino al pistacchio al classico tiramisù. Molto richiesta è la crostata con marmellata di peperoni: un’autentica leccornia. Il caffè è nella moka, proprio come a casa. La sera c’è sempre qualche fuori carta, ad esempio le specialità al tartufo che non mancano quasi mai. Il consiglio è sempre quello di chiedere al titolare.


La cantina dei vini punta sulle piccole realtà vinicole toscane e su aziende anche al di fuori dei confini regionali in modo da offrire una proposta ampia e articolata. Alcune referenze arrivano dall’Emilia Romagna, altre dal Trentino e talvolta si aggiungono anche altre leccornie dal Nord come il formaggio di malga. Sorprese sempre ben accette.


Un punto fermo della proposta de La Pentola dell’Oro è il pranzo. Se durante la settimana viene declinato, secondo le esigenze, in una versione business lunch per chi deve tornare in ufficio, a negozio o a bottega nel fine settimana assume i contorni rilassati di un pasto in famiglia. Non ci sono doppi turni, si ha tutto il tempo necessario per poter apprezzare la cucina del locale e la suddivisione del ristorante in sale consente di godere anche di quel po’ di privacy che non fa mai male.


A rendere speciale La pentola dell’Oro la forza del gruppo, in questo caso della famiglia. Matteo Vita è un po’ il jolly della situazione, si divide tra sala e cucina. Con lui al pubblico si alterna la madre, mentre ai fornelli si aggiunge spesso il padre che porta il bagaglio di esperienze maturato durante i lunghi anni in cui la famiglia ha gestito il ristorante di un grande albergo alle porte di Firenze. Nel fine settimana, di supporto, talvolta arriva anche la sorella di Matteo per una perfetta suddivisione dei compiti che è al tempo stesso il cuore e il motore de La Pentola dell’Oro.

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