Si fa presto a dire centro storico. In una città d'arte come Lecce, affollata di visitatori per molti mesi l'anno, centro storico significa locali, trattorie, alta cucina, street food, friggitorie, paninerie, cocktail bar, spesso inevitabilmente mescolati in un crogiolo che crea confusione e tende all'omologazione. 

Li riconosci subito, però - basta un po' di fiuto e affidarsi alle buone vibrazioni - i posti che hanno un'anima, un'identità precisa. Tra questi, nella città antica a pochi passi dalla maestosa Santa Croce - centralissimo simbolo del barocco leccese - c'è il Viveur
Che, guarda un po', si distingue proprio per la sua discrezione. Uno stile elegante e pop, che rispecchia molto Stefano, il giovane titolare, e la sua squadra. Barman, chef, maître di sala, dotati tutti di quel meraviglioso mix di giovialità e professionalità, accoglienza genuina e competenza. In quattro raggiungono a malapena i 120 anni, e sono bravissimi, inutile cercare ulteriori sinonimi. 


Per intenderci, è quel posto in cui puoi esprimere desideri, spiegare le tue preferenze in fatto di gusto, ed essere perfettamente interpretato con il cocktail giusto per te, il vino che ti corrisponde - qui da una sintetica carta vini che seleziona con attenzione etichette da piccoli produttori del territorio - ed un menu food ben pensato e meravigliosamente eseguito. 


Per cominciare, non potete perdere l'hummus. Fatto come va fatto, con ceci, tahina, la giusta componente citrica del limone. E tante verdure crude e di stagione che stuzzicano la fame mentre appagano il palato sorseggiando il primo calice. 
Noi abbiamo proseguito con antipasti e portate principali (che per scelta non comprendono primi) di mare e di terra. Davvero sorprendenti. 

Cominciamo col dire che se c'è una Tartare di carne in carta, va provata. Perché segna un discrimine tra chi la esegue bene e chi no. Qui è impeccabile. Tagliata al coltello, non troppo fine né troppo grossa. Lascia sentire tutto il gusto dell'ottima materia prima. Il tuorlo marinato le dona un plus di consistenza e gusto. Fantastica. 


Quindi, una assoluta novità: Cannolo di gamberi e mozzarella affumicata
Il nome non inganni. Niente a che fare con un cannolo siciliano rivisitato in chiave salata, semplicemente una tartare di gamberi in forma allungata a mo' di cannolo. Semplicemente si fa per dire, perché dietro ci sono tecnica e conoscenza di ingredienti e consistenze e un procedimento articolato, che richiede tempo, tanto che ne vengono realizzate poche al giorno. Dal momento che, se l'avete provato non potrete più farne a meno, se non l'avete ancora provato vorrete farlo, prenotatelo! Perché è magnifico e dimostra quanto in cucina anche la forma sia sostanza. Una morbidezza e tenacia al palato e un'intensità di gusto che vi regaleranno un'epifania. Idem per l'originale accompagnamento, la crema di mozzarella affumicata. Niente a che fare con la stracciatella (ottima, per carità) cui ci siamo abituati. Una scelta ben più grintosa e che in alcun modo copre il sapore dei gamberi. Da 10 e lode. 

La Tagliatella di calamaro, melanzane, pane e pomodoro va oltre le aspettative. 
Un piatto che coniuga la freschezza estiva dell'acqua-sale o panzanella pugliese con la dolcezza del calamaro, leggermente scottato lasciando intatto il gusto del crudo di mare. 


Quindi, ancora carne. Con una Presa iberica, frutti rossi e zucca che mette mirabilmente insieme luoghi e stagioni del Mediterraneo. Un tuffo nella dolcezza perfettamente equilibrato dall'acidità dei frutti rossi. 
Colpevolmente, non siamo riusciti a provare l'anatra confit con scarola aceto balsamico e sesamo (le porzioni, apparentemente minimal, non lo sono affatto. E poi, si sa, anche tanto gusto sazia). Date le premesse, torneremo anche solo per quello. 
In compenso, non ci siamo fatti mancare i dessert. E meno male, perché sono piccoli gioielli di gusto. 
Non perdete i cremini gelato. In tutti i gusti. Uno tira l'altro. 


Ma tornate anche più volte per provare ogni voce del menu dolce. 
Noi abbiamo sperimentato la Semisfera di gelato, ricotta, cremino al pistacchio, arancia candita, cupeta leccese, crumble di cioccolato fondente, copertura fondente. C'è bisogno di aggiungere altro? 
No, solo che ora vogliamo assaggiare tutto il resto. 
Suggerimento finale: per quanto il dehors sia accattivante, ben organizzato e immerso nella suggestiva pietra leccese, non perdete l'occasione di scoprire gli interni. Un mix di stili che giocano col tropicale e una stanzetta segreta che lo staff vi svelerà.


Viveur Experience - Via Umberto I 27, Lecce. T: 3312837347 

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