Nel dedalo turistico del centro storico di Bari c’è ancora un angolo intimo e autentico dove il vino parla pugliese. InAlto è una vineria dove il territorio è servito con passione e coerenza: solo prodotti locali, solo etichette pugliesi, solo materie prime a chilometro zero, il tutto in un localino accogliente dove ci si siede senza fretta, per un aperitivo, una cena o anche solo per un calice ben scelto.



A guidare questo spazio c’è Alessandra, professionista della ristorazione con oltre 25 anni di esperienza, che ci accoglie con il sorriso di chi ama davvero ciò che fa. Con lei abbiamo chiacchierato di vino, radici e sogni in bottiglia. “In Alto è il coronamento di un percorso lungo una vita. Ho sempre lavorato nella ristorazione, da quando ero giovanissima: ho gestito locali, aperto attività, imparato sul campo e dai clienti. Ma qui, in questo spazio raccolto nel cuore di Barivecchia, sento di aver messo finalmente insieme tutte le cose che amo: la mia terra, il buon vino, l’ospitalità autentica. È una vineria che non vuole seguire mode, ma far star bene le persone. Mi piace pensare che chi entra qui possa vivere un momento di pausa vera, in un luogo semplice ma curato, dove ogni prodotto ha una storia, ogni bottiglia una provenienza che conosco personalmente.”

Cosa ti appassiona di più di questo lavoro?

“Senza dubbio il contatto con le persone. Mi piace parlare, ascoltare, consigliare. In questo lavoro si cresce ogni giorno anche grazie ai clienti. E poi c’è la mia missione: raccontare e promuovere la nostra terra. I prodotti che proponiamo sono tutti pugliesi, e sono di una qualità altissima. Oggi la Puglia sta finalmente ricevendo l’attenzione che merita a livello internazionale, ma per me è importante che questa valorizzazione parta da noi stessi. La nostra è una regione ricchissima e a volte ce ne dimentichiamo: io cerco, nel mio piccolo, di ricordarlo ogni sera, con un calice, un piatto, una chiacchiera.”

Che tipo di clientela frequenta “In Alto Vineria”? Più turisti o più locali?

“In realtà la maggior parte sono baresi. Non è un locale turistico, anche se siamo in pieno centro storico. Il turista che arriva a Bari spesso cerca la classica esperienza con la pizza o la pasta fresca, mentre il concetto di vineria è più ‘da italiani’. Però alcuni turisti curiosi arrivano, magari attratti dal passaparola o dall’atmosfera raccolta del posto. Noi ci distinguiamo proprio per questo: in un centro storico che ormai tende a standardizzarsi e a parlare solo al turista, In Alto è rimasto un angolo autentico, tranquillo, romantico. È fuori dal caos, e chi lo sceglie, lo fa per vivere un momento più vero.”

Atmosfera romantica, dici. Si sono mai formate delle coppie nel tuo locale?

“Altroché! Ne ho viste tante… e alcune si sono anche sposate! Mi piace pensare che il mio locale abbia qualcosa di magico. L’atmosfera è intima, le luci calde, la musica mai invadente. È il posto perfetto per conoscersi, chiacchierare, sentirsi a proprio agio. Mi riempie di gioia quando qualcuno mi dice: ‘ci siamo conosciuti qui, ad un tavolo di vino e risate’. Forse è anche questo il bello di una vineria: ti avvicina, ti mette a nudo, senza fretta.”

È singolare trovare, in pieno centro storico, un locale pensato per i baresi e non per i turisti. Come vivi questa scelta così controcorrente?

“Con orgoglio. Su cinquanta coperti, forse cinque sono turisti. E credo di essere rimasta l’unica realtà nel cuore di Barivecchia ad avere questa proporzione. Il centro storico di Bari negli ultimi anni è diventato quasi esclusivamente una vetrina per il turismo, ma noi abbiamo fatto una scelta diversa: restituire questo spazio ai baresi, farli tornare a vivere la loro città senza sentirsi ‘fuori posto’. Il barese spesso ormai va a cena fuori dal centro proprio per evitare l’effetto trappola. Qui, invece, può ritrovare un angolo familiare, autentico, dove sentirsi a casa.”

E cosa cerca il tuo cliente tipo, chi viene in vineria? È più un locale di quartiere o un punto di riferimento per chi ama il vino?

“Direi entrambe le cose. Abbiamo una clientela molto tranquilla, trasversale, che viene qui per rilassarsi, parlare, godersi un bicchiere e un piatto senza fretta. C’è il ventenne che vuole bere bene senza spendere una fortuna, e c’è l’ottantenne che viene ogni settimana. Questo per me è il segreto del locale: la varietà, l’inclusività. Tutti mi dicono che qui si sentono a casa, e questa è la soddisfazione più grande. È un luogo dove puoi essere te stesso, senza pressioni, senza pose.”

Che tipo di esperienza vuoi offrire a chi entra da “In Alto”?

“Un’esperienza autentica. Ogni cliente va ascoltato, capito, coccolato. C’è chi ha intolleranze, chi ha gusti difficili, chi viene per festeggiare, chi per sfogarsi dopo una giornata pesante. Sta a noi capire chi abbiamo davanti e creare l’atmosfera giusta. Credo che questa sia la sfida più bella e più vera del nostro lavoro: personalizzare l’accoglienza. E quando ci riesci, si crea un legame sincero. Il cliente torna, e diventa quasi un amico.”

Tra tradizione e innovazione, da voi vince la tradizione?

“Assolutamente sì. Tutto parte dalla nostra identità. Friselle, focacce, prodotti tipici pugliesi. Anche quando lavoriamo con preparazioni più moderne, come la pinsa ad esempio, il tocco pugliese non manca mai. Non troverai mai avocado o guacamole: noi ci mettiamo il capocollo, il caciocavallo, la stracciatella. Anche nei piatti che non sono ‘nostri’, c’è sempre un richiamo forte alla Puglia. È il nostro filo conduttore, la nostra firma.”

Il vostro menù punta con decisione sulla territorialità. Come selezionate i prodotti e i fornitori?

“Lavoriamo esclusivamente con fornitori locali. Conosco ogni nome, ogni volto dietro i prodotti che serviamo. È un legame diretto, quasi familiare. Questo ci permette di garantire qualità, stagionalità e anche sostenibilità. In Puglia abbiamo tutto quello che ci serve: formaggi straordinari, salumi di tradizione, pane e farine eccezionali, verdure che profumano di sole. Perché cercare altrove?”
 

C’è un piatto o un vino che rappresenta più di altri l’identità di InAlto i Calici?

“Difficile sceglierne uno solo, ma direi la frisella integrale con burrata pugliese e datterini, oppure la nostra pinsa con capocollo e crema di carciofi. Sono piatti semplici, ma curati, dove ogni ingrediente ha un legame con la nostra terra. Tra i vini, ne abbiamo davvero tanti, ma consiglio sempre lo Shola Sarmenti, o il Maccone di Adelfia. E poi i vini della Cantina Giuli. Ovviamente abbiamo anche grandi etichette nazionali come il Sassicaia, ma il cuore resta qui, in Puglia.”

Ci sono novità o progetti futuri in arrivo?

“Sì! Stiamo organizzando una nuova stagione di eventi musicali: concerti dal vivo, voce e strumenti, niente playback. Il locale ha una bellissima acustica, perfetta per creare un’atmosfera intima e coinvolgente. E poi ci saranno degustazioni guidate con le cantine, serate a tema, e possibilità di riservare la sala esterna per piccoli banchetti o feste private. Cerchiamo sempre di offrire qualcosa in più, ma senza mai snaturarci.”

Cosa ti aspetti da questa estate?

“Sono ottimista. Bari è una città che ha tanto da dare, e In Alto Vineria ci ha ormai una sua identità forte. La gente lo riconosce, lo apprezza. Mi piace vedere i sorrisi di chi entra e poi ritorna. Questo, per me, è il vero successo: la soddisfazione nei volti dei clienti.”

Come descriveresti l’atmosfera del locale a chi non ci è mai stato?

“Siamo un posto intimo, con luci calde e soffuse, musica chill in sottofondo. L’ambiente è curato ma non artefatto: si respira un’aria rilassata, senza formalismi. È il classico posto dove puoi passare una serata romantica, ma anche fare due chiacchiere con amici senza sentire il rumore del mondo di fuori. Una bolla di tranquillità.”

InAlto - Piazza Mercantile 62, Bari. T: ​0808806531

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