“Si dice che l’appetito vien mangiando, in realtà viene a star digiuni” (Totò).

Con questa massima del principe della risata in mente entriamo da 'O Munaciello, pronti a vivere la nostra esperienza culinaria ad alto tasso di napoletanità. Mentre costeggiamo l'elegante bancone bar e ci apprestiamo a sederci al tavolo, ad accompagnarci c'è la grande musica del capoluogo campano. Pino Daniele, Massimo Ranieri e non solo, rappresentano il sottofondo ideale per una cena dalla quale ci aspettiamo tanto e che, possiamo già spoilerare, non ci deluderà.

Ci accomodiamo al tavolo, apparecchiato in modo semplice, senza troppi fronzoli, per una mise en place che bada all'essenziale. Il menù è disponibile scansionando un QR CODE, una pratica smart e veloce sempre più diffusa, anche in un'ottica ecologica per cercare di ridurre al massimo gli sprechi e i consumi. 

L'offerta è quanto mai ampia ed eterogenea, quindi scegliamo di affidarci un po' all'istinto e un po' ai consigli dello staff, sempre pronto a suggerire la soluzione migliore per le nostre esigenze. 


E mentre aspettiamo il nostro antipasto, ci intratteniamo dando un'occhiata alla simpatica tovaglietta che ricopre il tavolo, sulla quale è riprodotto il tabellone della Smorfia napoletana. Un bel modo per ripassare il folklore napoletano, grazie al quale decidiamo di assegnare un numero e il suo relativo significato a ogni piatto che andremo ad assaggiare, in una sorta di Tombola culinaria.

Ma non c'è molto tempo per stare a leggere, perché dalla cucina sentiamo un campanello suonare e vediamo un cameriere avvicinarsi al nostro tavolo. Il nostro piatto è in arrivo, si comincia. 

N. 1. L'Italia. La Montanara, il tricolore del bel paese con una spinta in più


La prima portata della nostra esperienza da 'O Munaciello ci porta subito a stretto contatto con la tradizione culinaria più autentica, grazie a una specialità molto amata, spesso proposta tra le strade di Napoli anche sotto forma di street food: la Montanara. Si tratta di un piatto storico, che deve il suo nome ai contadini che provenivano dalle montagne ed erano soliti consumarlo. La Montanara consiste in una piccola pizza fritta, condita con salsa di pomodoro, basilico e formaggio, che da 'O Munaciello viene proposta sia in modalità classica, che con l'aggiunta di polpette. Una versione tutta nuova e ancor più golosa dell'iconico piatto, che decidiamo di non farci sfuggire. 

Alla prima forchettata veniamo subito colpiti dalla morbidezza di una pietanza che seppur fritta, mantiene un'anima soffice e delicata. Una sensazione questa, che diventa ancor più evidente dopo il primo morso. Ogni boccone si scioglie in bocca, sprigionando un trionfo di sapori perfettamente bilanciati. Le polpette, ripiene di pinoli e uvetta, sono in perfetta armonia con la Montanara e anzi, le danno una spinta in più, regalando una sensazione tutta nuova a chi già conosce le caratteristiche di questo piatto. 

Resistere è praticamente impossibile e anche se sappiamo che la cena sarà lunga, è difficile lasciare qualcosa nel piatto. D'altronde come si dice, questo è un duro lavoro, ma qualcuno deve pur farlo.     

N. 72. 'A Maraviglia (Lo stupore). Scende in campo la Bufala


Come abbiamo avuto modo di intuire, quella di 'O Munaciello è una cucina che si basa sulla tradizione, ma non ha paura di sperimentare nuove vie, alla ricerca dell'eccellenza e dello stupore. È il caso questo della nostra prossima portata, il Raviolo ripieno con blu di bufala, ricotta di bufala e burro aromatizzato con scorza d'arancia. 

Come risulta evidente, il celebre latticino è il protagonista assoluto di questo piatto, prendendosi la scena in due versioni differenti: quella più nota, sotto forma di ricotta e la versione erborinata, per l'appunto il blu. 

Un'idea originale e innovativa che sorprende a ogni morso. Le due tipologie di Bufala, infatti, si uniscono tra di loro alla perfezione: da un lato la delicatezza della ricotta, dall'altro il gusto più deciso del formaggio erborinato, racchiusi in un raviolo fresco e fatto in casa, ideale per contenere questo mix di sapori. E proprio quando il gusto sembra giungere al termine, ecco arrivare l'aroma di arancia del burro aromatizzato, lasciando un piacevole retrogusto sul palato, prima di rituffarsi a capofitto su un altro boccone. 

N. 52. 'A Mamm (La mamma). Il grande classico che profuma di casa


Domenica, tarda mattinata, è quasi ora di pranzo e per tutta la casa comincia a sentirsi un profumino irresistibile anche se ben conosciuto. Un profumo che proviene da quella pentola in cucina, dove sta cuocendo il sugo per uno dei piatti più diffusi nella cucina partenopea.

Stiamo parlando della Genovese. Il nome viene fatto risalire a una vecchia abitudine dei soldati genovesi che, durante la loro sosta nel porto di Napoli, erano soliti richiedere questo piatto, che unisce carne e cipolla cucinati a fuoco lento per garantirne la giusta morbidezza. 

Un piatto tradizionale come pochi altri, che da 'O Munaciello viene proposto nella sua versione classica, con le cipolle di Montoro, accompagnato dai Paccheri. La scelta della pasta non è casuale: il Pacchero, infatti, con la sua consistenza e la sua forma, ben si presta a un sugo ricco di sapori come quello alla genovese, accompagnandolo con discrezione e buon gusto. A ogni morso sentiamo il sugo e la pasta legarsi insieme in un matrimonio all'insegna della bontà al quale tutti sono invitati, mentre l'abbondanza del condimento ci riporta a una cucina casalinga ormai difficile da trovare in giro. 

E per concludere in bellezza un piatto come la Genovese, niente di meglio di una deliziosa scarpetta, resa ancora più gustosa dal morbido e fragrante pane preparato nel forno a legna del locale.

N. 18. 'O Sanghe (Il Sangue). Sapore di mare


Napoli è una città che ha un rapporto viscerale con il mare. Nelle vene di ogni napoletano scorre sempre un po' di acqua salata, che assieme al sangue contribuisce a un DNA unico al mondo. Proprio per questo nel nostro menù non poteva mancare un piatto dedicato ai prodotti del nostro mare, il Polpo alla Luciana.    

Il Polpo alla Luciana, dal nome di Santa Lucia, borgo che vanta una grande tradizione peschereccia, viene cotto in un succulento sugo di pomodoro e insaporito con olive taggiasche e capperi

Il piatto ci viene servito in un classico pentolino in metallo, al quale basta avvicinarsi un po' per sentire il trionfo di tutti quei profumi che rimandano a una sensazione di mare. Sin dal primo assaggio il polpo, adagiato su una fetta di pane, risulta tenerissimo tanto da sciogliersi in bocca con un sapore deciso ma allo stesso tempo delicato. Il pane alla base, inoltre, accompagna alla perfezione il pesce, regalandogli grinta e consistenza, per un'esperienza gourmet in grado di sorprenderci dopo ogni morso. E anche in questo caso, neanche a dirlo, la scarpetta finale non rappresenta solo un'opzione, ma l'unica scelta sensata per assaporare fino alla fine questo piatto.   

N. 14. 'O 'Mbriaco (L'ubriaco). Un bis di dolcezza


Arrivati a questo punto il nostro appetito è già ampiamente soddisfatto, ma sarebbe ingeneroso da parte nostra alzarci dal tavolo senza aver assaggiato i dolci fatti in casa del locale. E per farlo la scelta ricade su due specialità che hanno accompagnato la vita di ogni napoletano: i Mostaccioli e la Graffa con zucchero e cannella.

Il Mustacciolo è un tipico dolce natalizio, presente però anche durante il resto dell'anno, formato da un biscotto molto speziato ricoperto di cioccolato. Di solito tende a essere piuttosto croccante, ma da 'O Munaciello viene servito nella sua versione più morbida, con un'aggiunta di rum e accompagnato da un bicchiere di vino di Agricanto. La morbidezza del Mustacciolo rende ogni morso un'esplosione di dolcezza, ben bilanciata dalla presenza del rum che contribuisce a un gusto ancor più forte e deciso. Il vino di Agricanto poi, è quanto di meglio ci sia per accompagnare un dolce importante come questo, tanto da creare un gustoso loop: un morso, un sorso di vino, un altro morso e un altro sorso, finché il Mustacciolo non finisce e noi ci ritroviamo con le dita sporche di cioccolato ma con un grosso sorriso sul volto. 


La Graffa napoletana invece, è molto simile a una ciambella fritta, ricoperta di zucchero con una base di farina e patate. Anche in questo caso si tratta di un dolce abbinato a una festività, il Carnevale, ma è possibile trovarla in ogni periodo dell'anno. 

Appena ci viene servita non riusciamo a resistere alla tentazione di toccarla con un dito, sentendo subito tutta la sua morbidezza mentre lo zucchero rimane attaccato alle dita. La sensazione al palato è quella di addentare una nuvola di dolcezza, riportandoci alla mente la spensieratezza dell'infanzia e il divertimento di quei giorni. 

D’altra parte, lo sappiamo, il gusto è forse il senso migliore per risvegliare vecchie emozioni e sensazioni che credevamo dimenticate, in un vero e proprio viaggio nel tempo che da 'O Munaciello diventa realtà senza mai alzarsi da tavola. 

‘O Munaciello
Via Maffia, 31r - Firenze
Telefono: 055287198
 

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