Il nuovo locale di Matteo Tomasi è molto più di un brunch bar

Nel cuore pulsante di Lecce, a due passi da Piazza Mazzini, in via Oberdan, c'è un posto che non è solo un locale, ma un viaggio, un’idea, un ricordo diventato spazio e sapore. Si chiama Branci, ed è la nuova avventura di Matteo Tomasi, giovane imprenditore trentenne che ha fatto della ristorazione la sua forma di espressione più autentica. E non a caso, il nome è una crasi tenera e decisa tra brunch e Franci, la sua compagna, madre della piccola Nina, e musa ispiratrice di tanti progetti.
Branci nasce così, come un abbraccio: tra passato e presente, tra vita privata e ambizione, tra esperienze internazionali e calore salentino.

Dalla Londra notturna al sole del Salento

Matteo nasce a Milano, ma la vita lo conduce presto nel Salento. Il mondo, però, non tarda a chiamarlo: Londra, Roma, di nuovo Milano. Capitali in cui lavora in ogni ruolo possibile, dalla sala ai cocktail, dai bicchieri al bancone, con una sete costante di conoscenza e crescita.
 “Ho fatto esperienze di lusso ed esperienze da battaglia in quasi tutti i ruoli. Ho lavato bicchieri, fatto cocktail, ho lavorato in sala. Volevo capire davvero come funziona un locale. Ho fatto un master a Roma e poi altri corsi: bartender, sommelier. Mi sono innamorato del mondo dei cocktail.”
Non ha mai avuto paura di cominciare dal basso. E il tempo, dice, non si spreca: ogni gesto deve valere, anche asciugare un bicchiere. Una filosofia imparata da suo padre: “Qualsiasi cosa si fa nella vita, va fatta bene. Il tempo non ci torna indietro.”

La nascita del sogno

Il ritorno definitivo a Lecce arriva dopo il Covid. L’occasione per fermarsi e guardare avanti. Così nasce il primo locale, Al Ventuno, dove Matteo investe tutti i suoi risparmi londinesi e un carico enorme di sogni. Un successo costruito nel tempo, che si amplia fino a raddoppiare il bancone e triplicare le sedute.
“Non volevo il solito bar freddo dove entri e consumi. Da me entri e stai bene, e ritorni per un’emozione.”
Dopo quattro anni, ecco il grande salto: Branci, una nuova sfida in una zona diversa della città. Un locale che parla molte lingue, culinarie e culturali, ma che mantiene una sola, forte identità: quella di Matteo.

Branci, un tributo alle mattine londinesi

Branci è ispirato a quelle mattine lente e serene a Londra, dopo le notti di lavoro nei club privati, quando lui e Franci si concedevano un brunch senza fretta.
“C’era un localino dietro casa con dei brunch deliziosi. Ci andavamo con calma, sereni, rispettosi del nostro tempo. Ci sentivamo liberi.”
Quel senso di libertà oggi vive in via Oberdan. Branci accoglie chi cerca una colazione lenta, un pranzo veloce ma curato, o semplicemente un luogo dove sentirsi bene.

Il menù: viaggiare con il palato

Da Branci si incontra il mondo. La cucina è una tavolozza internazionale che mescola stili, suggestioni e culture. Difficile definire questo posto: un po’ giapponese, molto italiano, totalmente cosmopolita. Il menù è vario, libero da etichette, pensato per ispirare chi entra.
Dalla colazione dolce o salata alle healthy bowl, dallo spaghetto al pomodoro (un capolavoro di semplicità) alle uova alla Branci – con l’uovo in camicia anche fritto – ogni piatto ha una storia. Come lo yogurt con semi di chia, le opzioni vegane e senza lattosio, e persino “bombe atomiche” per i più golosi.
Poi c'è il chicco di caffè, un tiramisù elegante a forma di chicco, e la Lemon Pie. E ancora sfogliati alla francese, cinnamon roll, banana bread
“Dal dettaglio sul banco, la bustina di zucchero, il portatovagliolo, fino all’acqua al finocchietto o al cardamomo: tutto è forma di cura.”

La squadra, il cuore

Nulla sarebbe possibile senza la squadra, come sottolinea Matteo con fierezza.
“Ho una squadra fenomenale anche al Ventuno, che mi ha permesso di avere il tempo per concentrarmi su Branci. Credo molto nel delegare, nell’insegnare e nel passare il testimone.”
Al Branci sono in 18. Un team giovane, empatico, sorridente. Irene e Simone fanno un caffè imbattibile, Federica, Alessia e Michela hanno un sorriso che accoglie, Teresa è l’esperta di sfogliati, Elmar è il re dei cinnamon roll, Gianluca in cucina cura ogni piatto con precisione chirurgica.
“Se riesco a fare in modo che i miei ragazzi siano meglio di me, allora vuol dire che il lavoro l’ho fatto bene.”
Il benessere del personale è fondamentale: nessun compromesso sul clima di lavoro, sulla gioia di tornare ogni giorno. “L’aspetto psicologico viene prima delle competenze.”

Un luogo che racconta emozioni

Branci è luce, colori chiari, vetrate aperte sulla città che corre, ma dentro c'è un tempo diverso. Un tempo rispettoso, che non incalza. Un luogo che invita a restare, a indugiare, a scoprire.
Le pareti parlano d’America e di Messico, con richiami al Grand Canyon, tra stile eclettico e raffinatezza calda, mai fredda. Lo stile è definito da ciò che evoca, non da ciò che imita.
Ogni morso, ogni sorso, rilascia emozioni. Perché qui, niente è lasciato al caso. L’obiettivo non è solo servire, ma creare connessioni. Ogni piatto racconta un frammento di vita, ogni dettaglio svela cura e amore.

Una promessa: accoglienza e creatività

Branci non è stato pensato per fare soldi. O meglio: il profitto è una conseguenza, non un fine.
“Coltivo i miei desideri e voglio far star bene le persone, creare, fare accoglienza. Non facciamo le cose giusto per fare.”
L’orizzonte è già oltre: Matteo sogna un momento del tè in stile londinese, con alzatine piene di dolci e salati, bollicine o tisane profumate.

Branci: il brunch diventa emozione

Branci è più di un locale: è una promessa mantenuta, una carezza urbana, un viaggio emotivo. È il brunch che non hai mai provato, servito con l’anima. È il sorriso di chi ti accoglie, la mano di chi ha lavato bicchieri per imparare a volare.
E forse è proprio per questo che chi entra a Branci poi ritorna. Perché non si dimentica ciò che ci fa sentire bene.

Branci - Via G. Oberdan, 28 - Lecce. T: 08321690259

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