Un’osteria completamente nuova, sia nella giovanissima gestione che nell’innovativa offerta, che poggia però le basi - letteralmente - su di un palazzo storico (lo vedremo dopo quanto storico!). 

Siamo andati a fare finalmente due chiacchiere con i ragazzi, che poi sono anche le menti, i cuori, le scelte e la famiglia dietro al nuovo Ottava Osteria Terra e Mare, inaugurato di recente (era solo il 21 giugno) e pronto a questa incredibile traversata nel mare che non sembra spaventarli affatto, anzi, li carica. 

A fare da portavoce del gruppo Matteo Menon aka il “Maestro del vino” e Chef Mattia Resente che - spolier - definiscono il “più vecchio del gruppo” ma ha (solo) 28 anni. 

Da dove iniziamo? Aiutatemi. 


Matteo: Iniziamo dall’inizio direi, da quando ci siamo chiusi qui dentro e abbiamo lavorato giorno e notte per costruire questo locale, in senso tanto letterale quanto figurato perché certo, gli arredi sono cosa importante (anzi, fondamentale) e come vedi noi qui all’estetica teniamo molto, ma anche il menù, la visione dello stesso, la scelta degli accostamenti, dei colori, dei piatti e, in ultimo, dei vini è cruciale. Ci siamo messi qui e insieme abbiamo costruito un racconto che fosse unico e compreso da tutti e non ci siamo più alzati finché non abbiamo trovato la quadra e beh, posso dirti, a due mesi dall’apertura e a qualche giorno dall’inaugurazione onestamente mi ritengo veramente soddisfatto del lavoro fatto sin qui.

Siamo partiti con umiltà e con voglia di fare, forti di una passione incredibile ognuno nel proprio campo e consapevoli che quello che si era creato qui era molto più di un legame lavorativo: siamo una famiglia. La strada è sicuramente in salita, come è giusto che sia, ma se i presupposti sono questi beh…

Giovanissimo (Matteo ha 22 anni) e qui da Ottava, “Maestro del vino”, non hai paura di esser giudicato per la tua età? 


Matteo: Guarda, ti dirò una cosa che forse potrebbe spiazzarti ma è per me realtà: la mia età, nel mio lavoro, non mi ha mai creato alcun problema. Mi vedi, sono estremamente aperto e spigliato, ma sono anche molto umile, pronto a imparare e a tornare sui miei passi quando commetto degli errori e poi ho una passione viscerale per questo mondo. Caratteristiche queste che il cliente solitamente vede e apprezza, mi piace entrare in empatia con chi viene qui, con chi sceglie di fidarsi, mi piace restituire il favore perché è un segno di rispetto. Poi certo, chi pensa io sia troppo giovane per fare quello che faccio c’è ma sai che ti dico? Gli farò cambiare idea con la mia competenza.

Mattia, tu di Ottava sei lo Chef e - stando a quanto detto dai tuoi amici e colleghi - pure il più vecchio, come te la vivi sta cosa? Ci racconti come è iniziato questo viaggio? 


Mattia: Ebbene sì, sono il più vecchio qui dentro ma ancora me la cavo alla grande dai. Di Ottava sono pure lo Chef, assieme a Thomas il mio secondo (che per inciso è un mago a friggere qualsiasi cosa, bravissimo!) e insieme cerchiamo di trovare una quadra di là, nel nostro regno che è la cucina. La cosa bella di Ottava però, che poi già accennava Matteo è la capacità che abbiamo avuto in poco tempo di andare oltre al rapporto lavorativo e diventare un vero e proprio gruppo di lavoro che si guarda le spalle. Non capita di rado che Matteo stesso mi aiuti a costruire un piatto come non si esclude mai a priori che le scelte arrivino dopo un confronto, anche fra ruoli diversi che è cosa fondamentale. 

E andando al cuore: che cucina proponi? 


Mattia: L’idea era fin da subito quella di creare un ristorante di alto livello che però ci piaceva avesse pure una parte di “bistrot” aperta ad orario aperitivo e quindi la formula dell’osteria è la cosa che ci è piaciuta di più. Ci definiamo una osteria di mare e di terra perchè proponiamo entrambe le cose, seppur il pescato sia sicuramente maggiormente presente perchè ci permette una maggiore lavorazione, creatività e innovazione. È una cucina esteticamente molto bella, curiamo i piatti dall’inizio alla fine, che però è piena di sostanza: ci piace che le materie prime arrivino più possibile dalla nostra terra e che si notino, anche laddove mescolate nel piatto. È una cucina sicuramente moderna, che rivisita i piatti cari alla nostra tradizione ma che mai li stravolge. 

Una passione per la cucina di lungo corso la tua, ma dove continui a trovare la creatività? 


Mattia: Eh, lo sapessi sarebbe più semplice fare questo lavoro. No scherzi a parte non credo esista un unico modo per trovare la creatività in cucina. Sicuramente tutto parte dall’esperienza e dal rimanere al passo con i tempi, con le tecniche utilizzate e con ciò che desidera oggi la gente e poi aiutano diversi fattori credo, uno fra tutti l’essere in un luogo di lavoro che ogni giorno è capace di stimolarti e, pure, di apprezzarti. La creatività è in ogni cosa e in ogni momento. 


E il piatto a cui sei più affezionato ora? 


Mattia: Si chiama “Oceano di emozioni” ed è un tagliolino al nero di seppia con capasanta caramellata su letto di coulis di pomodorini rossi e caviale di pomodorini gialli. Un piatto molto semplice ma al contempo molto complesso, che è un insieme di tantissimi fattori, colori, sapori, tecniche e consistenze. 

Ottava Osteria Terra e Mare 
Piazza Mazzini, 21 - Monselice (PD) 
Tel. 0429537620 

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