Con tutte le limitazioni imposte dalla pandemia, regalarsi un pranzo guidato dalla visione di Giuseppe è un privilegio che vale il viaggio

Tra Barletta e Bari ci sono molti porti, ma tra quello più blasonato di Trani e il passeggio un po' caotico di Molfetta, se ci si spinge un po' più giù si arriva a Giovinazzo. È un attracco quasi esotico, dove la rusticità di reti e piccole imbarcazioni si sposa bene con l'eleganza di certi palazzi che merlettano la pianta cittadina. In una vecchia torre di guardia che affonda le sue fondamenta nel mare, c'è Romanazzi's Apulia Restaurant, l'esperienza forse più inaspettata di tutta la città.

In tempi di privazioni e restrizioni a colori, ogni dettaglio è importante. Varcata la soglia del piccolo ambiente circolare o della splendida terrazza affacciata sul porticciolo, sarete immediatamente precipitati in una vera luxury experience.


Tovaglie, posateria, atmosfera: nulla è lasciato al caso da Giuseppe Romanazzi, che in questa location ha visto e scrive ogni giorno il suo futuro attraverso piatti frutto di emozioni e ricordi, che crea ed esegue con il suo team di cucina. 

Da Romanazzi's si va per molte ragioni: la vista, l'ambiente intimo e ricercato, la buona cucina, la carta dei vini che racconta la Puglia in bottiglia ma anche molto di più. Ma poi c'è il motore di tutto, che fa spostare le persone da tutta la regione e seducono star come Selvaggia Lucarelli e Rocco Papaleo: il Crudo di mare.


La lettera maiuscola non è casuale. Qui l'esperienza è davvero bold: scampi, gamberi rossi, ostriche francesi, tartufi di mare, cozze e ricci. Ma attenzione, tutti questi frutti del mare non ci sono tutti i giorni. Come spiega Romanazzi: «O sono belli e buoni, o non li serviamo». Ma quando ci sono, si assapora il vero senso della pugliesità attraverso l'opulenza del plateau.

Una delle cose che si imparano subito di Giuseppe Romanazzi è che insieme al massimo rispetto della materia prima, coabita in lui una grande voglia di sperimentare. Ed ecco che, giunto al tavolo, può suggerire un'apparente eresia che vi cambierà la giornata: condire un'ostrica con un filo di monocultivar coratina e una girata di pepe.


Superato lo scetticismo, vi troverete a dargli ragione con tutte le vostre papille gustative.

Poi c'è l'estetica dei piatti, perché prima di tutto mangiamo con gli occhi e Giuseppe lo sa bene. Il gioco di prestigio gli riesce molto bene con Il Polpo e la Pizza: i tentacoli sono scottati e caramellati, poi appoggiati su una crosta di morbido pane e un'emulsione di pomodoro datterino con gocce di crema di burrata.


Sembra una pizza, ma non lo è: ci si diverte anche solo a guardarlo, ma mangiarlo è altrettanto spassoso.

Un altro ingrediente con cui il patron di Romanazzi's ama giocare è il nome dei piatti. Più volte tornano nomi che rimandano a immagini che rimandano a una sinergia di ingredienti stupefacente. Sono le emozioni a guidarlo in cucina, fatto che spiega perché lo Spaghettone bruciato è uno dei piatti must della carta di questo ristorante.


Ve la ricordate la pasta al forno della domenica? Quella che il lunedì, scaldata in padella e un po' bruciacchiata, diventa ancora più buona? Eccola, quella sensazione di casa e di coccola, proprio nel piatto di fronte a voi. Il nome non è casuale, ma provocatorio perché sin dalla comanda, non farete altro che chiedervi «Ma sarà davvero bruciato?». Starete anche mangiando a due passi dal mare, ma già dalla prima forchettata vi sembrerà di scorgere il grembiule di vostra madre e quella luce dei lunedì mattina in Puglia, che rendono sopportabile ogni fatica.

E a proposito di nomi divertenti e passatempi a tavola: il Branzino spiaggiato è la vera sorpresa di questa sosta da Romanazzi's. Nato dal ricordo di una spiaggia assolata dei Caraibi, questo filetto di pesce sguazza in un mare azzurro, fatto con l'acqua di cavolo rosso, che lambisce una spiaggia fatta di sabbia di mandorla.


Il sole tramonta sullo specchio d'acqua con l'aggiunta a tavola di succo di limone: il liquido diventa rosa e regala stupore agli occhi, al cuore e alla bocca.


Siamo a fine pasto e, con esso, arriva quel momento imbarazzante in cui, oltre al dessert, si desidera concludere l'esperienza con un buon distillato. Ma se non si è in possesso delle giuste nozioni per un abbinamento, da Romanazzi's si dissipa l'imbarazzo con una carta dolci che abbina già il giusto amaro al dessert. Da provare, l'Oro di Puglia: un cremoso di pane di Altamura, ricotta e vn cotto, mousse ai fichi secchi, gel all'amaro pugliese, granita di mandorla di Toritto, croccante al marzapane, salsa all'olio evo, varietà coratina e foglia oro.


In abbinamento, vengono proposti un Passito Otre, un Rum Agricolo e Un Cognac Delmain. Noi abbiamo scelto l'ultima voce per una resa senza condizioni, felice, all'esperienza gastronomica fatta nella torre di guardia gastronomica più divertente della costa a Nord di Bari.

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