Da La pinsa del borgo, dove si mangia l’unica, vera pinsa romana, c’è anche tanto altro da gustare: siamo venuti a provare le ultime novità

Scegliere di venire a La Pinsa del Borgo significa tante cose. Significa dare valore all’autenticità perché qui e solo qui - almeno a nord di Bari - potrete assaporare l’autentica ricetta originale della pinsa romana. Significa scegliere un posto easy, dove rilassarsi con gli amici o anche da soli, con una buona birra targata Birra del Borgo e qualche piatto stuzzicante come l’ormai celeberrimo sorriso. Ma La Pinsa del Borgo è anche condivisione e piacere di sperimentare le novità di stagione. Proprio per questo siamo venuti a provare le ultime novità.

Pino Cosmai ci accoglie con il suo sorriso aperto e un abbronzatura che gli vedrete addosso anche d’inverno. Ci presenta subito la sua ultima novità, ma ci avverte: “Non chiamatela poke”.

Arriva nel piatto un’insalata di riso contemporanea a base di chicchi venere, pomodorini ciliegini, pezzetti di barattieri, salmone affumicato, avocado, anacardi tostati. Ci chiede anche se preferiamo la salsa teriyaki o quella allo yogurt. Nel dubbio: perché scegliere?
 

I chicchi cotti alla perfezione fanno da sfondo a questo mix di ingredienti freschissimi e di ottima qualità, messi insieme per contrastare la calura estiva. Gli anacardi ci danno quel crunch che tanto desideriamo. Condite il piatto con entrambe le salse e mescolatele: la goduria salirà al massimo.
 
L’abbondante porzione di insalata di riso non ci scoraggia e ci facciamo sedurre da una proposta indecente: un hamburger di Scottona con cheddar, pancetta croccante, cipolla caramellata e una stupefacente salsa alla birra.
 


Sugoso, ricco di sapore e croccantezza, questo hamburger ci conquista.  Un panino morbidissimo avvolge i 200 gr di Scottona cotta a puntino. Chi l’ha detto che l’era dell’hamburger è finita? Questo piatto splende ancora di glorioso fascino.

Un sorso di Maledetta, una Pale Ale artigianale, luppolata e siamo pronti per il prossimo assaggio.
 
Non c’è essere umano che davanti a un buon piatto come prima cosa dimentichi di sorridere. Ecco perché il “panzerotto aperto” realizzato con l’antipasto della pinsa qui si chiama Sorriso. Ci arriva la versione con burrata di stracciatella, mortadella, granella di pistacchio e scaglie di grana.

L’impasto usato è quello che abbiamo imparato ad amare, a base di farina di riso, grano tenero e farina di soia. La morbidezza e il sapore di questo mix di farine viene esaltato dal sapiente accostamento con ingredienti freschi e allo stesso tempo golosi. Un altro sorso di Maledetta con i suoi sentori tostati e avvolgenti ci prepara all’ultima sorpresa.
 
Finalmente arriviamo al nostro piatto del cuore: la vera, autentica pinsa romana. Torna l’impasto provato nel sorriso, arricchito di pomodorini confit che sanno di sole e d’estate, mozzarelline di bufala e vero capocollo di Ariccia.

Qui le parole non servono: questa pinsa parla da sola.
 
Infine, il dolce congedo. Pino ha deciso di farci fare un viaggio da fermi, servendo un Tartufo di Pizzo Calabro della Pasticceria Il Castello. Uno scrigno di panna con un cuore di caffè ci aiuta a chiudere in bellezza l’esperienza. Senza accorgercene il tempo è volato, la birra è finita, ma il sorriso si è moltiplicato tra i commensali del nostro tavolo. Perché la felicità - soprattutto gastronomica - è vera solo se condivisa.

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