Un locale storico nell’ancor più storico Ghetto del centro padovano. Un’enoteca che a breve spegnerà ben sette candeline ma che non ha ancora esaurito la voglia, le forze e le competenze per fare meglio, fare di più. Una enoteca che i padovani spesso hanno conosciuto grazie ad una ampia selezioni di vini in mescita e ad un bancone con cicchetti per tutti i gusti. Una enoteca sì, che dopo – ma forse un po’ anche grazie – al Covid, si reinventa Ristorante, aprendo le sue porte non più solo a pranzo, ma anche a cena. Un locale con un menù innovativo poi, che poggia su profonde radici territoriali e sulla nuova carta vini pensata per soddisfare li diversi palati del cliente, anche quelli più curiosi. 

L’informalità dell’osteria con la classe del bistrot


Venti coperti, forse ventiquattro, più un’altra ventina nel plateatico esterno (dove però nei periodi freddi non si fa servizio al tavolo). Questa l’offerta dell’Enoteca-Ristorante La Sciabola, che proprio grazie alla sua posizione e al suo ambiente contenuto, promette un ambiente intimo, ben distanziato (che di sti tempi…) e un servizio attento e puntuale. Non si amano definire osteria perché ci tengono che sia ben chiara la grande ricerca e studio che vi sta dietro alla proposta del locale; ma non vogliono nemmeno esser paragonati ad un bistrot perché qui l’unica parola d’ordine è sentirsi a proprio agio. Un locale adatto a tutti e per tutte le tasche, un elemento distintivo su cui si è poggiata tutta la scelta del menù, così come della carta vini entrambe in grado di offrire un ampio ventaglio di proposte.

Un consiglio: se volete provare i piatti e i calici de La Sciabola, prenotazione non obbligatoria, ma fortemente consigliata. Come consigliato – quando possibile – il pranzo o la cena durante la settimana perché il weekend è veramente richiestissimo e il locale è quasi sempre al completo! 

In cucina la tradizione sì, ma 2.0


Una scelta ben ponderata, quella di aprire la cucina anche a cena, ma anche una scommessa sulle proprie capacità e conoscenze. Il risultato? Un locale che in piena ripresa dopo la pandemia, sceglie di investire in sé stesso e nel suo personale per offrire al cliente una esperienza a 360 gradi che passa per un servizio attento, una materia prima di qualità, un’offerta che piace e una carta vini che è un viaggio andata e ritorno per le migliori località italiane, con qualche escursione in territori esteri, dall'Oltralpe alla Nuova Zelanda, solo per citarne un paio.

Qui c’è tutto, c’è la radicata tradizione di una seppia in umido servita con polenta e non manca un incontro con il nuovo che ben si sposa con un bigolo in salsa con stracciatella e granella di pistacchi. C’è poi qualche offerta più “chic” come l’ovetto di quaglia con tartufo o la tagliata di cervo con riduzione di mirtilli. E infine non manca la storia de La Sciabola, che si può trovare dentro quei piatti immancabili che, già in tempi non sospetti, erano tanto amati dai clienti, prima fra tutti lei: la Tartare, condita quanto basta, servita con crostini e dressing alla senape al miele o in alternativa, con dressing al tartufo nero di Acqualagna. 

Un’attenzione anche all’ambiente…


Un menù stagionale, anzi, ancor più che stagionale: quasi mensile. Capace di pescare negli ingredienti cardine del nostro territorio, diversificandoli di volta in volta pur mantenendo un prodotto sempre fresco. Una scelta, questa, che pone l’accento su una sempre nuova offerta per il cliente che si trova così piatti sempre nuovi, ma che al contempo contribuisce a ridurre sprechi e giacenze di cibo che da La Sciabola non sono e non vogliono essere consentiti.

E poi, ovviamente, una carta vini che è un inno al tricolore


Mai visto una carta vini divisa per regione? Da Enoteca La Sciabola c’è questo e molto altro. Primo fra tutti c’è un listino corretto e una proposta che prende dentro tantissime fasce di prezzo come tantissime sono le differenti possibilità di questo locale.  Ci sono grandi classici che, come in cucina, mai andranno via dalla lavagna dei vini: come alcuni bianchi e i rossi che hanno accompagnato la storia del locale durante tutto il suo percorso, perfetti per ogni occasione nonchè una certezza per il cliente ormai appassionato. Ma anche qualche chicca che non ti aspetti. Non a caso la carta vini di nuova realizzazione esce dallo stereotipo di una Sciabola dove “si è più portati a bere rosso” e punta qualche pedina su bianchi e bolle. Qualche esempio? Alcune bollicine che vanno oltre il "solito" Prosecco, metodi classici dei Colli e molte altre etichette che ben rappresentano il lavoro di ricerca che è stato fatto sin qui. Non manca poi qualche bolla di prestigio, per i momenti speciali. 

Il momento dell’aperitivo: il giusto ponte per arrivare a cena 

Un bancone di cicchetti che non lascia spazio all’indecisione perché qui bisogna entrare con le idee ben chiare; rischio: uscire rotolando dopo averli provati tutti. Un inno alla tradizione e anche alla natura stessa del locale che negli anni ha fatto della cicchetteria il suo tratto principale e che oggi, nonostante abbia scelto di investire non poche energie in una cucina più elaborata a pranzo e a cena, sceglie comunque di rimanere fedele a sè stesso. Ecco perchè da La Sciabola troverai sempre baccalà mantecato, sarda in saor o gorgonzola e noci. Grandi classici sì, che non stancano mai e che anzi, ben si sposano con i molti (e spesso differenti) vini in mescita; ma anche con i 12 twist di americani proposti: dal classico al più amarotico, dal beverino a quello più dolce. 
 
 

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