Mentre passeggiamo sulla piattaforma in legno di Cala Fetta, tra tavoli pieni e calici di vino che brillano alla luce del tramonto, si percepisce chiaramente che l’idea ha funzionato. Non è solo una questione di numeri ma di energia, di voglia di esserci: Torre a Mare, che per anni sembrava essersi un po’ persa nei ricordi dei baresi, oggi vive di nuovo. E lo fa grazie a chi ha creduto in lei, investendo non solo risorse, ma passione e visione. Seduti di fronte al mare, con il rumore delle onde come sottofondo, è facile capire perché Vinomar non sia solo un progetto stagionale, ma una vera estensione dell’anima di chi lo ha ideato. Chiediamo a Vincenzo De Giglio, uno dei cinque soci alla base di questa realtà, chi ha trasformato un’idea in qualcosa di vivo, come Vinomar è diventato un punto di riferimento, un laboratorio sul mare dove si incontrano estetica, gusto e accoglienza.

Considerato il legame col territorio, la prima domanda ci sorge quasi spontanea: come Torre a Mare e il mare influenzano l’identità del locale?

“Siamo a picco sul mare, non potevamo che partire da lì. Il mare è il nostro sfondo, ma anche la nostra risorsa. Vinomar è il punto d’incontro tra un’identità territoriale fortissima e una vocazione alla contaminazione. Torre a Mare ci offre una location unica e una community in crescita.”

Quali ingredienti locali valorizzate di più?

"Il pesce fresco dell’Adriatico è al centro. Grazie alla flotta peschereccia del gruppo Hagakure, sei imbarcazioni che operano sul nostro mare, abbiamo accesso diretto a materia prima di qualità. È un vantaggio raro, e ci permette di lavorare in filiera corta e controllata.”

Che filosofia guida il menù? Come bilanciate tradizione e innovazione?

“L’idea è quella di mantenere l’impronta asiatica e panasiatica di Hagakure, ma integrandola con proposte più mediterranee. Piatti come il raviolo ai crostacei o contaminazioni peruviane convivono con ingredienti locali. È un menù eterogeneo, adatto sia a un aperitivo sia a una cena più strutturata, che rispetta le regole del luogo: nessuna cottura con fumi, preparazioni a freddo, tanta creatività.”

Che ruolo ha il vino in questo format?

“Il vino è nel nome, ma anche nel cuore dell’esperienza. Abbiamo una carta da oltre 150 etichette, selezionate con cura tra piccole realtà, vini naturali e grandi classici italiani. Ogni piatto nasce anche con un abbinamento pensato. Vogliamo che ogni cliente trovi il calice perfetto, che sia un vino locale o un’etichetta di nicchia.”

Come è stato pensato lo spazio e cosa volete che il cliente provi?

“L’ambiente è pensato per accogliere, non stupire. Vogliamo che il cliente si senta in pace, in sintonia con il mare. Il design riprende la linea naturale dell’anno scorso: legno, tessuti neutri, materiali grezzi. Il servizio è essenziale ma curato, e tutto punta a creare un’esperienza autentica.”

Cosa c’è in programma per la stagione 2025?

“Tantissimo. Il lunedì è dedicato a laboratori creativi e artistici, in collaborazione con associazioni locali. Dal martedì in poi musica live, DJ set, e momenti di light cooking a vista. Saremo aperti anche a pranzo, come un vero ristorantino di mare. Ogni giorno sarà diverso, ma sempre coerente con la nostra visione.”



Vinomar - Viale Principi Di Piemonte, Bari. T: 0809674106
 

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