Entrare da Dopomercato - Osteria Moderna significa un po’ entrare nel salotto di quell’amico un po’ hipster (chissà se si dice ancora la parola “hipster”, so che comunque ci siamo capiti) che ne sa sempre una più del diavolo di birre artigianali, che ha sempre il disco giusto da farti ascoltare e, ancora, che ha quella capacità di arredare una sala che poco ha a che fare con il design pomposo che trovi un po’ ovunque. L’unica differenza? Piercarlo - Pier per gli amici, quindi per tutti - Berloco e i suoi soci (i ragazzi di Sieman) non sono come quel tuo amico hipster simpatico e competenze, certo, ma super chiacchierone, anzi, a piccole dosi sanno sempre come apriti le porte in un modo fatto di grandi e piccoli nomi e gusti spesso tutti da scoprire, senza mai però invadere il tuo spazio. Insomma, sono come quell’amico che vorresti e che ora potresti pure avere. 

Siamo andati a trovarli in un freddo martedì di dicembre e ci siamo così sentiti a casa che quasi avremmo lavato volentieri i piatti. 

Un locale bellissimo, caldo, vissuto e con la musica di sottofondo 


Un po’ egoisticamente parlando sono felice di essere venuta qui durante un martedì qualsiasi, questo infatti ci ha regalato quella tranquillità e quella serenità che quasi mai troverai da Dopomercato perché il locale è veramente molto scelto e lo spazio ampio ma comunque contenuto si riempie in fretta. 

Non solo però, la possibilità di avere Pier libero per fare quella chiacchiera in più tra una portata e l’altra mi ha convinto sempre più di una mia grande certezza: il cibo buono è sempre un ottimo biglietto da visita, ma godere di un servizio appassionato ed accogliente è una cosa che difficilmente si scorda. Dopomercato può contare su entrambe le cose ma anche su una terza caratteristica che secondo me non solo gli fa grande onore ma mostra realmente quale sia il cuore di questo posto: i prezzi sono veramente popolari, democratici, per tutti. Provare per credere. 

Lasciamo carta bianca…

Il menù è stagionale e i prodotti sono ricercati, le preparazioni sono però molto semplici, facilmente riconoscibili da tutti e sono per certi versi quei piatti che ti fanno sentire a casa perché ti ricordano il salotto di nonna, la ricetta tanto amata della zia o quel piatto che ti piace tanto ma che ti dimentichi sempre di fare. Non è un menù “semplice” perché la materia prima è ottima, ma è un menù che soddisfa tutti e che deve rispondere molto più a pancia, testa, cuore e tradizioni che alle regole di Instagram, e noi non possiamo che esserne felici. 


Pier sceglie per noi di iniziare, ancora prima d’iniziare realmente, con uno degli ultimi arrivati in casa: “Haritza” un sidro di mele dei Paesi Baschi (Astarbe) prodotto con mele di varietà molto vecchie. Sa di andare sul sicuro con noi che amiamo moltissimo i sidri di mele ma, più in generale, è lo stesso Piercarlo a raccontarci di come da qualche mese stia provando a inserirli sempre più all’interno della mescita e che, un po’ con sorpresa e un po’ con grande gioia, la cosa sta pure piacendo molto. È un bere sicuramente diverso dal “solito” vino che però secondo me una volta capito, compreso e fatto proprio difficilmente verrà lasciato. Un ottimo modo d’iniziare, soprattutto perché questa etichetta ancora mi mancava all’appello. Com’è? Difficile da raccontare, ma è deciso, acido il giusto ed è una della migliori espressioni di una terra tutta. Meglio di così? 

…che non manca di sorprenderci 


Ma veniamo ai pezzi da novanta perché Pier sceglie per noi alcuni tra i piatti simbolo del menù più qualche altra chicca appena entrata (il menù è stato presentato proprio in questi giorni). Il risultato? Un inizio con il botto che, anche grazie al freddo gelido fuori, merita veramente il viaggio: vellutata di zucca e zuppa di cipolla con crostino multicereali e formaggio fuso. Calde, ciccione, saporite e due primi di tutto rispetto che nulla hanno da dimostrare ai tanti classici primi invernali della nostra tradizione. Le porzioni sono abbondanti, la zucca è dolce ma non infastidisce e la consistenza è cremosa, cosa mai banale.


La zuppa di cipolle invece - la vera protagonista della portata - è una zuppa “all’italiana” realizzata con cipolle rosse (la cosa è visibile anche alla vista) ed è una goduria, per tutti coloro che la cipolla la amano chiaramente. Il crostone con il formaggio poi, è una vera e propria coccola che morso dopo morso la rende (quasi) un piatto completo. 

Che inizio con il botto! 


Il corpo si è scaldato, lo stomaco si è decisamente aperto e non vediamo l’ora di scoprire cosa ci aspetta. Nota a margine: in questo posto anche l’attesa (che comunque non è mai eccessiva anzi) è piacevole perché hai la possibilità di guardarti attorno, scoprire le etichette delle bottiglie esposte che, tra piene e vuote sono veramente tante. A noi è piaciuto giocare al “l’ho bevuta - non l’ho bevuta” ma tu puoi anche solo apprezzarne la bellezza estetica sia chiaro. 


Rullo di tamburi e arrivano loro: polpette al sugo e salsa verde, bombette di coppa di maiale avvolte nel crudo e ripiene di latteria del pastore con paprika e salvia e un piatto di radicchietto spadellato. Due appunti sugli ingredienti perché quando la ricerca è tanta allora bisogna anche riconoscerla a voce alta: la carne qui è di Macelleria Maniero, il prosciutto crudo è di Rez e i formaggi sono principalmente del Caseificio Morandi. 


Bene, veniamo a noi: le polpette. Che dire di quattro polpette grandi più di una noce che ti vengono servite immerse - letteralmente - in un sugo di pomodoro guarnito da una punta di salsa verde (fatta in casa) che, dice Pier, dovrebbe servire per sgrassare? L’unica cosa che si può dire è che sono perfette. Perfette come antipasto o come secondo, perfette da condividere per un aperitivo o perfette anche al posto del dolce perché chi sono io per giudicare? Le polpette al sugo sono una cosa che va bene sempre, se poi sono così buone ancora di più. 


Le bombette sono invece un piatto più “serio” e sono una sorta di interpretazione personale delle bombette pugliesi. Anche questo - così come tutti i piatti presenti a menù - è un piatto versatile che può essere condiviso o scelto un po’ in tutte le portate. L’idea del posto è infatti che non esiste un vero filone da seguire ma che ognuno possa scegliere come comporre il proprio pasto come meglio crede, come meglio vuole. Che bella non è questa libertà? Nota a margine: porzione niente male nemmeno in questo caso che, se unita al radicchio di contorno, quasi potrebbe funzionare come piatto unico. 

E che si beve? 


Anche in questo caso scegliamo di affidarci a Pier che non si tira indietro anzi, rilancia con due nomi niente male: un grande classico e una super novità. Il primo è un rosso dei soci Sieman che sono anche e soprattutto grandi produttori di vino (e di birre, mi sento di aggiungere).

Assaggiamo il loro “Occhio al Rosso” 2022, che è un po’ la versione “special” della linea e che a differenza del suo alter ego fa 10/15 giorni sulle bucce ma che è sempre realizzato con uve Tai Rosso. Sicuramente più complesso del suo omonimo, è comunque un vino dalla bevuta molto semplice, la classica bottiglia che apri e che non ti accorgi nemmeno di finire. 


L’altro invece, che è la super novità sia per il locale (è appena arrivato) sia per noi che lo assaggiamo per la prima volta è un vino realizzato con uve Merlot di una vigna vecchia di oltre 70, si chiama “Soraevi” ed è prodotto da Alessio e Tommaso due giovani padovani che dopo anni dietro al bancone hanno scelto di provare anche a “sporcarsi le mani”. Che dire? Sono sempre affascinata da chi sceglie di intraprendere una nuova strada, ancor più se grazie a questa scelta delle vigne vecchie che nessuno gestiva più hanno nuova linfa e noi tutti abbiamo qualcosa di nuovo da bere. È un vino agile, molto più del Merlot che probabilmente ti stai immaginando e poi la bottiglia da litro per me è il futuro. Il nome? Pare fosse un modo di dire usato dall’anziano proprietario delle vigne ma mi devo informare meglio. 

Che bello, che bene

Siamo pieni, quindi scegliamo di chiuderla qui anche se il rimorso di non aver assaggiato la loro sfoglia con crema pasticcera fatta in casa, lamponi e salsa mou ancora mi sveglia la notte. Toccherà tornare esatto. 

Dopomercato
Via Santa Maria Assunta, 35 - Padova 
Tel. 3515142756 

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