Il racconto di Filippo Cavaliere de Raho tra ulivi, natura e accoglienza

Nel cuore autentico del Salento, sorge un luogo dove il tempo sembra rallentare e ogni dettaglio racconta una storia. Non è solo un relais, ma un rifugio dell’anima: parliamo di Filippo Cavaliere de Raho Masseria – Agribio Relais.
 
Qui, l’accoglienza non è un gesto formale, ma un abbraccio silenzioso fatto di profumi di zagara, pietre scaldate dal sole e sapori che parlano di terra e tradizione. A guidare questo luogo è Filippo Cavaliere de Raho, custode di un sogno che unisce la memoria di famiglia alla bellezza di una campagna che non ha bisogno di parole aggiuntive.
 
In questa intervista, Filippo ci accompagna dietro le quinte del suo relais, tra racconti di vita, piatti che profumano di autenticità e angoli nascosti che custodiscono emozioni. Un viaggio fatto di suoni, luci e piccoli dettagli invisibili che trasformano un semplice soggiorno in un’esperienza capace di restare nel cuore.

Qual è stato il primo profumo o suono che ti ha fatto capire che questo luogo sarebbe diventato qualcosa di speciale?

Il primo segnale che mi ha fatto capire che questo luogo sarebbe diventato speciale è stato un suono e un profumo insieme. Ricordo lo scoppiettio del camino nelle sere d’inverno, il legno che ardeva lentamente riempiendo l’aria di calore e di un aroma antico, familiare. Poi, con l’arrivo dell’estate, quel suono lasciava spazio al canto infinito delle cicale: un sottofondo vivo, vibrante che sembra quasi fondersi con la luce dorata del Salento.
 


Al mattino, mentre gli ospiti sorseggiano il caffè tra il profumo di zagare e il silenzio della campagna che si risveglia… nel pomeriggio, con il sole che accarezza la pietra bianca e il frinire che danza intorno alla piscina e nel ficheto… e la sera, quando appare il tramonto e ci si ritrova a cena nell’agrumeto, avvolti dal profumo degli agrumi e dal canto delle cicale che non si spegne mai. In ogni momento della giornata mi rendo conto di aver intrapreso il percorso giusto.

E ogni ospite che passa di qui vive questa stessa sinfonia naturale. È il cuore del nostro relais: un’armonia di suoni, profumi e colori che racconta l’anima autentica del Salento e che resta con te, anche dopo essere partito.

Cosa ti ha guidato nella scelta di non essere “solo” un relais ma un racconto vivente del territorio?

 


Non ho mai voluto che questo fosse solo un relais. Fin dall’inizio ho sognato un luogo capace di respirare insieme alla sua terra, di raccontarla senza parole, solo attraverso profumi, sapori e silenzi. Volevo che chi arrivasse qui sentisse il tempo rallentare, come quando il vento del mare accarezza gli ulivi secolari e il sole tinge d’oro i campi al tramonto.
Ho voluto fortemente che questa struttura mantenesse l’anima del passato. Molti degli arredi sono originali, custodiscono storie della mia famiglia e di campagna salentina. Allo stesso tempo, la nostra cucina è rimasta fortemente legata alla tradizione. Ogni piatto racconta il territorio, con sapori autentici e ricette di una volta. A volte aggiungiamo un tocco di modernità, mai invadente, solo per alleggerire e rendere più armonioso il gusto, ma senza tradire la radice contadina che ci appartiene.
 
La cena nell’agrumeto poi è uno dei momenti che amo di più: tavoli disposti tra alberi antichi dalla chioma quasi circolare, il profumo degli agrumi nell’aria e, da quest’anno, un tappeto di fiscoli intrecciati a mano – un tempo usati per la spremitura dell’olio – che raccontano con semplicità la nostra storia.
 
Ma non è solo cucina. È esperienza. Ci sono i massaggi a bordo piscina, il silenzio della campagna che avvolge e soprattutto i corsi di cucina che organizziamo insieme alle nostre collaboratrici. È come entrare nella cucina di casa loro: si impasta, si chiacchiera, si ride. Sono momenti molto richiesti, soprattutto per occasioni speciali come gli addii al nubilato.
 
Tutto qui parla di autenticità: nulla è finto o costruito. Non è solo ospitalità: qui ogni ospite diventa parte di una storia più grande.

Per te cosa significa davvero accogliere al giorno d’oggi?

Accogliere, per me, non è semplicemente aprire la porta di una stanza. È aprire un mondo. Quando un ospite arriva in Masseria, io lo accolgo come se stesse entrando a casa mia: mi piace fermarmi, raccontare la storia di questo luogo nato nel 1856, quando era solo pascolo e poche stanze in pietra, e che con il tempo si è trasformato, crescendo insieme alle mani e ai sogni di chi l’ha vissuta.
 


Accogliere significa far vivere l’essenza del nostro territorio. Chi arriva qui non è spettatore: diventa parte della vita della Masseria. Può vedere gli alberi che cambiano colore con le stagioni,  godere dell’ombra della quercia, sentire il profumo dell’orto che ogni giorno regala nuovi ingredienti, osservare il lavoro nei campi e poi ritrovare quei frutti trasformati nella nostra cucina, in piatti che raccontano storie di famiglia e di terra.
 
Dal 2021 abbiamo aperto le porte all’ospitalità, ma la nostra anima è rimasta intatta. Ospitare per me è regalare tempo: tempo per ascoltare il silenzio della campagna, per assaporare un olio che sa di sole, per sentire che qui, anche solo per una notte, si torna a casa. E questa è la vera accoglienza.

C’è un angolo del relais che senti più tuo? Quello in cui ti rifugi e porti nel cuore?

C’è un angolo che sento profondamente mio, nascosto tra gli ulivi giovani, dove l’ombra dei pini avvolge tutto in un silenzio dolce. Lì abbiamo appeso delle amache che si muovono piano con il vento. Ogni tanto mi rifugio lì, lontano dai rumori, e il tempo sembra fermarsi: ascolto solo il canto delle cicale e il fruscio delle foglie. È il mio luogo di pace, quello che porto nel cuore. A volte mi sdraio guardando il cielo filtrare tra i rami, e mi ricordo perché ho scelto questa vita e questa terra: perché qui basta un soffio d’aria e il profumo della campagna per ritrovare sé stessi.

Se il de Raho Fosse un piatto e un profumo, cosa sarebbe?


Se il de Raho fosse un piatto, sarebbe un pecorino stagionato del nostro territorio accompagnato da fichi freschi, di quelle varietà antiche che qui coltiviamo e che raccontano l’estate salentina meglio di mille parole. È un abbinamento semplice, quasi istintivo ma che unisce perfettamente la forza della terra e la dolcezza dei suoi frutti, proprio come fa questa Masseria.
Tra l’altro abbiamo ettari ed ettari di ficheti, dove i nostri ospiti spesso si rifugiano a leggere un libro con un calice di vino al tramonto.
 
Se fosse un profumo, sarebbe quello del pomodoro che cuoce lentamente nella nostra cucina, mescolato al basilico appena raccolto dall’orto, lo stesso aroma che accompagna le nostre melanzane fritte in pastella, condite con salsa fresca e mozzarella filante: un piatto che i nostri ospiti amano fortemente per la sua semplicità e autenticità.

Cosa ti emoziona ancora ogni mattina quando attraversi il viale d’ingresso?

Ogni mattina, quando attraverso l’arco d’ingresso, quello che mi emoziona davvero è vedere i nostri ospiti svegliarsi felici. Mi basta incrociare un sorriso durante la colazione o fermarmi a scambiare due parole per sentire che questo luogo ha fatto ciò che desideravo: regalare serenità. Mi raccontano di momenti vissuti il giorno prima, una passeggiata tra gli ulivi, una degustazione di vini, un pomeriggio in piscina avvolti solo dal canto delle cicale e nei loro occhi leggo la leggerezza di chi è riuscito a rallentare.



Nei periodi più intensi dell’estate capita spesso che gli ospiti scelgano di non uscire mai dalla Masseria: qui trovano già tutto ciò che cercano. Una piscina immersa nella natura, colazioni preparate ogni mattina da Marino con ingredienti genuini, piatti curati con amore da Emanuele… e il tempo che scorre lento, senza fretta. 

Filippo Cavaliere de Raho Masseria – Agribio Relais. Via N. Rizzo, Villa Convento (LE). T: 3889992817
 

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