Chi entra per la prima volta da Hostaria degli Anzoi lo riconosci subito da tre cose: il “wow” appena sussurrato una volta varcata la soglia, la fragorosa risata che scappa alla prima battuta di Manfredi Gioffrè - oste, cuoco ma anche padrone di casa - e il sorriso con cui poi, qualche ora dopo, si torna alla macchina. Queste sono infatti le tappe obbligatorie che ogni nuovo avventore deve compiere entrando in questo ristorante dove il tempo sembra essersi fermato ma dove, nella realtà, tutto è da sempre in continuo movimento.
La cosa più bella? Di tanto in tanto, tra sorrisi, risate e qualche “wow” più o meno sussurrato, capita anche agli altri - gli abituali - di provare le emozioni della prima volta.
Lo avrete capito ma lo ribadiamo: sì, siamo tornati a trovare Manfredi ma soprattutto siamo passati a scoprire le novità che ha in serbo per tutti noi.

Anzi, dalla novità: Gioele Corsini, giovanissimo barman made in Brescia che dopo anni d’esperienza dietro al bancone con tanto di capatina pure in pieno centro città a Padova (dove è arrivato per amore e restato per passione, del lavoro però) che oggi è il responsabile della nuova fiammante cocktail list di Hostaria degli Anzoi nonché motivo per il quale siamo qui.

Manfredi ha conosciuto Gioele perché era un assiduo frequentatore del locale dove lavorava prima, in pieno centro città a Padova. Di fatto, potremmo dire che prima di conoscere lui ha conosciuto la sua mano e il suo estro e questo probabilmente è stato fondamentale perché, piaciutisi fin da subito, non hanno fatto altro che seguire la corrente e dirsi: ehi, dai, facciamolo. Manfredi, che però potete chiamare anche Manny, era infatti da tempo che cercava qualcosa per rilanciare il momento dell’aperitivo, che da tempo non era più riuscito a seguire; mentre Gioele aveva bisogno di uno spazio di manovra più ampio per misurarsi, riconoscersi, perché no, anche scoprirsi. E così è andata, anzi, così sta andando perché questo binomio molto teatrale e molto simpatico è ciò che troverete ogni sera da Anzoi, dall’orario aperitivo a quello del dopocena.
Lasciamo ovviamente carta bianca al duo consapevoli che per essere sorpresi, alle volte, serve anche fidarsi di chi si ha di fronte e, spoiler: lo saremo, eccome.
Manfredi decide di farci provare il pacchetto completo del locale: la novità, quindi il servizio cocktail e quello di cicchetteria pensato per il momento dell’aperitivo e poi qualche piatto della cena, grande classico del locale che però non tramonta mai, per fortuna di tutti noi.
Iniziamo con un paio di cicchetti a testa che però come consiglia lo chef, dividiamo, un po’ per provare più gusti un po’ per non riempirci troppo fin da subito (sì, le porzioni qui sono da hostaria).

I cicchetti vengono tutti preparati al momento - ma è una regola che di base vale un po’ per tutte le pietanze servite tanto che il consiglio qui è di non arrivare mai con la fretta - e sono un tripudio di tradizione che però mai manca di stupire e divertire. Sì perché forse non lo sai ma Manfredi è “solo” un 30enne con la voglia di guardare al futuro.
Bruschetta con cipolle stracotte nel vino chiodi di garofano e pecorino romano, scarpetta di ragù d’anatra (che è stato cotto con Incrocio Manzoni) e poi due classiconi del locale che spesso puoi trovare anche in versione “piatto”: polenta e baccalà mantecato e polenta “concia” con gorgonzola, sopressa e funghi che va - così di intima Manfredi - “rumegata”, non solo mangiata.
Crediamo basti la foto per raccontare questo inizio perché anche senza dettagli e senza profumi, le cose belle sono spesso poi anche buone e viceversa. No?
Bello anche l’accostamento di temperature con le polente che sprigionano un cuore caldo e i cicchetti veri e propri invece sicuramente più tiepidi.

Per altro facendo punto. Due i cocktail che ci propone, cocktail che sono entrambi una sua personale rivisitazione a due grandi classici: bloody Franco e Euganei’s sour. Il primo è realizzato con limone fresco, pomodoro, ‘nduja, salsa Worchesteshire, sale, pepe e mezcal ed è una sorta di dichiarazione d’amore per il Bloody Mary prima, per la Calabria - terra natale di Manfredi - poi. Un cocktail che inizialmente può lasciare interdetti per via del suo sentore affumicato e della sua piccantezza presente seppur non pressante ma che, una volta dato il via, si apre su note veramente piacevoli e golose.

Il secondo è una dedica alla terra su cui poggiamo i piedi: limone fresco, sciroppo di zucchero, whisky e Refosco. Per altro qui si conferma la regola già citata del bello che pure balla.
L’autunno è un periodo meraviglioso per passare di qui perché Manfredi tira fuori dal cilindro quella che a nostro avviso è uno dei suoi migliori biglietti da visita: la selvaggina. Non sempre la stessa, non sempre presente, ma sempre una certezza.

Noi siamo particolarmente fortunati perché oggi a menù c’è uno spezzatino di cinghiale incredibile, una femmina dei Colli Euganei che in cottura ha lasciato andare il suo essere animale selvatico e si è addolcita, ammorbidita e ingolosita tanto che è un piatto che consigliamo anche a chi solitamente non ama queste carni.
Il piatto di solito è accompagnato dalla polenta che però in parte noi abbiamo già assaggiato nei cicchetti così Manny sceglie per noi un contorno misto di patate al forno e carciofi niente male.

Si chiama infatti “Fiesta” il dolce che Manfredi ci porta - sì, una porzione in due perché siamo provate - ed è una dedica neanche troppo velata alla versione più commerciale di questo nome che però è rivisitato in toto. Pan di Spagna in bagna di ginseng, confettura di albicocca e ganache di cioccolato fondente e piccante, decisamente piccante, visto che dentro vi è stato inserito qualche pizzico di polvere di Habanero essiccato. Un esperimento a cui in cucina pensavano da un po’ che lascia loro (e noi) molto soddisfatti. Godurioso il giusto e da provare, se ti piace il piccante s’intende.
Gioele però rilancia e capito che non avremmo ordinato il caffè ci regala la sua ultima chicca: il Caffè della Peppina. Caffè, sciroppo di zucchero, Baley’s al caramello salato, rum scuro e una coppa Martini che ti catapulta negli anni ’90, dove hai veramente piacere di starci. Cremoso come un cappuccino, intenso come un espresso ma meglio.
Hostaria degli Anzoi
Via Scavi, 15 - Montegrotto Terme (PD)
Telefono: 3881807115
Via Degli Scavi 15, Montegrotto Terme (PD)