​Òstrega, una nuova cucina di mare a Venezia

Pubblicato il 14 settembre 2025

​Òstrega, una nuova cucina di mare a Venezia

Venezia non smette di generare nuove creature gastronomiche. In un angolo lontano dalle vetrine patinate, dalle parti di San Stae a Santa Croce, ha aperto Òstrega, progetto di due fratelli cresciuto da un’idea semplice: raccontare la cucina di mare con radici salde e qualche scarto laterale. Il nome – esclamazione tipica del dialetto veneziano, usata tra stupore e ironia – lascia intuire un approccio diretto, con radici ben ancorate alla laguna.

La proposta parte da un concetto chiaro: ingredienti freschi e stagionali, pescato locale quando possibile, e una mano che non si accontenta della pura ripetizione. Qui il baccalà mantecato convive con maltagliati di polenta e frutti di mare, le bavette alla busara di scampi restano fedeli alla tradizione mentre la tagliata di tonno con mela verde e topinambur guarda oltre con delicatezza.


Il piatto più richiesto, i tagliolini al nero di seppia fatti in casa, è il manifesto del locale: semplicità in apparenza, ma costruita su una preparazione artigianale e sulla freschezza delle seppioline. La stessa logica guida i crudi di pesce e la frittura, senza scivolare nell’eccesso decorativo.

La carta non è smisurata, ma gioca bene tra mare e terra. Agli antipasti si passa dal crudo alle capesante gratinate, con qualche deviazione carnivora come il girello di vitello in salsa tonnata. Tra i secondi, oltre alla frittura, spiccano il rombo e cozze in cartoccio e il filetto di vitello con porcini. I dolci restano nei classici: tiramisù, mousse al cioccolato, crostata di frutta.

Òstrega non sembra voler stravolgere la cucina lagunare. La sua particolarità sta nell’equilibrio: piatti riconoscibili, ma spinti quel tanto che basta per differenziarsi appena un po'. 

Òstrega - La Locanda del Mare
Corte Piossi, Santa Croce, Venezia

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scritto da:

Damiano Fantuz

Amo la musica alternativa e trovo che negli anni Ottanta tutto fosse più bello. E amo Venezia e le sue osterie. Forse quello che mi piacerebbe di più sarebbe frequentare quelle stesse osterie, ma negli anni Ottanta

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