La Barrique intervista

Pubblicato il 30 aprile 2025

La Barrique intervista

Ci sono posti che non avrebbero bisogno di presentazioni e tra questi c'è senza dubbio La Barrique. Se sei un habituè di via Garibaldi, avrai sicuramente già conosciuto il titolare di La Barrique, Gianmarco Bonomo, una delle tre anime di questo locale. Quello che vogliamo raccontarvi oggi, però, è un po’ del dietro le quinte di come si costruisce un wine bar assolutamente fuori dagli schemi.

Allora, Gianmarco: cosa ci racconti della vostra storia?

Siamo qui ormai da un paio d'anni. Gestisco il locale insieme ad altri due amici, Luca e Gianluca. Ognuno porta la propria esperienza e io, in particolare, mi occupo della parte cocktail.

Qualcosa che non ci si aspetta in un wine bar…

In realtà, per me è stata la scelta più ovvia. Sono originario del Lido e mi sono dedicato alla mixology praticamente da subito, non appena ho finito gli studi. Subito dopo il liceo, infatti, mi sono specializzato a Milano dove ho seguito vari corsi e poi sono tornato al Lido per lavorare nei tiki bar accanto alla spiaggia. Ho fatto anche alcune esperienze a Dubai, poi sono passato in centro storico a Venezia ed è proprio qui che ho imparato la parte gestionale e mi sono avvicinato pian piano al mondo del vino.

Facciamo un attimo un passo indietro: dimmi qualcosa in più della tua passione per i cocktail…

Come tanti, ho iniziato semplicemente per passione. Ero l'amico che ordinava un americano quando usciva in gruppo, ma poi è scattata la curiosità, perché quando qualcosa mi piace davvero, voglio conoscerla fino in fondo. Una delle mie più grandi passioni sono i vermouth: si tratta di un mondo tanto interessante quanto complesso e ancora sconosciuto ai più. E’ per questo che ho voluto creare una carta cocktail dove molte delle mie preparazioni contengono questo ingrediente.

Una bella sfida per chi lavora in un wine bar! 

Lo è. Quando creo un drink mi piace cercare di capire il cliente che ho davanti ed esplorare i suoi gusti per proporgli qualcosa su misura. Ovviamente, la combinazione cocktail e vino non è così diffusa perché, a parte lo spritz, non si riesce ad immaginare una miscela che contenga del vino. Forse, è proprio per questo che mi piace portare questo tipo di proposta, perché parto da un drink che mi piace e poi aggiungo un vino che si combina bene e che ne esalti gli ingredienti. Difficile? Forse. Sicuramente sfidante!

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