Tendenze mixology 2020 da riscoprire, spiegate da 5 barman di Porta Venezia

Pubblicato il 26 giugno 2020

Tendenze mixology 2020 da riscoprire, spiegate da 5 barman di Porta Venezia

Si torna finalmente a parlare di cocktail e serate in Porta Venezia. Più che parlare, dopo il maledetto lockdown, bisognerebbe bere. E sì, ci sono da recuperare almeno un paio di mesi belli e buoni. E io ho assolutamente intenzione di non perdere altro tempo. Porta Venezia e un cocktail. Ripartiamo da dove eravamo rimasti. Ho sentito 5 celebri barman di Porta Venezia e mi sono fatto raccontare la loro ricetta e miscelazione di tendenza. Un po’ come i guru della mixologist di New York che filtrano i drink con burro o bacon. Ma si sa che gli americani esagerano con la pancetta sin dalla colazione, figuriamoci se iniziassimo anche noi a metterla fin nei cocktail. Una nuova tendenza arriva anche da Londra, quella di conservare i cocktail nel cuoio e nelle pelli, facendo finta di essere tornati alla preistoria. Mah… Tra i trend più sensati, a mio modesto avviso, c’è quello della riscoperta: una miscelazione che si affida alle pratiche tradizionali. Qualcosa di vagamente rétro, ma sempre attuale. Ecco cosa ho scoperto.

L’Ossimora al Kilburn

“È sicuramente il mio drink preferito della lista”. Non ha alcun dubbio Ennio Lettera, il deus ex machina del Kilburn, meta imprescindibile se si tratta di bere bene in Porta Venezia. Il mio viaggio inizia da qui. La cocktail list nasce dalla sua creatività, con un tocco empirico. Finché non si forma il giusto equilibrio di sapori, il cocktail non si merita di finire in lista. Si tratta di una sorta di sfida continua. I sapori si devono sentire distintamente, in un tripudio di gusto che però rispetti il valore di ogni componente. L’Ossimora gioca sul contrasto, forse tra i più complessi della carta: morbido ma non troppo, dolce e amaro, con sentori di mora. Un capolavoro. Ah no, il Masterpiece è un altro drink. Da provare magari al secondo giro. 
Kilburn - via Panfilo Castaldi 25, Milano - tel. 02.36737974

Il Vieux Carré al Barba

La parola d’ordine da Barba è contaminazione. Iniziando da quella tra musica e drink, puoi bere un cocktail miscelato come si deve, tra vinili e mangianastri. Il ritmo della musica spesso finisce anche nei bicchieri. Location assolutamente non banale, anima musicale e aria chic ma non troppo elegante. Da provare il Vieux carré - 1938 New Orleans: cognac, vermouth italiano, rye whiskey, D.O.M Benedectine, angostura bitter e Peychaud's bitter. Non viene servito nel classico bicchiere dell’Old Fashioned, ma in una coppa cocktail, che sembra quasi una coppa champagne. 
Barba - via San Gregorio 40, Milano - tel. 02.36515846

Il Fría Talo all’Eppol Milano

Marmo, legno scuro e mattoni a vista. Lo stile dell’Eppol Milano è unico ma molto urban. Siamo in via Malpighi, cuore pulsante di una parte molto vitale di Porta Venezia. La cocktail list si rinnova senza mai perdere il giusto equilibrio, che poi è un po’ lo stesso che c’è tra modernità e vintage. In attesa di riscoprire qualche creazione estiva, pre-lockdown avevo assaggiato un Fría Talo, miscelato con rose flavoured mezcal, bitter alla lavanda, succo di lime e nettare d’agave. Tutto sommato è fresco e si può benissimo assaggiare di nuovo anche adesso che fa più caldo. 
Eppol Milano - via Malpighi 7, Milano - tel. 320.0266560

The Revenant al Nottingham Forest

Il Nottingham Forest ha qualcosa di esotico. Sarà sicuramente merito delle creazioni del barman, Dario Comini, che miscela cocktail con originalità, creando una drink list spassosa e direi quasi unica. Ci sono molte proposte, quindi sceglierne una potrebbe anche essere un’operazione casuale. La descrizione del Revenant, per esempio, recita: “Estrazione ad ultrasuoni di quercia in vodka servito con uova di insetto e resina di pino”. Insomma, un’esperienza da fare almeno una volta nella vita, a patto che si abbia la pazienza di mettersi in coda per entrare, considerando che lo spazio è poco e non si può prenotare. 
Nottingham Forest - viale Piave 1, Milano

Il Negroni Sbagliato al Bar Basso

Chiudiamo il giro alla scoperta delle tendenze mixology 2020 con un classico che c’è dal 1968. La storia del Negroni Sbagliato la sanno tutti, ma è sempre bella risentirla. Si tratta di una variante del Negroni originale, a base di Campari Rosso e Campari, che prevede l’uso dello spumante brut anziché il gin. La genesi è frutto di un errore del barista del Bar Basso che scambiò banalmente le bottiglie. Così chiudiamo con un omaggio alla tradizione: quella di un cocktail che non passa mai di moda, in un bar storico della Milano da bere. 
Bar Basso - via Plinio 39, Milano - tel. 02.29400580

3 cl di spumante metodo classico
3 cl di bitter (Campari)
3 cl di vermut rosso
mezza fetta d’arancia


In un bicchiere old fashioned mettete del ghiaccio, aggiungete il bitter Campari, il vermut rosso e completate con 1/3 di spumante, mescolate e guarnite con mezza fetta di arancia.

Foto di copertina di Kilburn Milano

  • BERE BENE

scritto da:

Fabrizio Arnhold

Il trucco per un buon aperitivo o una cena perfetta? Scegliere il posto giusto. Vi racconterò i miei locali preferiti, ma sempre con spirito critico, senza mai dimenticare che a Milano c’è tutto quello di cui si ha bisogno. Basta saper scegliere.

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