Attenzione per i dettagli e passione per la ristorazione a Bari: i punti di forza di Gemavvì secondo il proprietario Giulio Paparella

Pubblicato il 16 novembre 2021

Attenzione per i dettagli e passione per la ristorazione a Bari: i punti di forza di Gemavvì secondo il proprietario Giulio Paparella

Giulio Paparella è nato e cresciuto a Torre a Mare, borgo marainaro dove abita ancora adesso. Un'infanzia trascorsa fra le barche del porticciolo e la casa del nonno pescatore.
Il suo locale, Gemavvì, sorge infatti nella vecchia casa di suo nonno Vito a cui ha voluto dedicare due lettere dell'acronico che compone il nome della norcineria.
Le sue prime esperienze lavorative sono arrivate mentre era ancora tra i banchi di scuola, fra alcuni dei ristoranti più rinomati del borgo. Più di vent'anni nel mondo della ristorazione da cui ha tratto forza e ispirazione per mettersi in proprio. Una scommessa vinta e ampiamente ripagata dall’affetto dei clienti che ogni giorno affollano il locale.
 


 
Hai una lunga esperienza nel mondo della ristorazione, cosa hai portato con te quando ti sei messo in proprio?
Quando io e mia moglie Emanuela abbiamo aperto avevamo idee ben precise in mente. Niente è stato improvvisato. Sapevamo dove volevamo arrivare e attraverso quale strada. Soprattutto quali errori non replicare. Ma spesso la sola esperienza non basta e non vi nascondo che, nonostante l'età non proprio giovanissima e la mente non del tutto libera e fresca, sono tornato sui libri per approfondire la conoscenza “scientifica” delle materie prime che utilizzo ma anche per studiare tecniche di comunicazione, di marketing e gestione delle risorse umane, quella preziosa ricchezza che ogni azienda dovrebbe essere in grado di valorizzare al massimo.
 
E la clientela vi ha ripagato?
Dopo cinque stagioni di apertura posso dire che siamo riusciti a ritagliarci un posto nel cuore delle persone, che ci premiano tornando a mangiare da noi. Raccogliendo le opinioni dei clienti e leggendo le recensioni che ci lasciano, pare proprio che Gemavvì sia diventato sinonimo non solo di qualità e passione ma, soprattutto, appunto, di cose non improvvisate e di un intero team che sa bene quel che fa e che cerca di migliorarsi quotidianamente.
 


 
Come titolare sei sempre in prima linea nell’accogliere e servire i clienti, pro e contro?
Si, siamo in prima linea ma senza eccedere... talvolta ci spiace deludere le aspettative di chi vorrebbe interagire esclusivamente con “il capo” ma, come detto prima, ci avvaliamo della collaborazione di uno staff competente e formato e soprattutto in grado di prendere tutte le iniziative del caso in completa autonomia. Infatti, proprio la valorizzazione del personale è uno dei progetti sul quale profondiamo più impegno.
Poi resta sempre il fatto che siamo un’attività a conduzione familiare e quindi è facile trovare me o mia moglie fra i tavoli o direttamente in cucina ma ci piace estendere il concetto di famiglia ai nostri collaboratori.
E questa è una caratteristica che le persone apprezzano. Ci mettiamo tutti la faccia perchè riteniamo che anche un locale che offre “panini” deve avere quell’accoglienza e quell’attenzione al cliente che non è prerogativa solo dei ristoranti blasonati.
 


 
Stiamo iniziando solo adesso a ritornare alla vita normale dopo la pandemia, voi come vi siete organizzati?
La situazione pandemica è stata ovviamente difficile e non solo per noi. Sapevamo che la strada da percorrere doveva essere la più costruttiva possibile e non di certo solo quella delle proteste contro le limitazioni ne, tanto meno, quella di elemosinare aiuti.
Abbiamo scelto in modo consapevole di affrontare la situazione in modo positivo e propositivo, ovvero di rimboccarci le maniche per uscirne “con i lividi si ma non con le ossa rotte”. Date le restrizioni ci siamo concentrati sul delivery ed è stata un’occasione per renderci veramente conto della fiducia che la gente ha riposto in noi e del posizionamento che siamo riusciti a costruire in questi anni. Nel picco di un'emergenza sanitaria, soprattutto con la paura del primo lockdown, vedere le persone aprirti la porta di casa e consumare senza timore un prodotto che per sua natura viene maneggiato, è gratificante. Tanto che abbiamo deciso di ripagare questa fiducia servendo i clienti a casa anche adesso che l’emergenza è finita e siamo tornati a lavorare a pieno regime.
 
Un augurio per il futuro?
Che torni il sereno per tutti e che lavorare e produrre non resti l'impresa titanica che è adesso. Che si possa tornare a parlare (e non solo) di un paese più dinamico, meno burocratizzato in cui “lo sviluppo economico” non appaia solo un concetto astratto.
Noi, energia, passione e impegno ne abbiamo e continueremo a spenderle su questa strada, come fatto fin ora.

  • GLI ADDETTI AI LAVORI

scritto da:

Francesca Sorrentino

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