C'è un "dolce rischio" a parlare con Christian Alberti, titolare del Ristorante Darsena di via Forte Marghera a Mestre. Il rischio di immergersi nei mille aneddoti della sua carriera tra alberghi e ristoranti di lusso a Venezia e perdere la cognizione del tempo. Come è successo a me, che ho avuto la fortuna di scambiare due chiacchiere con lui sulla sua visione "intransigente" della cucina e della ristorazione.

Christian, qual è l'anima del tuo ristorante?

Qui il pesce la fa da padrona, specie il crudo. Puntiamo tutto sulla qualità del prodotto, sempre fresco. Solo partendo dalle fondamenta puoi costruire un grande palazzo, così in cucina mi hanno insegnato che bisogna partire dalle piccole cose. Ti faccio un esempio, l'altro giorno un cliente mi ha detto che erano anni che non mangiava degli spaghetti alle vongole così buoni. Mi ha fatto molto piacere perché noi usiamo solo pasta di Gragnano di qualità superiore, prestiamo attenzione anche all'olio e al sale. Sono i dettagli a fare la differenza ed è questo forse l'insegnamento più grande dopo decenni di lavoro in alcuni tra i più importanti ristoranti e alberghi di Venezia.

Deve essere stato difficile mettersi continuamente alla prova...

Certo, però ho avuto la fortuna di trovare sulla mia strada tanti maestri che hanno avuto la generosità di lasciarmi spazio per crescere. Dei loro consigli faccio tesoro ogni giorno, in cucina e in sala. Ora finalmente ho avuto la possibilità di realizzare il sogno che avevo fin da bambino. Un bambino testardo che aveva già chiaro cosa volesse fare da grande nonostante i genitori non fossero così convinti, anzi.

Un bel salto passare dall'essere dipendente a gestire un locale tutto tuo.

Pensa che cinque anni fa ho mandato in ferie mia moglie Pamela e poi, al suo ritorno, mi sono fatto trovare con le chiavi in mano. "Ma cosa hai fatto, sei matto?", ha esclamato. Ero maître in un albergo importante di Venezia ma non ci ho pensato due volte e ho deciso di lanciarmi in questa avventura. Adesso, a distanza di tempo, lei mi dà ragione. Non c'era solo il mio sogno in ballo, c'è anche la nostra famiglia. La domenica chiudiamo e stiamo insieme, per esempio, e durante la settimana insegniamo il mestiere ai nostri figli. Pamela, poi, è fantastica, senza di lei sarebbe tutto più difficile. Tutti i ruoli che ho ricoperto in passato, e le difficoltà che ho superato, sono state funzionali ad arrivare a questo punto. Sono pronto.

Stai cercando di diventare un "grande maestro" anche tu?

E' una soddisfazione vedere i giovani crescere e migliorare. Anzi, meglio che abbiano poca esperienza così puoi formarli senza preconcetti. Questo è il posto giusto per imparare la cucina tradizionale veneziana così come alcune innovazioni degli ultimi anni. Vogliamo coniugare questi mondi, la cucina della nonna e le ultime novità, distinguendoci nel panorama della ristorazione mestrina. Le hai mai provate le capesante al miele per esempio? Sperimentiamo molto per evolverci e migliorare, e il fatto di continuare a scalare le classifiche dei portali specializzati ci inorgoglisce molto. Lo devo a chi mi ha insegnato che piuttosto di fare tre cose fatte male è meglio farne una ma fatta bene. Di conseguenza il nostro non è un menu sterminato, i piatti che trovi sono curati nel dettaglio.

La conduzione familiare è un valore aggiunto?

Di sicuro. Ci piace molto avere un rapporto diretto con il cliente. Desideriamo che pranzare o cenare da noi sia un percorso, un arricchimento vicendevole. Sono sommellier certificato dal 2006, quindi cerco spesso di spiegare da dove arriva un vino e che storia abbia, selezionando produttori locali che estromettano il più possibile la "chimica". La cosa vedo che è molto apprezzata, perché essere consapevoli di ciò che si beve o si mangia è tutta un'altra cosa. Il difficile è mantenere l'asticella sempre elevata e ci impegniamo ogni giorno per farlo. Arrivare in cima è una cosa, mantenersi in quota un'altra.

Ok, però tra alberghi e ristoranti veneziani di lusso sarai pieno di storie da raccontare...

Vuoi che ti racconti di quel texano, anni or sono, che pur di fare due tiri di sigaro ha pagato la cena a tutti i presenti scucendo 60 milioni di vecchie lire? Oppure di quel famoso sommellier che ha detto "ti dò 100 euro se fai un Americano migliore del mio" e alla fine ha dovuto poggiare la banconota sul bancone? Di storie ne avrei tante e la mia vita professionale ha avuto numerose tappe, ma ora sono esattamente nel posto dove avrei voluto essere. Però di quella volta che una famosissima attrice degli anni Novanta mi ha ringraziato con un bacio sulla guancia me lo ricordo ancora...

Ristorante Darsena
Via Forte Marghera, 191/a - Mestre (VE)
Tel. 3392778361

  • GLI ADDETTI AI LAVORI
  • RISTORANTE DI PESCE
IN QUESTO ARTICOLO
×