Ambizione, idee e voglia di mettersi in gioco, portando tra le strade del quartiere un'offerta food e drink in grado di accompagnarci dalle prime ore del mattino, fino a sera inoltrata. Tutto questo e molto di più è Bar Latteria e non solo, il locale che, in poco più di un anno di vita, è riuscito a ritagliarsi un posto speciale nel cuore dei residenti dell'Isolotto, ma non solo (è proprio il caso di dirlo).


Merito di Francesco, figlio del quartiere, che ha portato in piazza dell'Isolotto un bar in grado di far fronte alle esigenze di tutti: dai bambini alle famiglie, passando per i giovani e i più anziani. Colazioni, pranzi, merende, aperitivi e molto altro, c'è qualcosa per tutti al Bar Latteria, anche grazie alla recente apertura della nuovissima gelateria in collaborazione con Filippo, amico di vecchia data di Francesco. 
Siamo andati a incontrarli, per fare un bilancio di questo primo anno di attività, andare alla scoperta della grande novità del gelato e farci raccontare gli obiettivi e i sogni per il futuro, tanto del bar, quanto della piazza. 

Francesco, è passato poco più di un anno dall'apertura del Bar Latteria. Come stai? Com'è stato questo periodo?

È stato un anno duro. Io sono un perfezionista, sia nella gestione del personale che in tutti gli altri aspetti del bar; quindi, è stato un periodo molto impegnativo, però in crescita, nel quale ho raggiunto tutti i miei obiettivi. Sono venute tante famiglie, tanti bambini e persone del quartiere e questo è sempre stato il mio primo obiettivo. Speriamo di continuare così e di migliorare ancora per il futuro.

Bar Latteria si espande sotto i portici della piazza con tre ambienti differenti: bar, saletta eventi e ora gelateria. Era un'idea programmata dall'inizio, o è nata con il passare del tempo?

Non c'era niente di programmato, né la saletta né la gelateria. Io sono partito solo con il mio piccolo bar, però dopo quattro mesi si è liberata la saletta e ho fatto un investimento molto grande. Puntavo molto proprio sulla saletta perché qui sono in pochi ad averla e perché, avendo tanti clienti anziani che vengono la mattina, ha rappresentato un ottimo punto di appoggio per loro. Discorso simile per la gelateria: si è liberato il fondo e ho deciso di prenderlo. Avevo un amico a Scandicci che conoscevo da tanto tempo al quale ho chiesto, quasi per scherzo, di fare una gelateria insieme. La risposta è stata subito sì, e da qui è nata anche la gelateria. 

Filippo, sei la grande novità con la gelateria, parlaci del tuo percorso professionale.

Il mio percorso comincia in famiglia nel lontano 2004, anche se i miei genitori avevano aperto la loro gelateria nel 2001. A 19 anni ho cominciato a lavorare con loro, un po' per gioco mentre cercavo la mia strada. Da lì però è diventata una cosa seria, tanto che abbiamo aperto tre gelaterie in successione. Ho imparato quindi il lavoro grazie ai miei genitori e ho lavorato con loro fino al 2010. Poi a un certo punto ho sentito che quel percorso era finito e ho intrapreso tutta un'altra strada: barista, venditore, caposala al bingo, un percorso che non aveva niente in comune con la gelateria. Nel frattempo, i miei genitori avevano aperto un'altra gelateria tra il 2016 e il 2017, che stava andando molto bene. Purtroppo, nel giro di un anno e mezzo sono scomparsi entrambi e in me è rimasto il rimpianto di non aver potuto vedere realizzati fino in fondo i loro progetti. E così mi è sempre rimasta in testa l'idea di aprire un giorno una gelateria tutta mia.

Parlateci della vostra collaborazione. C'è una storia da raccontare?

Francesco: La nostra storia nasce tanti anni fa, nel periodo in cui lavoravo per tantissimi locali fiorentini. In quegli anni ho conosciuto Filippo che faceva il PR, ed era uno dei migliori di tutta la Toscana. Da lì è nata la nostra amicizia, anche perché lui veniva spesso a cantare nei locali in cui lavoravo.
 
Filippo: In realtà la prima passione che abbiamo avuto in comune è stata proprio il canto.

Francesco: Poi, come avevo già accennato, quando si è liberato il fondo ho pensato subito a lui, sono andato a Scandicci e gli ho proposto di aprire la gelateria. Quando gli ho detto che l'avremmo aperta in piazza dell'Isolotto mi ha risposto subito di sì e da lì è partito tutto. 
Ci siamo fatti un gran "mazzo" per aprire questa gelateria, non essendo i classici imprenditori pieni di soldi: siamo due ragazzi umili, con pochi soldi ma con tante idee e tanta voglia di mettersi in gioco. Ed è questa la cosa più importante per fare il bene del quartiere e della comunità. 

Firenze capitale del gelato, Filippo, quali sono le caratteristiche del vostro prodotto?

Il nostro gelato è un prodotto totalmente artigianale ed equilibrato negli zuccheri, una cosa molto rara al giorno d'oggi. Negli ultimi venti anni, infatti, si è diffusa la moda del gelato cremoso, ed essendo lo zucchero un anti-congelante, più ne metti, più il gelato risulta cremoso. 
Ma il gelato, lo dice la parola stessa, deve essere gelato, freddo e anche grumoso, come lo era trenta o quarant'anni fa. 
Per questo abbiamo ripreso l'onda degli anni '80 e '90 facendo un prodotto totalmente genuino, artigianale, naturale e senza "porcherie". Non a caso quasi tutte le materie prime sono a km 0.
Il nostro gelato inoltre è totalmente senza glutine e ci sono anche tanti gusti senza lattosio, per accontentare anche la grande platea di persone con intolleranze alimentari. Stesso discorso per quanto riguarda le cialde e i coni. 
Il prodotto finale è il risultato di un percorso durato 25 anni, nel quale ci sono stati errori e cambiamenti, che però hanno portato a un gelato naturale al 100%, difficile da trovare altrove.

Francesco, la giornata qui parte presto e termina tardi: colazione, pranzo, merenda, aperitivo e cena. Come si svolge il lavoro durante tutto il giorno?    

Noi ogni giorno cominciamo alle 6, anche per dare un servizio al mercato che riempie la piazza sin dalle prime ore del mattino. Durante tutta la mattinata abbiamo una clientela fissa e affezionata, composta prevalentemente da persone del quartiere, che ci accompagnano fino al pranzo. Qui all'ora di pranzo c'è di tutto: schiacciate, piadine, tigelle, insalate durante l'estate, taglieri, taglieroni, fritti e tanto altro. 
Poi c'è la merenda, ora anche con il gelato e l'aperitivo, durante il quale serviamo tantissimi drink preparati solo con i migliori prodotti presenti sul mercato.  
Siamo un bar a 360 gradi, aperti ogni giorno dalle 6 alle 24. Quasi ventiquattro ore di lavoro ininterrotto, divisi in tre ambienti differenti.

Durante il periodo dei concerti alle Cascine hai introdotto tante novità in base alle band in programma. Raccontaci questa idea e come è stata recepita dai fan che sono arrivati a Firenze e hanno scoperto il quartiere.

Questa è stata la mia prima stagione di concerti alle Cascine; quindi, ho deciso di fare una cosa che a me piace molto e che proporrò anche in futuro, creando dei menù ad hoc con schiacciate e panini. Avendo lavorato nel corso degli anni in tanti locali, il concetto di eventi a tema mi è sempre piaciuto molto e quindi ho provato a riproporlo anche qui. Discorso simile per altri eventi come la festa dei Rossi del Calcio Storico, organizzata sempre qui in piazza. 
Durante il periodo dei concerti ho conosciuto tanta bella gente che voleva divertirsi e con me hanno trovato la porta spalancata. Inoltre, di tutti i menù che avevo ideato per quei giorni non ne è rimasto neanche uno, perché tutte le persone hanno voluto portarli via come ricordo e questa è una cosa che mi ha reso molto felice.   

Qual è stata la soddisfazione più grande in questo primo anno di attività?

Oltre al piacere di offrire prodotti di qualità, la più grande soddisfazione deriva dal bene che mi hanno trasmesso le persone, soprattutto i bambini che appena mi vedono urlano il mio nome. L'affetto del quartiere qui si sente forte e io per il quartiere mi butterei giù dalla passerella.

A tal proposito, cosa credi abbia portato Bar Latteria al quartiere?

Mi baso su quello che mi dicono. Qui abbiamo portato tanta allegria e tanta vita offrendo qualcosa a tutti, dai più anziani ai bambini. Abbiamo portato tante novità che la gente apprezza, infatti mi scrivono spesso o mi fermano per strada per testimoniare il loro affetto. Tutto ciò per me è una grande soddisfazione e un grande onore, soprattutto perché è qualcosa che ho realizzato nel mio quartiere

Entrambi venite dal mondo dell'intrattenimento. Quanto di quell'esperienza avete portato in questo lavoro?

Francesco: Da quel mondo ho portato tanta esperienza e tante vecchie amicizie; non a caso ci viene a trovare gente da tutta la Toscana e addirittura da altre regioni, curiosa di scoprire l'offerta del nostro bar.
Filippo: Da parte mia quel mondo mi ha insegnato a stare con la gente e a incontrare tantissime persone che, come diceva Francesco, ti vengono a trovare perché ti conoscono e vogliono vedere cosa abbiamo realizzato.

Il "non solo" che segue Bar Latteria nel nome, non è semplicemente una trovata simpatica, ma un vero e proprio proposito. Francesco, quali sono le tue idee per il futuro e come immagini questa piazza fra 5 anni?

Bar Latteria era il nome storico, al quale abbiamo aggiunto il "non solo". Per me il "non solo" rappresenta la saletta per gli eventi, la gelateria e tutto ciò che verrà, magari allargandoci in altre zone in base alle opportunità. "Non solo" è un'espressione che rimarrà sempre, perché rappresenta il nostro spirito e la nostra voglia di andare sempre avanti, con pochi soldi ma con tante idee e umiltà. 
Per il futuro immagino questa piazza ancora più bella di quanto già non sia ora. Parliamo di una piazza che oggi è sempre molto frequentata, a differenza di una decina di anni fa. Questo è dovuto anche al lavoro di tutte le altre attività del vicinato che, insieme a noi, contribuiscono a rendere la piazza sempre più viva, facendola diventare il vero punto di riferimento di tutto il quartiere.  

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