Mentre scrivo piove a dirotto - letteralmente - da almeno ventiquattrore e il risultato di questo miscuglio di sentimenti e meteoropatie è che mi sto attaccando al ricordo di questo pranzo come si fa con l’ultimo tramonto al mare, quello che ti godi fino alla fine in rigoroso silenzio perché sai che poi sarà solo lavoro, nebbia e scadenze. È stato questo il pranzo che mi sono regalata solo qualche settimana fa da Pastasuta in pieno centro a Padova e lo specifico perché a guardare fuori ora beh, mi sembra trascorsa un’eternità. La cosa più bella però sapete qual è? Che il sole poi trova sempre il modo di tornare, e questa è una grande certezza, e che i ravioli ripieni sono buoni sempre, anche con il freddo. 

Un pranzo da turista nella mia città natale 


Sedersi al tavolo di Pastasuta è un’emozione che non mi ero mai concessa. Ci sono passata davanti chissà quante volte e chissà quante altre mi sono pure fermata a sbirciare il menù, i tavoli sempre pieni e quei piatti di pasta fumanti coloratissimi che continuamente vengono serviti ai clienti. Eppure prima di qualche settimana fa non mi ero mai presa un’ora (ma ne può bastare anche molto meno di tempo, sia chiaro) per godermi la mia città che forse troppo spesso dimentichiamo essere bellissima.

E così un giorno mi sono decisa e mi sono presentata lì presto presto all’orario di pranzo - i posti a sedere vanno a ruba subito e seppur il servizio sia espresso ma molto veloce, volevo assicurarmi di non rimanere a bocca asciutta, letteralmente. Soprattutto, vista quella che ormai “fu” una bellissima e calda giornata di sole autunnale non volevo perdermi la possibilità di mangiare nei tavolini esterni del locale di Piazza delle Erbe (lo specifico perché non tutti ancora sanno che Pastasuta ha ben due ristorantini: il grande classico nel Sotto Salone e il “nuovo” arrivato nel sotto portico di Piazza delle Erbe). 

Che dire? Attorno a me un gran via vai di “siore” con il carrello, mamme con i figli piccolini che passeggiano e si godono l’ultimo tepore (anche se ancora non sapevano sarebbe stato l’ultimo), amiche e compagne di scuola o di università che passeggiano ma soprattutto una giornata di mercato che è forse la massima rappresentazione del nostro centro città, in particolar modo quello di Piazza delle Erbe con quei suoi banchi di frutta e verdura incredibile. 

La pasta artigianale, la passione padovana 


È il 2008 quando Fulvia Furlanis, ancora oggi volto, mente, cuore e mani dietro al marchio Pastasuta, decide di investire su quella che all’epoca era (solo) una sua passione da spendere nel tempo libero. Di acqua e farina sotto i ponti ne è passata da quell’anno eppure Fulvia ha saputo cavalcare mode e reggere i colpi dei tantissimi che, dopo di lei, hanno intrapreso la sua stessa strada e lo ha saputo fare con quella semplicità disarmante che ancora oggi molti non comprendono, i molti che non hanno provato i suoi piatti s’intende chiaramente. 

Sì perché una volta che si assaggia un suo piatto appare subito chiaro quali siano i pilastri su cui si è scelto fin da subito di poggiare l’azienda: tradizione, semplicità, artigianalità. Niente orpelli e niente piatti gourmet, qui c’è l’olio quando ci deve essere l’olio e il burro quando ci deve essere il burro e poi c’è la storia delle tradizioni culinarie della nostra città ma anche la voglia di uscire dal seminato e perché no, di proporre il meglio che la tradizione culinaria italiana ha da offrire. 

Perché? Perché la pasta piace a tutti e perché così tutti, italiani e padovani ma anche turisti esteri qui possono sentirsi a casa, coccolati da quel sugo che a molti ricorda nonna e ad altri racconta l’Italia che sempre si erano sognati e che oggi possono finalmente provare, al giusto prezzo per altro, perché l’altra vittoria di Fulvia è proprio questa: potersi permettere il lusso di usare il meglio senza doverlo far pesare al cliente. 

Non perdiamoci in chiacchiere e ordiniamo…


…anzi, lasciamo decidere tutta la linea alla stessa Fulvia che ci pensa solo un secondo e poi guardandomi dice, beh, oggi mangi i ravioli per forza. E ravioli siano. 

La pasta ripiena, assieme alla lasagna, ai bigoli con l’anatra e alle paste d’ispirazione romana sono da sempre i grandi cavalli di battaglia di Pastasuta ma con una piccolissima marcia in più: di tanto in tanto cambiano. Sì perché se gli altri restano i medesimi (fatto salvo per la lasagna che ogni tanto trovate anche in versione vegetariana) il ripieno dei ravioli è totalmente stagionale. 


Fulvia sceglie così un piatto che è espressione massima del “qui ed ora” e che anticipiamo già essere una bella bombetta: bis di ravioli uno più classico con pecorino ricotta ed erbette - che si trova quasi sempre - e uno più stagionale con speck e Montasio. Questi i gusti che anticipano l’oramai attesissimo arrivo di sua maestà la zucca Delica che Fulvia si è ben premurata di ricordarmi arriverà presto e andrà avanti “tanto” o, come ci ha detto lei stessa: “finché riuscirò a trovarla buona e di qualità l’avrò in menù”.

Una chicca? Fulvia sceglie di servire i ravioli con le erbette con un mestolo di salsa al pomodoro sopra perché secondo lei hanno nettamente una marcia in più. Non posso garantire su questa affermazione perché non ho assaggiato la versione al naturale ma quello che posso dire è che è un piatto che mi ha riportato indietro di anni a quando, seduta al tavolone da nonna, non toccavo ancora i piedi per terra e credevo che il pomodoro fosse la cosa migliore del mondo. Lo credo ancora oggi e quello di Fulvia beh, quello ci va veramente molto vicino. 

I ravioli con speck e Montasio sono invece una versione più godereccia e quasi elegante e sono serviti in bianco per scelta della stessa Fulvia. Saporiti ma non eccessivi, sono una coccola che ti avvolge il palato e lì sceglie (per fortuna) di fermarsi non poco.* 


E siccome oggi abbiamo detto che facciamo i turisti a casa allora la casa sceglie anche di proporre qualcosa che rappresenta uno dei marchi di fabbrica di queste piazze ma non solo: uno spritz al Campari. Chiaramente sono io a sceglierlo al Campari perché qui non mancano anche molte altre opzioni diverse e pure iper territoriali come la possibilità di provare bitter e alcolici del padovanissimo Luxardo, marchio storico della città che ci ha resi famosi in tutto il Mondo.

E quando pensi sia finita...


Non è assolutamente finita perché Fulvia arriva con una porzione - e che porzione - del loro tiramisù artigianale rigorosamente realizzato negli iconici barattoli Bormioli. Qui ognuno ha la sua personale opinione giustamente soggettiva di quale sia la migliore versione di questo dolce però ecco, diciamo che la mia e quella di chi lo produce in Pastasuta sono versioni quasi complementari: moltissima crema, savoiardi e un’amarezza non eccessiva data da un caffè non troppo presente. La porzione è veramente abbondante (secondo me benissimo anche per una condivisione) anche perché non vedi il fondo del barattolo prima dell’ottavo assaggio, almeno. Non male eh! 


*Il bis di pasta qui proposto è una cosa che non è presenta a menù ma che il locale fa di consuetudine nel caso il cliente lo scelga. L’unica differenza sta nel condimento che deve essere il medesimo per entrambe le proposte. 

Pastasuta
Piazza delle Erbe, 36 - Padova 
Tel. 3921219262

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