I segreti del successo: 5 locali di Treviso e provincia che vanno ancora benone oltre il tempo e le mode

Pubblicato il 16 giugno 2019

I segreti del successo: 5 locali di Treviso e provincia che vanno ancora benone oltre il tempo e le mode

C’è un famoso detto che dice “gallina vecchia fa buon brodo”. Che sia vero oppure no, nonostante l’inverno ed il freddo, non basta il brodo per vivere. Parlando di ristorazione è facile rendersi conto che nella tempesta di nuove aperture, di nuove tendenze e di nuovi clienti non è facile rimanere a galla. Mi sono proposto così di indagare alcuni locali storici, per capire quali sono i meccanismi di un successo che resiste così a lungo. Un viaggio tra Treviso e la sua provincia, territorio in cui il grande numero di attività di vecchia data, spesso a conduzione familiare, si mette quotidianamente a confronto con le innovazioni e le influenze che provengono dal resto del mondo. Così la cucina veneta si ripensa a confronto con le altre cucine regionali, la incessante ricerca di materie prime scopre piccoli produttori in valli alpine e coste pugliesi, lo sguardo imbocca strade verso l’oriente o verso la Scandinavia.

Fino a pochi anni fa il rapporto tra città e campagna implicava sempre un divario a favore dei contesti urbani nel recepire le innovazioni. Oggi nell’era in cui tutti siamo connessi non va più così, le fucine del gusto sono più calde proprio dove ci sono legami forti con saperi e tradizioni: bussole ed ancore nell’oceano dei sapori.

1. Sentirsi a casa

Immaginati di entrare in un posto in cui poter dare per scontato che tutto quello che mangerai sarà di altissima qualità: dal 1964 quel posto è il Grillo’s di Roncade. Giancarlo ne ereditò le redini dal padre vent’anni fa, dopo un lungo periodo di esperienze all’estero. Il Grillo’s in questi anni ha saputo individuare i propri punti di forza, tenendoli nel menù, ma senza togliere spazio alle novità, alle sperimentazioni. Per questo si definisce un ristorante di cucina tipica e creativa, una cosa non da poco. Rita e Luciano, ai fornelli, danno vita a piatti stagionali utilizzando verdure a km0 e carni pregiate. Giancarlo si occupa invece di far sentire i clienti a proprio agio, accoglie, accompagna durante il pasto.

2. Continuare a scoprire

A Conegliano dal 1965, una pizzeria napoletana che non fa pizza napoletana. Cioè? Cioè mezzo secolo in cui Da Gennaro la tradizione è soltanto il punto di partenza, il resto è ricerca in ogni aspetto. Gli impasti speciali, sono due: la “pizzaGiovane” con farina bianca ed integrale ed il “5 stagioni” più tradizionale. Le proposte della pizzeria e della cucina variano quasi quotidianamente, partendo dalle ispirazioni di chef e pizzaioli, dalle stagioni e dai nuovi prodotti. Specialità è la pizza “Stella”, rotolini di pasta e mozzarella conditi a fine cottura con pomodorini, rucola, crudo, grana e aceto balsamico. Alle pizze ed al cibo si abbinano più di dieci birre artigianali in rotazione.

3. Diventare un punto di riferimento

Era il 1968 quando si tagliava il nastro di un locale che poi a Treviso sarebbe diventato storia. Giuseppe Supani, detto Pino Bubù, dopo aver lavorato nelle più importanti navi da crociera decide di tornare in patria per aprire un locale, il Tocai, che sarebbe diventato il punto di riferimento dei giovani trevigiani. Si racconta che quotidianamente venissero versati più di 50 litri del bianco da cui il nome dell’osteria. Dopo una lunga storia di alti e bassi terminata con una chiusura la scorsa estate il Tocai ha da poco riaperto i battenti, rinnovato negli arredamenti ma con uno spirito che vive ancora delle migliaia di persone che si sono fermate a bere qualcosa sotto a quei portici.

4. Interpretare il proprio tempo

Quando parliamo del Soffioni non possiamo né mettere una data di inizio né una di fine. Sotto le eleganti volte in Piazza dei Signori infatti il bere e mangiare in compagnia è una tradizione che ha radici nel medioevo. Complice la posizione: il sottoportico è da sempre luogo di ritrovo eterogeneo di chi frequenta la città. Da alcuni anni a riempire la meravigliosa cornice è un bio-pub, dove si mangiano i classiconi: club sandwich, toast, insalate, tartare. A fare la differenza però è la scelta dei prodotti, quasi tutti bio (comprese le salse) e a km0, prevedendo anche accostamenti insoliti come il club con tonno rosso appena scottato o le piadine con code di gamberi. Ottimo anche per un aperitivo un po’ chic.

5. Responsabilità, etica, umanità

Storia e contemporaneità, per gli amanti del verde in tavola e fuori, si incontrano al Parco Gambrinus. Aperto dal 1847 è da quasi due secoli punto di ristoro per i viaggiatori e per chi vuole fuggire per un poco dalla caotica routine. Antico e nuovo perché il ristorante del parco è completamente proiettato in una dimensione di ricerca: sulla sostenibilità ambientale e sociale; sul cibo che deve essere nutrimento sano; sulla cucina come piacere per tutti, intolleranti, allergici. Vegetariani e vegani. Cucina etica e responsabile sapientemente diretta dallo chef Pierchristian Zanotto, con un curriculum che lo ha visto lavorare con grandi chef stellati in Italia ed in Francia. Tutto questo non può non confondersi con i prodotti del territorio, delle aziende agricole e dei fiumi vicini, gamberi e pesci d’acqua dolce in primis.


Foto dalle pagine facebook dei locali

Per rimanere aggiornato iscriviti gratis alla newsletter di 2night

  • CENA
  • PRANZO
  • APERITIVO

scritto da:

Enrico Pagin

Se dovessi scegliere un superpotere vorrei avere il dono dell'ubiquità. Mi dicono essere una trottola impazzita, sempre a caccia di situazioni straordinarie da raccontare. Qualche volta mi fermo all'ordinario, ma in fondo l'importante è che sia divertente.

×